«Con Öttl guida spettacolare e… spensierato divertimento!»

Il Team Go Eleven di Gianni Ramello ha deciso di puntare per il 2022 sulla linea giovane

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La stagione si è conclusa tra gioia e qualche sofferenza per il Team Go Eleven che scalda i motori per l’anno che verrà.

Signor Ramello, l’anno è stato entusiasmante e particolare… Quali i momenti che le sono rimasti nel cuore?
«Sicuramente il momento in cui Chaz ha annunciato il ritiro, è stata un’emozione particolare, che non avevo mai provato prima, così come l’ultima gara in Indonesia quando ha salutato il team con un burn-out lunghissimo proprio davanti a noi ed aveva gli occhi emozionati. Poi non posso dimenticare la gioia dei tre podi conquistati da Loris Baz in una unica gara, a Portimao! È un qualcosa di incredibile per un pilota sostituto che non aveva mai provato la nostra Ducati V4 RS prima!
Il problema Covid ha creato non poche complicazioni con la logistica, soprattutto perché da quest’anno sono tornate le gare Extra Europee, ma questo ci ha permesso di acquisire nuove capacità ed esperienze importanti per il futuro».

Un saluto speciale merita anche Chaz Davies… Che è stato festeggiato e che certamente ha mantenuto vivo un sogno…
«Purtroppo per lui è stato un anno difficile. Quando ormai ti sei convinto di terminare la carriera sicuramente hai degli stimoli ben diversi. Forse vuoi pensare solamente a concludere il Campionato, forse stai già pensando al tuo futuro… sinceramente non lo so. A complicare il tutto poi è arrivato anche l’infortunio rimediato a Barcellona a seguito dell’incidente con Mahias, ma Chaz ha voluto essere presente alle ultime due gare per terminare un’incredibile carriera correndo e non rimanendo sul divano. Sicuramente gli stimoli e la motivazione nella seconda parte di stagione sono diminuiti, ma non importa… Rimarrà nella nostra storia l’avere avuto uno dei più forti piloti della Superbike degli ultimi anni. Chaz Davies è una leggenda di questo sport, e, soprattutto è un vero gentleman!».

A raccogliere un’eredità si­gnificativa per il 2022 ci sarà il giovane Philipp Öttl. Come è nata questa sintonia?
«È una sorta di ritorno al passato, alla nostra filosofia. Öttl è un pilota giovane ma con molta esperienza, non dimentichiamo che viene da Moto3 e Moto2, e si è comportato mol­to bene nel mondiale Su­persport dove ha colto 11 podi in due anni. Mi piace la sua guida spettacolare e la sua grinta che gli ha permesso di raggiungere ottimi risultati con una moto oggi decisamente inferiore alla concorrenza. Volevo ritrovarmi di nuovo in una stagione con meno pressioni e più spensieratezza, lavorare bene e cercare di fare crescere il pilota e portarlo ad alti livelli. Abbiamo un Team giovane, a parte me… Sento che si potrà creare un bellissimo ambiente tutti insieme!».

Sul fronte della moto ci sono novità il prossimo anno?

«La Ducati non porterà significativi aggiornamenti, almeno per quello che ci è dato sapere al momento, quindi la moto sarà molto simile alla 2021. Ha un grande potenziale, non ancora emerso del tutto, e noi vogliamo provare a scoprirlo e portarlo in pista, spero di riuscire nell’intento, non sarà facile ma ci proveremo…».

Guardando anche un po’ alle mosse di mercato, quali i competitori più temibili?
«La Honda ha puntato su due ragazzi giovani dalla Moto Gp e dalla Moto2, non so, potrebbero essere delle sorprese, certamente bisogna vedere la competitività della moto che al momento stenta a uscire allo scoperto. Sicuramente la Bmw ha fatto due grossi colpi che sono Redding e Loris Baz: attualmente è un vero squadrone ma non dimentichiamo i mostri sacri, Razgatlioglu e Rea a cui va aggiunto il ritorno di Bautista in Ducati (questi sono i top da battere per tutti). Comunque abbiamo un bell’insieme di piloti, tutti molto competitivi e forti, dal nostro ex Rinaldi al giovane Bas­sa­ni… non sarà per niente facile stare davanti al primo anno di esperienza in SBK. I nostri competitor reali potranno es­sere le altre Ducati Private, entrambe con giovani piloti in sella!».

Facendo autocritica, pensa ci siano aspetti tecnici ed organizzativi da migliorare nel team Go Eleven?

«Non mi rimprovero niente, anche quest’anno abbiamo fatto 3 podi e come team privato nessuno li ha fatti. Siamo cresciuti molto e tra mille difficoltà il prossimo anno sa­ranno 15 anni che siamo nel Mondiale, credo sia un bel tra­guardo per un piccolo Team, facile per una casa ma ben difficile per un privato. Il 2021 forse è stato uno degli anni più difficili anche come metodologia di lavoro ma l’ingresso di Chaz ha fatto sì che molte cose si dovessero cambiare e ciò non dipendeva da noi ma da altri fattori. Since­ramente mi sono divertito meno che nel passato, ma ora voglio ritornare ad un modus operandi che mi ha sempre dato soddisfazioni anche quando non si raggiungevano risultati significativi. Il problema è che quando raggiungi certi livelli rimani deluso an­che di un sesto, settimo posto che solo un paio di anni fa erano un successo sorprendente per noi. Nessuno deve dimenticare che siamo parte di 22-23 piloti e di 10-12 team in tutto il mondo, questo deve essere il nostro orgoglio, l’orgoglio per il nostro Comune e la nostra Provincia».

Quali i sogni e i desideri che vorrebbe si realizzassero nel lungo periodo?

«Vivere una vita serena e senza malattie per i prossimi 20 anni e magari vincere an­co­ra qualche gara e stare davanti agli ufficiali… E trovare finalmente un main sponsor che ci dia tranquillità finanziaria: in 15 anni non l’abbiamo mai trovato!».

Chi merita un ringraziamento particolare?

«Parlando con il cuore dico mio figlio Elia, è cresciuto tanto, mi ha dato una grossa mano ed è veramente bravo nel suo lavoro di coordinator e di gestione dell’immagine. Ha dato nuovi stimoli e ha fatto fare passi da gigante al Team. Ragionando con la mente, devo dire tutto il Team al completo, dai ragazzi del box a quelli dell’hospitality, sono tutti bravissimi e hanno a cuore la squadra prima di tante altre cose. Mi sono sempre trovato bene con loro. Non dimentichiamo tutti gli sponsors che ci hanno sempre aiutato e spero continuino a farlo anche in futuro. Cercheremo di dare loro il massimo. Menzione a­f­fettiva d’onore la dedico al mio team manager Denis Sacchetti che da tantissimi an­ni è con noi ed è ormai parte della famiglia: è il vero uomo di fiducia che tutti vorrebbero avere. Infine se devo pensare a chi veramente mi ha sempre spalleggiato, spronato e sopportato, il pensiero va a mia moglie Luciana: i futuri podi se li merita più di ogni altro!».