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«Creiamo opportunità per favorire la crescita»

La valorizzazione del patrimonio locale è il principale obiettivo del Parco del Monviso guidato dal presidente Dario Miretti

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Da poco meno di un anno Dario Mi­­retti, saluzzese, è il pre­si­den­te del Parco del Monviso, l’en­­­te che si occupa di gestire, proteggere e valorizzare le a­ree montane, pedemontane e di pianura che circondano il “Re di pietra”. In un periodo in cui l’attenzione al locale e al suo rapporto con le tematiche della sostenibilità sembra essere sempre più centrale, il ruolo dei parchi, e di chi li ge­stisce, risulta sempre più decisivo, così come la capacità di creare opportunità per ri­scoprire e rafforzare le produzioni e le attività dei territori: è da una di queste iniziative, il convegno sulla filiera lattiero-casearia tenutosi a Staf­far­da, che inizia la nostra chiacchierata con Miretti.

Presidente Miretti, l’incontro arriva a quasi un anno dal suo insediamento. Vuole trac­­­ciare un primo bilancio del­la sua gestione?
«Abbiamo raggiunto davvero ottimi risultati. In questi mesi sono emerse le straordinarie po­tenzialità a disposizione del Parco e, quindi, dell’intero territorio del Monviso. Siamo un ente completamente al servizio della no­stra area con, al mo­mento, mol­tissimi “cantieri aperti” e tanti progetti in partenza. In particolare, però, voglio sottolineare il ruolo decisivo del Par­co co­me collante tra le tan­te Am­mi­nistrazioni e i Sindaci di questa zona e la sua capacità di generare collegamenti e si­nergie: è fondamentale continuare a far maturare le opportunità di sviluppo, in modo da garantire la crescita delle nostre imprese, unitamente a quella del territorio. Perso­nal­­mente, mi piace moltissimo questo ruolo e mi ritengo de­cisamente fortunato».

Quali sono stati i principali tra­­guardi raggiunti?

«So­no sicuramente significative le tante convenzioni stipulate con realtà legate alla va­lorizzazione delle produzioni tipiche del territorio, come quella, giusto per citarne una, stretta con il mon­do del mie­le. Sono partiti, poi, molti progetti incentrati sulla promozione turistica e sono stati fat­ti diversi tentativi volti a col­legare i tanti parchi del territorio, con un’idea ben chiara alle spalle: continuare a fare rete e a creare comunicazioni, in modo da arrivare a promuovere non più un singolo “pezzo” della provincia, ma un’in­tera area, unita e capace di muoversi facendo gioco di squadra. In questo senso, la nostra attenzione ai progetti transfrontalieri è massima».

Il vostro ente ha un ruolo decisivo nella tutela dell’ambiente cuneese, tanto bello quan­to fragile. Quali strategie state mettendo in campo in questo senso?
«Il nostro compito si basa so­prattutto sul tentativo di fa­re da cabina di regia tra i diversi attori che operano nell’ambito di questa tematica; una tematica che naturalmente deve essere affrontata attraverso un lavoro di squadra. Cer­chiamo continuamente di incentivare e motivare gli en­ti competenti al fine di salvaguardare e proteggere queste zone, tentando, al contempo, di creare opportunità per la loro valorizzazione; a tutto ciò si unisce, ovviamente, il lavoro di carattere educativo che svolgiamo insieme alle scuole con l’obiettivo di arricchire la formazione dei ragazzi attraverso le nostre proposte di scoperta del Parco».

L’area del Monviso è da sempre collegata alla Francia. Sta­­­te sviluppando progetti con le vallate d’Oltralpe?
«Siamo stati in Francia proprio una settimana fa. Colla­boriamo continuamente con il Parco del Que­yras, nostro partner principale, e con loro stiamo portando avanti “Al­co­­tra”, il programma di cooperazione transfrontaliera. Te­­nia­mo con­­­to che i due Par­chi insieme rappresentano un’a­rea che comprende circa 104 comuni: un territorio dalle enormi potenzialità eco­nomiche e culturali».

Saluzzo si candida a diventare Capitale Italiana della Cul­tura per il 2024. Pensa che questa possa essere un’opportunità per la valorizzazione del territorio cuneese?
«È stato fatto sicuramente un buon lavoro e dobbiamo continuare, sia noi enti che i comuni, a collaborare per cen­trare l’obiettivo. Se si riuscisse a portare a casa questo risultato, sarebbe sicuramente un’occasione straordinaria per tutta la nostra area: il titolo garantirebbe miglioramenti e grandi passi in avanti sotto molti punti di vista. Il progetto è serio e si sta sviluppando in maniera precisa e puntuale: ben vengano, dunque, op­por­tunità come queste».

BaNNER
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