Leonardo e Greta, coppia ambientalista

L’impegno del divo DiCaprio per un mondo più “green”: l’amicizia con la giovane Thunberg, la sua fondazione e altre idee

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L’attenzione di Leo­nardo DiCa­prio per le tematiche ambientaliste parte da lontano. Era il 1998 quando, dopo il successone del film “Titanic”, fu invitato alla Casa Bianca. A un certo punto il vicepresidente americano Al Gore (in carica c’era Bill Clinton) disegnò su un foglio bianco il pianeta Terra, confidandogli come in cima alla lista delle crisi da risolvere quella fosse la questione più urgente e grave. Fu in quel momento che l’attore, quando aveva solo 24 anni, prese la decisione di dare vita alla sua fondazione dedita alla tutela dell’ambiente. Un impegno che negli anni non si è mai affievolito, anzi.

DiCaprio ha origini italiane (napoletane) da parte del padre e tedesche da parte della madre. Pare che il nome Leonardo gli sia stato dato perché nel momento in cui mamma Irmelin, incinta, stava ammirando agli Uffizi di Firenze un dipinto di Leonardo Da Vinci, il piccolo si fece sentire in pancia con un calcio. Era il segnale di un destino già scritto in campo artistico.

In effetti già a tre anni partecipò a un programma televisivo per bambini e molto presto sarebbe entrato nel mon­do del cinema.
Ma oggi, a 47 anni appena compiuti (esattamente lo scorso 11 novembre, per lui una mega-festa da autentico divo di Hollywood), più che mai sente la necessità di dedicare molta parte delle sue energie, soprattutto economiche, all’impegno contro il riscaldamento globale. Quat­tro anni fa con la fondazione ha infatti donato un milione di dollari per le vittime dell’uragano Harvey, in seguito altri cinque milioni per salvare la foresta amazzonica e dopo gli incendi in Australia altri tre milioni. Tanto per citare alcuni tra gli interventi più sostanziosi.

Non poteva quindi non essere presente alla Cop26, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si è svolta in Scozia tra grandi aspettative e altrettanto consistenti delusioni. A Glasgow è atterrato su un volo commerciale per non alimentare eventuali attacchi sul tema dell’inquinamento causato dai jet privati. E si è presentato all’evento sfoggiando sul suo abito blu una spilla multicolore, simbolo della battaglia ecologista. Poco dopo è stato fotografato assieme al principe Carlo (da sempre sostenitore della causa am­bientalista) e alla stilista Stella McCartney, figlia del celebre Paul. Del resto, Leonardo sul proprio profilo Instagram si descrive così: attore e am­bientalista. Amico di Greta Thunberg, si dice che abbia privatamente incontrato la ragazza svedese simbolo della lotta per un mondo “green” pure in occasione della Cop26. Recentemente ha in­vestito nel business della carne “coltivata” sostenendo due start-up del settore. Si tratta di una produzione che si basa su un numero ridotto di capi di bestiame liberi di pascolare in fattoria, nutrendosi di alimenti naturali. Un piccolo prelievo permette la selezione di 33mila cellule che possono produrre, in laboratorio, fino a 80mila hamburger con minore utilizzo del suolo e di risorse. Non mancano però le posizioni di contrasto.
Il rischio che la carne prodotta in laboratorio intervenendo sulle cellule pro­duca conseguenze sul pia­no tumorale non è ancora ac­certato, ma potrebbe esistere. In ogni caso, Leonardo ci crede.