La differenza tra i campioni e i campioni “totali” sta nel fatto che i secondi sanno lasciare un segno tangibile anche (e soprattutto) quando si spengono le luci della ribalta. In quei frangenti, in cui vittorie, imprese e record vengono messi da parte, è la dimensione più profonda, umana e intima che emerge. E loro, i campioni “totali”, anche in quei contesti, proprio come sono soliti comportarsi davanti al grande pubblico, riescono a fare la differenza, ad arrivare dove gli altri non arrivano, a compiere gesti che li rendono eroi pure nella vita di tutti i giorni.
Fa parte di questa seconda schiera (non nutritissima, a dire la verità) Nils Liedholm, indimenticato allenatore di calcio, centrocampista e, soprattutto, gran signore fuori dal campo. Tanto nella sua straordinaria carriera di calciatore, vissuta praticamente per intero tra Nazionale svedese (con cui si laureò vicecampione del mondo nel 1958) e Milan (dove formava, con i connazionali Gren e Nordahl, il mitico trio “Gre-No-Li”), quanto in quella da allenatore (impreziosita dalla conquista dello Scudetto della “stella” con i rossoneri), ha saputo farsi apprezzare per la spontanea signorilità che caratterizzava il suo modo di fare. Un tratto distintivo che gli è valso il soprannome di “Barone”. Il suo spirito, celebrato con francobolli, monumenti e figurine, continua a vivere in uno dei suoi “luoghi del cuore”: la tenuta “Villa Boemia”, comprata dal fuoriclasse svedese a Cuccaro Monferrato, nel bel mezzo dei vigneti oggi patrimonio Unesco. È qui che Nils, all’inizio degli anni Settanta, decide di mettere le radici, dedicandosi alla sua grande passione: la produzione vinicola. Inizialmente lo fa in maniera amatoriale, poi sviluppa una vera e propria attività, caratterizzata da una nuova cantina per vinificazione, stoccaggio e imbottigliamento. Questa realtà è viva ancora oggi (pur non essendo più di proprietà della famiglia Liedholm), così come vivissimo è il ricordo di Nils, grazie al premio a lui intitolato che dal 2011 omaggia uno sportivo capace di distinguersi per i valori umani (se ne parla nell’articolo in alto).
L’edizione 2021 è stata assegnata all’allenatore del Milan Stefano Pioli. IDEA, presente alla premiazione, ha partecipato all’incontro del “mister” con i giornalisti.
Pioli, che effetto le fa ricevere questo riconoscimento?
«È un onore perché Liedholm rappresentava eleganza, passione e saggezza. Sapeva gestire ogni situazione con stile: era un “signore”, dentro e fuori dal campo. Ha trasmesso grandi valori e io, nel mio piccolo, cerco di fare lo stesso».
Il suo stile, mister Pioli, ha già contribuito a rigenerare il Milan. Presto arriveranno anche le vittorie importanti?
«Servono tempo e pazienza. Qui siamo nella “terra dei vini” e chi si occupa di tale attività sa bene che per giungere a grandi risultati occorrono cura, sacrificio, attenzione. È ciò che stiamo facendo al Milan per ottenere il massimo possibile da qui a un periodo che non sappiamo quanto potrà durare. Io, dal mio canto, cercherò di essere me stesso in ogni contesto. In generale, spero di restare a lungo al Milan: sono in piena sintonia con il club e si è creata la sinergia giusta per lavorare in un certo modo. Inoltre, condividiamo le stesse, grandi, ambizioni e motivazioni».
Si vede, un domani, nei panni di commissario tecnico della Nazionale?
«Forse sì, ma ora penso solo al Milan, dove, come dicevo prima, spero di rimanerci il più a lungo possibile».
Si sente un po’ come i contadini che, con tenacia e fantasia, hanno trasformato queste terre della “malora” in colline oggi patrimonio Unesco?
«Mi sento molto vicino alla mentalità contadina per tenacia e voglia di lavorare, ma anche per pazienza e desiderio di coltivare qualcosa di buono che possa dare dei frutti importanti».
Di conseguenza, sarà un estimatore dei vini e dei tartufi piemontesi…
«Mi piace bere bene e faccio altrettanto con il cibo: è quindi inevitabile che apprezzi parecchio un po’ tutte le vostre eccellenze… (ride, nda)».