Con il progetto “Pari e Dispari”, la Granda più forte contro la povertà educativa minorile

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11 cooperative sociali, 19 istituti comprensivi, 4 consorzi socio assistenziali, 4 compagnie teatrali, 4 enti di formazione e 9 organizzazioni del territorio, 3.600 alunni, 650 genitori e oltre 300 fra insegnanti e operatori.

Questi solo soltanto alcuni dei numeri che hanno dato vita al progetto “Pari e Dispari” – interventi e metodi per una comunità inclusiva”, selezionato da “Impresa Sociale Con i Bambini” nell’ambito del Fondo nazionale per il contrasto della povertà educativa minorile e realizzato dalla Cooperativa Sociale Emmanuele, in collaborazione con 51 partner.

L’iniziativa, che è stata avviata a gennaio 2019, si è appena conclusa, riuscendo non solo a centrare l’obiettivo di promuovere interventi di contrasto alle disparità attuali che coinvolgono i bambini dal punto di vista economico, culturale, relazione e sociale, ma anche dando vita ad un’inedita sinergia tra la comunità educante, le famiglie e il territorio.

“Nella nostra provincia ancora troppi ragazzi non concludono le scuole superiori con un diploma e ancora troppo pochi si iscrivono all’università. In un contesto sociale ed economico dinamico come quello cuneese questo è un limite” sostiene Alessandro Durando presidente di Confcooperative Cuneo.

“Per agire con successo su queste criticità, – continua Durando – è necessario investire con determinazione sulle nuove generazioni in una ottica preventiva a partire dalla prima infanzia e nella scuola primaria: qui vi sono le condizioni per prevenire i rischi di uscita successiva. Intervenire dopo è un fronteggiamento che va incontro a molti insuccessi. In questa prospettiva il progetto “Pari e dispari” ci suggerisce importanti piste di azione da assumere a partire dall’approccio sistemico in cui scuola, famiglia, enti locali, terzo settore definiscono una alleanza convergente. In una società che invecchia non possiamo permetterci di perdere per strada nessuno, ne va del futuro della nostra comunità provinciale, per formare cittadini più responsabili e lavoratori più preparati”.

Il progetto, di durata triennale, ha visto coinvolti, con un ottimo riscontro, gli istituti comprensivi di Cuneo Oltrestura, Cuneo via Sobrero, Borgo San Dalmazzo, Busca, Dronero, Alba Mussotto, Alba San Cassiano, Diano d’Alba, Cherasco, Sommariva Bosco, Fossano A e B, Saluzzo, Savigliano, Verzuolo, Carrù, Mondovì 1, San Michele Mondovì e Villanova Mondovì.

“Pari e dispari” si è sviluppato su quattro macro livelli di azione finalizzati a rafforzare le competenze non cognitive, accompagnare transizioni e cambiamenti, offrire opportunità ai minori fragili, ma anche supportare gli adulti e costruire una vera e propria comunità educante per il benessere dei bambini, in contrasto alla povertà educativa.
Per fare questo la figura dell’educatore funge da collante, accompagnando e coinvolgendo tutti i soggetti del territorio e del mondo della scuola.

“Il primo obiettivo che ci siamo prefissati” – spiega Enrico Santero referente del progetto della Cooperativa Emmanuele – “è stato l’empowerment dei bambini: abbiamo operato affinché ogni bambino riuscisse ad esprimere al meglio le proprie capacità, confrontandosi in maniera positiva con gli altri. Per fare questo sono stati realizzati laboratori socio-affettivi, progettati e realizzati nell’ambito di “Bambini forti” da operatori sociali e operatori teatrali, a cui sono seguiti i percorsi di story-telling e media education”.

Il progetto ha poi dato la possibilità di scoprire e mettere in pratica il talento di ogni bambino, con esperienza dirette, praticando attività in prima persona grazie ad “I Care” (bonus e tutoraggio educativo per la partica di sport e attività artistiche o espressive). In questo senso hanno giocato un ruolo chiave le aperture estive delle scuole realizzate nell’ambito di “Una Scuola Condivisa”: tali aperture erano previste ad inizio progetto in 5 scuole, ma le sperimentazioni sono poi state estese a 8 Istituti Comprensivi, anche in risposta ai bisogni di “risocializzazione” emersi dopo il primo lockdown.

Sul versante esperienziale, sono stati realizzati anche i laboratori di orientamento e avvicinamento ai mestieri realizzati nell’ambito dell’azione “Tienimi per mano”.
A coronamento del progetto è stato pensato “Fuori Classe”: l’attivazione di piccoli gruppi di studio gestiti da educatori e docenti precedentemente formati ai paradigmi della didattica inclusiva e del supporto a bambini con Bisogni Educativi Speciali, che si è rivelata una pratica interessante e capace di generare un supporto continuativo.

“Pari e dispari” non si è fermato neanche con l’esplosione della pandemia, infatti, nel corso del lockdown del 2020 le attività si sono “adattate” al periodo emergenziale fornendo una preziosa azione di supporto nella didattica a distanza che ha permesso di aiutare non soltanto i bambini (contrastando il rischio di allontanamento dal mondo scuola e l’isolamento) ma anche le famiglie di riferimento (prevenendo i possibili danni generati da barriere tecnologiche, linguistiche e sociali).

“È stato un lavoro di squadra” – prosegue Santero – “Dalle impressioni raccolte il riscontro è stato molto positivo. L’azione degli educatori, soprattutto nel periodo pandemico e della DAD, è stata di grande supporto anche alle famiglie e questo penso sia un bell’esempio di cooperazione tra Terzo Settore, Scuole, Enti Pubblici e Associazionismo che speriamo possa fare da volano per nuove iniziative”.

c.s.