«Amo la biodiversità tipica del Roero»

La giornalista Liz Boulter ha ritirato il premio 2020 ed è andata alla scoperta di altre “chicche”

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«Per un grande giornalista che non ha potuto esserci, una grande giornalista specializzata in enogastronomia e ambiente che arriva a sorpresa». Ad affermarlo è il terzo grande giornalista interessato, Gian Mario Ricciardi, il quale ha scelto questa formula riferendosi all’assenza giustificata di Aldo Cazzullo, all’estero per impegni lavorativi e atteso a Canale, presso l’Enoteca del Roero domenica 21 novembre alle 11) e alla non prevista ma altrettanto gradita presenza di Liz Boulter, firma del The Guar­dian che domenica scorsa, durante la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco e dei vini del Roero di Vezza d’Alba, ha ritirato il riconoscimento vinto nella sezione riservata alle testate internazionali della passata edizione del Premio Giornalistico del Roero. Nel pezzo premiato e scritto da Liz Boulter per il The Guardian per la prima volta si affiancava il Roero alle altre grandi eccellenze italiane, dalle Dolomiti alla Toscana.
Un apprezzamento per la Sinistra Tanaro che è stata confermata dalle considerazioni che la premiata ha condiviso dal palco, confrontandosi con Carlin Petrini e Giovanni Negro, presidente dell’Associazione Premio Giornalistico del Roero. Nel suo intervento la giornalista ha affermato di apprezzare in particolar modo la biodiversità della Sinistra Tanaro, una peculiarità che si coglie anche sorseggiando i vini dei produttori roerini, che dentro hanno gli aromi e le delicatezze delle pesche e delle albicocche, ovvero di ciò che si coltivava prima e che si continua ancora a fare. Lei ha precisato di divertirsi nel percepire nei vini del Roero i retrogusti dei prodotti che determinano la diversità tra Sinistra Tanaro e le altre terre limitrofe. Il Roero per Boulter è una sorta di ”Camargue d’Italia” anche se non ha il mare, benché siano ben visibili tracce di quando, in epoche geologiche passate, il mare c’era davvero. Durante il suo soggiorno nel Basso Piemonte accompagnata dal marito, che ha previsto tappe anche nelle Langhe e nel Mon­ferrato, la giornalista inglese ha visitato piccoli produttori vitivinicoli roerini, ma si è anche interessata di miele, di nocciole e di altri prodotti tipici della Sinistra Tanaro, accompagnata dal presidente dell’Associazione Premio Gio­r­­nalistico del Roero Gio­vanni Negro e il presidente della Giuria, Gian Mario Ricciardi.
Il soggiorno ha consentito alla penna del Guardian di raccogliere nuovi interessanti elementi che le permetteranno di scrivere altri articoli su Roero, Langhe e Monferrato, contribuendo a far crescere quella voglia di Basso Pie­mon­te che i flussi turistici degli ultimi mesi hanno certificato essere in forte crescita.
A riguardo della presenza di Liz Boulter nel Roero, Giovanni Negro chiosa: «L’an­no scorso l’emergenza sanitaria non le ha consentito di essere qui per ritirare il nostro premio. Sono contento che sia potuta essere con noi adesso, in occasione della prima edizione nazionale della Fiera di Vezza d’Alba. L’ho invitata a tornare quanto prima e l’ho incentivata a continuare a scrivere di Roero, perché c’è ancora tanto da scoprire e far scoprire ai lettori di tutto il mondo. Il mio auspicio è che quanto prima, nel giro di un paio di anni, il Roero possa entrare a far parte del Patrimonio dell’umanità non solo con il nome, ma anche con parti del suo territorio inserito perlomeno nella “buffer zone” dell’Unesco: è un riconoscimento che la Sinistra Tanaro merita senz’altro».