Giovanni Ciravegna (chiamato Gianpiero, da sempre), “storico” medico della Medicina Interna dell’ospedale di Savigliano (prima del 2010 lavorò a lungo a Fossano), sarà in pensione dal 18 dicembre e il primario Giovanni Gulli scrive alla figlia.
“I miei Colleghi e io stiamo provando, ormai da mesi, un profondo dispiacere per il pensionamento di suo Papà, del quale ci sentiamo già orfani. Suo Papà ha praticato, da sempre, una medicina così antica e trascurata da dovere essere riscoperta, e venire chiamata – in inglese, per sembrare una novità – “patient-centered care”, ovvero una medicina che ha come obiettivo non solamente la formulazione di una diagnosi e la prescrizione di una terapia, ma anche – e soprattutto – il benessere della persona come essere umano con proprie preferenze, bisogni e valori”.
E ancora: “Per suo padre il malato è sempre stato, innanzitutto, una persona, e di ogni persona si è sempre preso cura delle necessità biologiche, psichiche, spirituali, culturali e sociali, nonostante tutto …”
Poi, il dr. Gulli chiude con un invito ironico, che, potremmo dire, non si può non accettare: “Anche a nome dei miei colleghi, prego lei e sua mamma di convincerlo a ritornare, con orari comodi (sveglia non prima delle 7), senza sabati, domeniche e festivi, e ferie a Cogne nelle date preferite”.
c.s.