Venerdì 8 settembre presso la Biblioteca di Guarene alle ore 21 Silvio Saffirio presenta il libro “Galaverna”.
La serata, alla presenza dell’autore, sarà allietata dalle letture di Paolo Tibaldi e dalle musiche di Mauro Carrero.
Il mondo antico ovvero il nostro ieri, l’abbiamo già dimenticato. Peggio: l’abbiamo proprio rimosso. Eppure in quel mondo contadino, molto ancien règime, c’erano equilibrio, sapienza, solidarietà. Umanità e calore.
C’era la famiglia, e si apparteneva per nascita a un clan solidale che costituiva un efficace welfare ante-litteram, dalla culla alla tomba.
Silvio Saffirio, che farà poi una brillante carriera nella pubblicità, dunque in un mestiere assai moderno, non ha dimenticato le sue esperienze fondanti di bambino nella Langa degli anni ‘40 e ‘50 e che possono essere riassunte da tre “C”: Colline, Contadini, Comunità.
Erano comunità umane, senza ubbie ideologiche come oggi forse se ne sentirebbe ancora la necessità, ma quanta storica e collaudata saggezza, quanta prudenza e quanta felicità. Sì: felicità. Occorre coraggio per dirlo ma quel popolo non era infelice, perché viveva confortato dalla (e nella) sua comunità; e faticava, sudava, rinunciava a molto anche in nome e per conto di questa. Lo faceva appunto in comunità, in semplicità, seguendo un anno liturgico religioso e profano a un tempo. Che prevedeva quaresime castigate seguite da carnevali un poco trasgressivi e da innumerevoli, immancabili, calde, chiassose e danzanti feste patronali. Nelle quali i lavori servili erano severamente banditi dallo stesso prete, traccia ultima e non trascurabile di civiltà.
“Galaverna” non è una raccolta di poesie nostalgiche ma è un atto di ribellione.
Un tentativo di risveglio della memoria sopita e di riconsiderazione dei valori antichi, rinnegati per pochi (e sempre meno) denari.