La sua figura professionale è indubbiamente espressione d’avanguardia, ma in realtà, solo le aziende più lungimiranti hanno capito sino in fondo il valore dell’innovation manager. Per questa ragione IDEA ha incontrato presso il Digital Innovation Gate 421 di Roreto di Cherasco, Cristian Ranallo, esperto di marketing strategico e innovazione, di metodi per lo sviluppo della creatività, Lean Startup, Design Thinking e Lego® Serius Play®.
Come è nata la collaborazione con Tesisquare®, dottor Ranallo?
«Tesisquare® rappresenta una piazza collaborativa in cui si interconnettono persone, tecnologie e processi. È una realtà che conosco da tantissimo tempo, e che abilita il dialogo tra le aziende all’interno di un “ecosistema” digitale, inteso come network di business e di relazioni. Aspetto su cui ho lavorato moltissimo negli ultimi anni, avviando formazioni, lavoro, relazioni a più livelli e ciò mi ha dato la possibilità di sviluppare un denso network di risorse e conoscenze con i principali attori dell’innovazione italiana ed anche internazionale. Contatti diretti con grandi aziende, multinazionali e con le persone che si occupano del ruolo chiave dell’innovazione, i cosiddetti innovation manager mi hanno permesso di specializzarmi sempre più in questo ruolo, che è una figura nuova».
Una figura nuova, quella dell’innovation manager, che ricopre il ruolo di facilitatore anche nel team di progetto del Digital Innovation Gate for XXI Century: ma come verranno concretizzate le idee all’interno del DIG421?
«Per concretizzare un progetto c’è bisogno di due elementi distinti: l’idea e la sua esecuzione. Il primo è senza dubbio il più ricco: tutti hanno idee. Ma per sviluppare idee innovative occorre lavorare sul pensiero creativo. Daniel Goleman, il famoso psicologo e scrittore, autore dell’intelligenza emotiva, racconta di come “l’innovazione e l’intuizione fioriscono quando le nostre menti si trovano in una condizione di maggiore apertura”. È proprio della creatività che parla Goleman, la capacità di elaborare nuove idee anche da elementi e processi già esistenti. Siamo concordi nel pensare che il frutto di questa apertura mentale arriva normalmente nei momenti più disparati: mentre guidiamo, nel dormiveglia, insomma quando meno ce lo aspettiamo. Ciò che faremo in pratica, qui al DIG421, sarà trasformare la creatività in attività irripetibili in cui far nascere idee più innovative. Lo faremo all’interno di percorsi strutturati applicando metodi collaudati come Design Thinking, per esempio, metodo che combina un approccio ispirato al design e al metodo scientifico, favorendo lo sviluppo di soluzioni innovative tramite l’analisi delle difficoltà, dei comportamenti delle persone, delle loro aspettative e necessità. La creatività per acquisire valore ha bisogno però di un passo importante: l’esecuzione. Per questo, al DIG, utilizzeremo metodi che hanno lo scopo di facilitare la messa a terra delle idee e che velocizzano la fase di prototipazione, aiutando la riduzione dei costi di progettazione. Dunque potrà essere ancora il Design Thinking a tornare utile nelle sue fasi più mature oppure, utilizzeremo metodi e tecniche come la Lean Startup o l’Agile».
Qual è il suo ruolo all’interno del progetto DIG421?
«Come innovation manager, in questo progetto in particolare, mi occupo dello sviluppo dell’ecosistema con l’attivazione delle relazioni con i principali nodi dell’innovazione territoriale e di scouting di progetti e soluzioni già esistenti nel mercato per l’approfondimento delle tematiche emerse durante le attività di confronto al DIG421. Per questa attività, è necessaria molta curiosità, conoscenza dei principali ecosistemi ed attori dell’innovazione (sul territorio italiano e non), del funzionamento e applicazione delle principali tecnologie nonché delle dinamiche aziendali in contesti di dimensioni più diverse, dalle multinazionali, alle Pmi e startup. Si tratta di un’opportunità di conoscenza continua, per me e per le aziende afferenti al DIG attraverso lo studio e i networking».
Come si declina l’innovazione nel progetto DIG421?
«Innovazione è sinonimo di tante strade. Percorrerle tutte è molto complicato a causa della natura intrinseca dell’innovazione stessa. È la ricerca dell’efficacia, tanto distante dall’efficienza aziendale a rendere il percorso molto insidioso. Per questo, il DIG ha scelto di prodigarsi per l’open innovation, una pratica che negli ultimi anni è finita sotto riflettori a causa dell’accelerazione della competizione dei mercati e della ricerca forsennata delle aziende di essere sempre più innovative. Qui al DIG parliamo dunque di innovazione aperta, di un luogo fisico dove imprese, associazioni, scuole e università possono incontrarsi e, ragionando di più temi, possono adoperarsi per creare progetti comuni per il benessere socioeconomico del nostro territorio».
Concretamente, come opererà il DIG421 in termini di innovazione?
«Tra le iniziative progettate, ci sono due strade ben precise. La prima è data da un ciclo di tavoli di lavoro in ambito manifattura, agroalimentare e di telemedicina. Ragionando con imprenditori, ricercatori e poli di innovazione stiamo affrontando i primi argomenti emersi negli incontri svolti nei mesi precedenti per approfondire e delimitare argomenti precisi che possano far emergere bisogni e progettualità condivisi. L’altra strada è fatta di incontri di divulgazione legati a filoni di attualità tecnologica che aiuti ad acquisire maggiori informazioni sui cambiamenti e sui trend di mercato».
«Innovare significa integrare nuove visioni con l’esperienza»
«Tesisquare® rappresenta una piazza collaborativa in cui si interconnettono persone, tecnologie e processi»