Domenica 3 settembre dalle ore 15 al parco Sobrino di Alba si terrà la prima edizione dell’AGORA’ ARISTOTELICA LAB. Cosa può unire musica leggera eseguita con strumenti etnici, laboratori di manufatti e oggettistica, disegno artistico e street art, letture di storia e filosofia per bambini, fiabe animate, tematiche che sono inerenti alla globalizzazione, musica dal vivo, teatro e trampolieri?
A collegare questi mondi e sottomondi artistici è il festival Agorà Aristotelica Lab, la cui prima edizione è prevista nel parco Sobrino ad Alba nel pomeriggio di domenica 3 settembre (ingresso gratuito).
È un cantiere di elaborazione sociale, scuola di pratiche e pensieri creativi nati “dal basso”. Spiega Silvia Garrone, una delle organizzatrici: «L’idea è stata partorita da un gruppo di ragazzi albesi: volevamo dare alla città la possibilità di vivere una giornata in cui ci si possa confrontare su tematiche sia culturali che sociali in un contesto multietnico fatto di musica, arte e pittura. Parteciperanno anche ragazzi stranieri provenienti da diversi Paesi: l’obiettivo è quello di abbattere quei muri relazionali che sovente ci distanziano, così come ogni pregiudizio sociale e culturale. Anche chi proviene da geografie lontane deve avere possibilità di espressione, cosa che a sua volta favorisce il processo di integrazione. Non solo loro saranno protagonisti: Agorà aristotelica è aperto a tutti coloro che hanno un talento e abbiano voglia di mettersi in gioco».
Un’altra peculiarità dell’evento riguarda la “trasversalità anagrafica”: i progetti e le iniziative avranno come destinatari adulti, anziani e bambini. Ad esempio lo spettacolo degli Ingrallis (un gruppo albese autogestito che organizza performance sui trampoli), oppure le proposte del Cpia (scuola che in città gestisce il Centro territoriale permanente per l’istruzione e la formazione degli adulti).
A partire dalle 15, il calendario seguirà dunque una logica di aggregazione e integrazione: in punti diversi del parco, gli eventi si succederanno e talvolta si sovrapporranno nel tempo, ma non negli spazi, per consentire al pubblico e agli artisti di “transitare” in mondi artistici differenti eppure appartenenti a un tutto lontano dall’ordinario.