Guarene scelto come “Borgo bello da vivere”

Nel corso dell’evento, svolto a Palazzo Re Rebaudengo ed inserito nel calendario di Alba Capitale della Cultura d’Impresa, relatori importanti hanno affrontato il tema delle piccole realtà diventate attrattive grazie al connubio tra impresa e cultura

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Quando capacità imprenditoriale e cultura si incontrano, si sviluppano potenzialità in grado di far crescere in maniera esponenziale un territorio. E’ anche grazie a questo connubio che piccole realtà del nostro Paese sono diventate, oltre che belle, anche attrattive, rappresentando un progetto di vita reale e stabile. Guarene è uno degli esempi migliori: per questo, insieme a Spello (Perugia) e Soveria Mannelli (Catanzaro) il piccolo Comune del Roero è stato scelto dal Gruppo Tecnico Cultura di Confindustria per ospitare la seconda tappa del progetto “Un borgo tutto da vivere”, realizzato in collaborazione con il Touring Club.

L’evento, inserito nel calendario di Alba Capitale della Cultura d’Impresa 2021 ed organizzato da Confindustria Cuneo in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, si è svolto venerdì 19 novembre nello splendido scenario di Palazzo Re Rebaudengo.

Impreziosito dalla presenza del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, del presidente del Touring Club Italiano Franco Iseppi e dall’intervento in video conferenza del vice presidente di Confindustria per Ambiente, Sostenibilità e Cultura Maria Cristina Piovesana, il convegno è stato aperto dalla padrona di casa, la presidente della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, che dopo aver tracciato un ritratto di Guarene, paese di 3500 abitanti immerso tra le colline del Roero e caratterizzato da uno splendido centro storico, con edifici e chiese antiche, ha spiegato: «E’ una grande emozione che il Gruppo Tecnico Cultura abbia scelto questo luogo come cornice per ragionare sulle potenzialità dei borghi italiani. A metà anni ’90, quando abbiamo deciso di investire su Guarene, eravamo certi che l’arte contemporanea avrebbe saputo apportare valore a questo paese e alla sua comunità: negli anni, mentre la nostra attività si intensificava, il territorio cresceva, seguendo un percorso virtuoso, teso a rinsaldare il legame tra natura e qualità della vita.

Guarene oggi è un borgo antico che ha una vita nuova e che sta guadagnando visibilità anche grazie all’arte contemporanea. Sono convinta che i risultati che abbiamo ottenuto possano costituire un modello». La presidente della Fondazione si è soffermata anche sul riconoscimento quale presidio culturale italiano che è stato assegnato nel corso dell’incontro da Angelo Argento, presidente di Culturaitaliae (piattaforma nata per valorizzare l’eccellenza, il merito e l’innovazione), assieme al sindaco di Gaiole in Chianti Michele Pescini, coordinatore della rete dei presidi culturali italiani, città e borghi. «È un riconoscimento importante per Guarene, che arriva dopo la bandiera arancione e la spiga verde e dimostra come la scommessa di investire in cultura si sia dimostrata vincente».

Orgoglio e soddisfazione anche nelle parole del sindaco di Guarene Simone Manzone: «Abbiamo deciso di investire in cultura fin da subito, ma non è stata una scelta facile, perché sapevamo che si trattava di una scommessa. Oggi possiamo dire di avere avuto ragione, portando beneficio a tutto il paese. E’ stato un percorso reso possibile grazie al grande lavoro di squadra che è stato fatto, con persone che hanno operato spesso dietro le quinte, ma che desidero ringraziare. Questo riconoscimento ci responsabilizza ancora di più nel mantenere il livello di cultura che abbiamo raggiunto». Il convegno è poi proseguito con due momenti di dibattito, moderati dalla giornalista de Il Sole 24 Ore Nicoletta Polla Mattiot, in cui si è parlato di nuovo mecenatismo e della cultura come fattore di attrazione e sviluppo.

Per Confindustria Cuneo hanno partecipato il presidente Mauro Gola e il direttore generale Giuliana Cirio: «E’ fondamentale che gli imprenditori capiscano quanto sia importante investire nella cultura, anche per portare benefici e ricadute sul territorio», ha sottolineato Gola. «Il borgo dà valore alle imprese e le imprese danno valore al borgo, in un percorso nel quale pubblico e privato sono riusciti a realizzare una perfetta sintesi, rappresentando due facce della stessa medaglia».

Per Giuliana Cirio «i borghi sono luoghi preziosi, che custodiscono bellezza, storia e cultura e che per questo vanno valorizzati anche attraverso gli investimenti del mondo imprenditoriale: Guarene negli anni è diventato un polo culturale di riferimento proprio grazie alle capacità e alla lungimiranza di imprenditori che hanno compreso l’importanza di fare investimenti nella cultura». Sono intervenuti anche il presidente di Ferrero Bartolomeo Salomone, che ha parlato di «sacralità del lavoro» e del «dono come momento di restituzione», la presidente di Amarelli Fabbrica della Liquirizia Giuseppina Amarelli, la presidente di Cantine Ceretto Roberta Ceretto, il direttore della Fondazione Cesare Pavese Pierluigi Vaccaneo, il direttore esecutivo di Ocean Race Paolo Verri e l’amministratore delegato di Sac Emiliano Cerasi.

Le conclusioni sono state affidate alle riflessioni del presidente del Gruppo Tecnico Cultura di Confindustria Antonio Alunni: «Con l’iniziativa “Un borgo bello da vivere” continuiamo a parlare di queste realtà italiane, piccole ma forti, per partecipare al dibattito nazionale sulla valorizzazione delle aree interne. Guarene è riuscita a trasformarsi da bellissimo borgo a vero polo culturale grazie ad un ingrediente: il connubio di cultura ed impresa. Grazie all’arte del “saper fare” e dell’intraprendere degli imprenditori-sognatori, l’intero territorio si è arricchito non solo economicamente, ma anche culturalmente e socialmente».

c.s.