Aldo Cazzullo: un albese alla conquista di Milano. Il 7 dicembre scorso, giorno di Sant’Ambrogio, patrono del capoluogo lombardo, il giornalista e scrittore è salito sul milanesissimo palco del Teatro Dal Verme per ricevere direttamente dal sindaco Giuseppe Sala la prestigiosa onorificenza assegnata ogni anno a personaggi che con il loro esempio, legato in varia misura alla città, si sono distinti in diversi campi.
Con la prima firma del Corriere della Sera c’erano altri nomi in vista: ad esempio, l’ex capitano milanista Franco Baresi, il giovane diplomatico Tommaso Claudi, lo chef Filippo La Mantia e la nuotatrice Arjola Trimi. Per citare alcuni dei 15 che hanno ricevuto altrettante medaglie d’oro.
Per Cazzullo è stata un’emozione davvero speciale: «Sono andato a Milano a vent’anni per frequentare la scuola di giornalismo e pur essendo profondamente albese, come rivendico in ogni occasione, ho conosciuto una città che non ti fa mai sentire forestiero, che accoglie».
E la consegna dell’Ambrogino d’Oro lo conferma pienamente: si diventa milanesi condividendone lo spirito propositivo e coinvolgente.
Prima di Cazzullo, pochi altri rappresentanti della Granda avevano ricevuto il premio nel giorno della festa più milanese dell’anno. Tra questi i due “braidesi” Gina Lagorio, scrittrice, critica letteraria e politica premiata con l’“Ambrogino” nel 2003 e Carlo Petrini, il gastronomo e sociologo fondatore di Slow Food vincitore del prestigioso riconoscimento nel 2009. E allargando la ricerca ad altri piemontesi troviamo il trinese (nato a Casale Monferrato) Roberto Bolle, étoile della Scala e genio della danza mondiale.
Cazzullo ha legato fin dall’inizio la sua brillante carriera giornalistica a Milano e al Corriere della Sera, dopo la parentesi torinese con La Stampa. E i suoi ultimi due libri dedicati all’approfondimento dell’amatissimo Dante sono entrambi pubblicati da un editore storicamente milanese. «Il premio lo dedico ai lettori, quelli del Corriere della Sera e del libro Mondadori, in generale a coloro che leggono, agli edicolanti e ai librai che hanno tenuto duro in tutti questi mesi molto difficili», dice Cazzullo che ha attraversato tutta la pandemia riuscendo comunque a portare nelle case degli italiani il messaggio dantesco e anche numerose tappe dello spettacolo “A riveder le stelle”, che continua a vederlo protagonista assieme al cantante e, nell’occasione, attore, Piero Pelù.
Il titolo dello show è lo stesso del primo volume dedicato al “Poeta”, uscito nel 2020 e che fino a oggi ha venduto circa 250mila copie, mentre “Il posto degli uomini”, pubblicato da Mondadori esattamente un anno dopo, è già arrivato a quota 120mila. Due successi straordinari costruiti attorno a un’operazione culturale che ha sfidato e sconfitto la diffidenza di molti, confermando l’enorme potenziale che si nasconde in mille dettagli della nostra storia. Da Alba a Milano, Cazzullo, con Dante, racconta esattamente l’Italia, ci dice chi siamo.