«Guardare con occhi diversi serve a migliorare sempre»

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Carlo Bo, primo cittadino di Alba, Lilliana Allena, presidente dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, Tino Cornaglia, presidente di Banca d’Alba e Giuliana Cirio, direttore di Confindustria Cuneo hanno delineato nel talk finale di DnAlba i fattori che rendono il territorio delle Langhe, del Roero e dell’Albese, così unico.
«Per capire quello che siamo», ha ribadito il sindaco Carlo Bo (nella foto in alto, il secondo da sinistra) , «dobbiamo comprendere da dove arriviamo. Questo territorio oggi è conosciuto internazionalmente, ma nel dopoguerra come testimoniano i racconti di Beppe Fenoglio ne “La Malora”, la fotografia era diversa. Siamo riusciti a ripartire, ma la grande svolta, è da attribuirsi ai capitani d’industria, uno su tutti l’immenso Michele Ferrero che ha avuto una visione lungimirante. Come sindaco ho spesso la fortuna di confrontarmi con personalità del territorio, uomini come Giacomo Oddero, Bruno Ceretto, visionari che parlano sempre di futuro».
«Capacità di guardare avanti è anche la sintesi delle nostre 91 edizioni della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba», ha ribadito la presidente Liliana Allena (nella foto in alto, la prima da sinistra), «una kermesse che ha avuto sempre una visione capace di coniugare innovazione e tradizione. Una visione che dobbiamo far percepire sempre più ai nostri cittadini e che oggi con DnAlba diventa connubio di profumi e suoni: lamellare il tartufo bianco d’Alba accompagnati dalle musiche di Filippo Cosentino».
«Il benessere di cui oggi questa area gode», ha sottolineato Giuliana Cirio, direttore di Confindustria Cuneo (nella foto in alto, la prima da destra), «è frutto non solo del tessuto imprenditoriale, ma anche delle radici borghesi di Alba, quando diventa città liberale, quando insomma nasce la borghesia ottocentesca, caratterizzata dal fatto che ognuno vive del proprio lavoro e cresce dal punto di vista economico e reputazionale. Nascono così le famose “cento torri” che stanno a dimostrare quanto ci fosse un’identità precisa e anche un’ambizione positiva protesa allo sviluppo che è rimasto uno dei tratti distintivi presente ancora oggi».
«Come presidente di Banca d’Alba», ha rimarcato Tino Cornaglia, (nella foto in alto, il secondo da destra) «sono felice di essere riuscito a contribuire con DnAlba a dar vita ad un progetto condiviso, che desidera lanciare una sfida tenendo sempre i riflettori accesi sui valori di questo territorio. Ben sintetizzati anche dagli elementi su questo palco: lo storico orologio di via Maestra e il cactus di design che rappresentano il passato ed il nostro futuro. Un domani che deve parlare ai giovani, forse un po’ dimenticati, ma a cui Alba deve offrire tutte le possibilità di crescita. Come lo ha fatto con i loro nonni. Questo è il nostro impegno come Banca vicina al territorio ed è anche un dovere per “moltiplicare” e far crescere le idee vincenti».