Al momento, il conflitto in Ucraina non ha determinato un terremoto sui mercati finanziari mondiali, sebbene le “cadute” che si sono registrate in Europa siano state sicuramente significative. Tuttavia, alla luce del fatto che è difficile immaginare una rapida risoluzione della crisi e, quindi, una cancellazione delle sanzioni imposte alla Russia, è bene mantenere altissima l’attenzione anche sugli sviluppi in campo economico. In particolare, tra le ripercussioni più probabili c’è sicuramente l’incremento del prezzo di tutte le materie prime, non solo quelle energetiche, con effetti sull’inflazione. In questo senso, sarà utile capire la posizione dei Paesi arabi di fronte alla richiesta di aumentare la loro produzione di petrolio e gas. La speranza del mondo occidentale è che il presidente russo Putin, conscio degli enormi costi che sta imponendo alla sua nazione, faccia un passo indietro e fermi l’avanzata in Ucraina, concedendo un certo margine d’autonomia al Governo ucraino, in cambio magari della sua neutralità e della smilitarizzazione del Paese. In ogni caso, la pacificazione richiederà tempo, ma i mercati finanziari potrebbero immediatamente anticipare un futuro più sereno. Di queste tematiche abbiamo parlato con uno dei maggiori esperti cuneesi di materie finanziarie, il banchiere cerverese Beppe Ghisolfi, il quale, peraltro, conosce bene le dinamiche russe avendo compiuto studi universitari anche a Mosca e San Pietroburgo.
Ghisolfi, proviamo a comprendere gli scenari che si stanno delineando sul fronte economico alla luce della guerra scatenata dalla Russia. Che conseguenze determineranno le restrizioni ai conti bancari russi?
«Intanto, chiariamoci le idee sullo Swift. È una piattaforma belga in grado di connettere le banche di tutto il mondo per i trasferimenti di denaro. Le faccio un esempio: se da Alba desidero effettuare un bonifico a un amico che vive a Mosca, mi rivolgo alla mia banca, tramite lo sportello o utilizzando i servizi digitali, e comunico l’Iban del mio amico e il nome della banca dove lui ha attivo il conto. Tramite lo Swift, la mia banca “contatterà” l’istituto di credito del mio amico e con l’abbinata “Swift-Iban” potrà eseguire l’operazione. Il blocco dello Swift causa conseguenze devastanti, perché di fatto rende impossibili le transazioni finanziarie in entrambe le direzioni. Questa misura, per ora, è stata applicata a sette banche russe, escludendo la principale, tramite la quale paghiamo il gas che proviene dalla Russia. Occorre tuttavia tenere presente il fatto che lo Swift, pur essendo il sistema più diffuso e quello più efficiente, non è l’unico. Ne esistono anche uno russo e uno cinese».
Quali sviluppi attendersi?
«Il blocco dei conti danneggia enormemente l’economia russa ed esaspera gli oligarchi, i quali potrebbero rivoltarsi contro Putin…».
Ancora una volta l’economia sta giocando un ruolo chiave per le sorti del mondo…
«Ho sempre pensato che alla base di tutti i conflitti ci siano questioni economiche. Ecco perché continuo a rimarcare l’importanza dell’educazione finanziaria. Se non conosci i termini della finanza, non comprendi quello che accade nel mondo».
Non crede che i singoli governi dovrebbero essere più attenti alla materia economica e, soprattutto, avviare vere e proprie campagne di educazione finanziaria?
«Su questo tema, in Italia, siamo ancora molto indietro rispetto ad altre nazioni, dove si presenta una situazione completamente differente. Negli Usa, ad esempio, educazione finanziaria è una materia obbligatoria in 25 Stati su 50. In Europa, la si studia in Germania, Portogallo, Danimarca, Svezia, Finlandia, Francia e Regno Unito. Non parliamo poi del Giappone, dove è stato varato un piano nazionale che coinvolge anche gli adulti».
A proposito di educazione finanziaria, quali consigli finanziari si sente di dare, in questo momento, alle famiglie italiane?
«Per chi ha effettuato investimenti in Borsa il consiglio è di non lasciarsi prendere dal panico. Non è il momento di svendere, ma caso mai di comprare. Comunque la prima regola in assoluto è tenersi informati e, in caso si voglia investire, farsi consigliare da persone competenti».
Di recente, ha parlato di questi temi nel corso di un’audizione proposta al Senato. Che esperienza è stata?
«Sono stato ascoltato in Senato insieme a Magda Bianco di Banca d’Italia. Si è trattato di un’audizione relativa a un progetto di legge che inserisce l’educazione finanziaria nell’ambito dell’educazione civica. Secondo me, e l’ho detto, non si tratta della migliore soluzione, ma è comunque meglio di niente».
È anche stato nuovamente ospite di Massimo Giletti a “Non è l’Arena”. La tv tratta in maniera adeguata le questioni finanziarie? Quali sono le sue proposte?
«Nelle trasmissioni televisive devi rispondere alle domande in tempi strettissimi e spesso bisogna confrontarsi con un numero eccessivo di ospiti. Ovviamente ognuno dice la propria. Io cerco di diffondere pochi concetti nel modo più chiaro possibile. Per una efficace educazione finanziaria sarebbe opportuna una trasmissione specifica che tratti un argomento alla volta. Prima o poi ci arriveremo».
Concludiamo con il suo nuovo libro: “Abbecedario”. I tre termini finanziari da conoscere fin da bambini?
«Tre non bastano. Nemmeno quando si è bambini. Credo che il primo termine da imparare sia “risparmio”. “Abbecedario” è pensato per i ragazzi e per chi non sa nulla di economia. È il primo testo da cui cominciare».