Un modello che si mette in gioco tra pregi e difetti

Sono 15 i partner del territorio, coinvolti nel progetto come “sentinelle”

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DnAlba è un marchio registrato, ma è anche un corale progetto che ha annoverato inizialmente una decina di soggetti coinvolti, ma in fase di attuazione dell’iniziativa hanno voluto farne parte altri cinque. Tutti sono intervenuti nella serata al Pala Alba Capitale per esporre le evidenze del lavoro sul territorio: da una tela situazionista che raffigura l’albesità secondo i bambini; dall’abito di moda DnAlba, ai suoni con il brano su Spotify; dalle fotografie sino alla realtà aumentata con i luoghi di ritrovo, dalle tradizioni alle parole piemontesi fino alle testimonianze radio e tv degli albesi.

Una lunga serie di racconti, iniziata con la testimonianza di Vera Morino, alunna del Liceo Artistico Pinot Gallizio di Alba che ha ideato il logo DnAlba. «Al centro del logotipo ho disegnato due colline, una di colore bordeaux e l’altra verde, che si incontrano quasi a creare una foglia. In alto, si inseriscono altre due linee evocative di Langa e Roero che originano un grande occhio, con il quale si possono rimirare le meraviglie dell’Albese, paesaggi vitivinicoli patrimonio Unesco».

Laura Dellavalle ha illustrato i lavori dei bambini delle scuole. «I bimbi delle materne hanno colorato con mani e piedi duecentoventi metri di tela ispirandosi al pittore albese Pinot Gallizio; mentre i bimbi della primaria hanno realizzato una filastrocca legata proprio al tema dell’Albesità»

Sul palco, in nome dell’enogastronomia e del turismo, sono saliti Alba Accademia alberghiera, rappresentata da Mario Deltetto e la scuola enologica Al­bese, che ha compito 140 anni come ha sottolineato Antonella Germini.
«In questi cinque mesi di intenso lavoro», ribadisce Mario Deltetto, «insieme ai nostri allievi di cucina e sala abbiamo preparato un menu dell’albesità composto da piatti della tradizione, basandoci sull’autenticità delle ricette di Nonna Genia, ma anche immaginando alcuni creativi cocktail rappresentativi di questo territorio, che ci hanno indotto ad organizzare per il mese di gennaio una cena didattica in nome del progetto DnAlba».

«La scuola Enologica non poteva che omaggiare l’Albesità con un Barolo 2015 che testimonia quan­to il vino occupi per questo nostro territorio un posto privilegiato».
L’evento poi è stato caratterizzato da uno spaccato glamour: Paolo Giammugnani, store image & visual merchandising manager del marchio Elena Mirò ha presentato l’abito che è stato disegnato e realizzato per il progetto DnAlba, indossato per l’occasione dalla Bela trifolera, Clara Tenino. «Ho percorso le colline delle Langhe, ispirandomi ai suoi colori e i suoi profumi e questa creazione racchiude davvero lo spirito e l’essenza di questo territorio», ha rimarcato il manager della Miroglio.

Diego Adriano, conosciuto dagli ascoltatori di Radio Alba come “Dieghito” ha raccontato gli aneddoti più curiosi legati alle brevi interviste realizzate proprio sul valore dell’albesità che darà origine anche ad una trasmissione sull’emittente albese con Stefano Genta, in rappresentanza di “Sei di Alba se…”.
Maria Luisa Cocito di Alba Webtv ha sottolineato quanto «DnAlba rappresenta una comunity ben riuscita perché conferma una sinergia positiva tra più attori che mette in luce i pregi e i difetti di questa nostra terra. Una fotografia che ha interessato albesi, così come i turisti internazionali che tanto la frequentano».

E proprio di immagini ha parlato Roberto Magliano, presidente del Gruppo fotografico albese, «La sfida che abbiamo raccolto non è semplice, ma stimolante. Raccontare l’albesità per immagini significa co­gliere l’anima e la storia di questo territorio, delle sue persone, ma anche capirne l’evoluzione e tutte le sue contraddizioni».
Maria Grazia Olivero, condirettore di Gazzetta d’Alba testata che ha realizzato uno speciale interamente dedicato al DnAlba, nonché partner sin dall’inizio del progetto, ha cooperato su più fronti e ha condotto in collaborazione con l’Ires, l’indagine sul territorio di Alba Langhe e Roero. «Ci siamo dati un metodo per lavorare a questo tema importante che riguarda l’Albesità».

Paolo Tibaldi ha invece illustrato le parole più significative in piemontese che testimoniano lo spirito albese, ed ha ribadito che «quelle che forse maggiormente sono in sintonia con il valore dell’albesità sono “ambission” e “conission”, ossia ambizione e cognizione, giudizio».

Gigi Cabutto della Famija Albèisa, ha ricordato che il DnAlba era già nello statuto dell’associazione, 66 anni fa, che al punto 8 ribadiva «La Famija Albèisa si propone di mantenere la buona armonia tra tutti gli albesi ricavandone all’esempio dei suoi antenati i quali superiori alle ambizioni e agli interessi personali seppero comandare benissimo in casa loro. Famija Albèisa mantiene l’albesità molto bene e continua a lavorare nel rispetto delle tradizioni».

Che viaggiano di pari passo con la modernità, con la realtà aumentata testimoniata dall’App Tabui, presentata al pubblico da Giorgio Proglio. «Una comunity di oltre 160.000 utenti sollecitata a geolocalizzare i luoghi dell’albesità come il famoso orologio posto all’imbocco di via Maestra, ma anche lo stabilimento Ferrero assai cercato dai visitatori stranieri».