Il Comitato Cuneese Acqua Bene Comune s’interroga: “A quella data arriveranno a scadenza le attuali concessioni e l’Aato4 dovrà assegnare la gestione del servizio idrico”
Giovedì 12 giugno – 9.15
Riceviamo e pubblichiamo: “Se le cose non cambiano alla fine del 2017 la privatizzazione dell’acqua potrà avverarsi per due terzi del territorio provinciale diventando una realtà destinata a durare per lungo tempo.
A complicare una situazione già complessa di per sé, concorre la paralisi della Conferenza dell’Autorità d’Ambito Ottimale di Aato4, l’organo decisore, in cui siedono gli amministratori rappresentanti della Provincia e delle varie aree omogenee.
Con il venir meno delle comunità montane, che prima inviavano alle assemblee i propri presidenti, queste zone non sono più rappresentate da alcuni mesi. È stato posta un interrogazione alla Regione Piemonte per avere indicazioni su come agire, ma si rimane in attesa di risposta. Ora, con l’elezione della presidente della Provincia Gianna Gancia in Regione, e la conseguente decadenza per incompatibilità, la conferenza non è in condizione di riunirsi perché nell’impossibilità di raggiungere il numero legale.
Intanto il 2017 si avvicina. A quella data arriveranno a scadenza le attuali concessioni e l’Aato4 dovrà assegnare la gestione del servizio idrico.
L’affidamento in house, cioè direttamente, può avvenire esclusivamente a società pubbliche. Nella nostra provincia sono presenti società per azioni di proprietà interamente pubblica come l’Acda (Cuneo e altri 68 comuni), Calso, Infernotto Acqua, AIGO e le 2 Comuni Riuniti che sembrano intenzionate a presentare questa richiesta, attraverso il Co.Ge.Si, il consorzio tra esse costituito. In Italia è prassi comune effettuare l’affidamento in house a spa pubbliche, non così nel resto d’Europa.
Questa strada eviterebbe, almeno per il momento l’ingresso dei privati, ma esporrebbe l’affidamento a eventuali ricorsi di altre società anche straniere, alla Corte di giustizia Europea.
Il Comitato Cuneese Acqua Bene Comune ribadisce la propria convinzione che l’azienda speciale sia l’unica scelta che garantisce di mettersi al riparo da eventuali ricorsi, dalle scelte di privatizzazione da parte anche di future amministrazioni e che consente una reale partecipazione dei cittadini e dei lavoratori alle decisioni.
In una buona fetta del territorio della provincia – albese, braidese, fossanese, saluzzese, saviglianese, mentre per il monregalese la concessione scade nel 2021 – non essendo attualmente presente neppure una spa pubblica all’Aato4 non resterà che indire una gara d’appalto internazionale che, in barba ai risultati del referendum assegnerà la gestione ad una società privata o mista per un periodo che di solito varia tra i 25-30 anni.
Sarebbe così vanificata la volontà dei cittadini, gli sforzi del comitato ed il successo della campagna “Annulla la Delibera” culminati con l’assemblea dei Sindaci del novembre 2013 che aveva portato all’annullamento della delibera n.15 del 2010 e della conseguente gara d’appalto per tutto il territorio provinciale.
Le amministrazioni interessate, in gran parte appena insediatesi, sono davanti a un bivio: lasciare le cose come stanno e quindi rendersi responsabili di una scelta che calpesta la volontà dei cittadini e la democrazia, oppure costituire società pubbliche che possano chiedere all’Aato4 l’affidamento in house.
Non c’è scampo per sindaci e amministratori. Le loro azioni dimostreranno in modo inequivocabile se sono a favore di una gestione dell’acqua come bene comune oppure se preferiscono che venga considerata una merce che produce profitti.
Comitato Cuneese Acqua Bene Comune”.