Pane in ospedale tutti a scuola da Fulvio Marino

Pazienti e degenti nel progetto, a chilometri zero, avviato dal “Michele e Pietro Ferrero”

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Il pane “fatto in Ospedale”. Una bella idea messa in pratica da Fulvio Marino, volto televisivo albese del programma “È sempre mezzogiorno?”, volontario e fornaio d’eccezione che ha insegnato come panificare a dipendenti, pazienti e degenti del “Mi­chele e Pietro Ferrero” di Ver­duno.
Tutto prende origine con il primo lockdown del 2020, quando la panificazione è diventata una pratica di famiglia e di condivisione facendo tornare in voga una consuetudine casalinga un tempo comune. Il pane “fatto in casa” è divenuto, negli ultimi due anni, simbolo di cura e di attenzione.
Allo stesso modo, il pane “fatto in ospedale” è una delle coccole che i cuochi hanno pensato di donare ogni giorno a pazienti e dipendenti del nuovo Ospedale Ferrero. Un lavoro non da poco, all’interno della ridefinizione degli interi menu, con prodotti e preparazioni nuove più salutari, a chilometri zero e stagionali, in una struttura che prepara e distribuisce oltre 1000 pasti giornalieri.

È la conseguenza del percorso di ridefinizione e innovazione del processo pasto, avviato grazie al progetto Abcibi – Cibo e Salute in Ospedale, promosso dalla Fondazione Ospedale Alba-Bra Onlus con l’Asl Cn2, grazie al contributo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in collaborazione con la Regione Piemonte. Così, il 14 marzo scorso, nelle cucine del Ferrero è stato avviato un corso di panificazione condotto da Fulvio Marino, che ha messo a disposizione tempo e competenze per insegnare ai cuochi l’arte della panificazione e per portare sul vassoio di pazienti e dipendenti un cibo fondamentale: il pane.

Manualità, lievito madre e le farine del Mulino Marino di Cossano Belbo sono alla base della ricetta del pane che da una decina di giorni a questa parte si può gustare nei menù della mensa, e in un prossimo futuro, anche dei reparti.

Il pane è uno dei primi prodotti identificati come fondamenti del progetto in corso. Con olio extravergine, legumi, frutta e verdura, si tratta di veicoli di valori alla base della corretta alimentazione che stanno modificando gli acquisti e le preparazioni in ospedale.

«Sono molto felice di aver iniziato una collaborazione con l’ospedale e ringrazio la Fondazione per avermi coinvolto», ha dichiarato entusiasta Fulvio Marino. «Collaborare per poter insegnare a fare il pane, che è un po’ il prodotto principe della tavola, è quella cosa che ci fa sentire a casa. L’abbiamo visto in lockdown, quando ci siamo sentiti chiusi e abbiamo avuto delle incertezze, ci siamo un po’ attaccati al mondo del pane. Secondo me anche in ospedale, in cui si vivono situazioni non sempre felici, il fatto di trovare un pane buono e fatto bene, soprattutto sano, con prodotti del territorio, è qualcosa di molto importante. Fonda­mentale è la ricetta che ho studiato per l’ospedale, utilizzando delle farine integrali e semi integrali, con una lievitazione molto lunga e soprattutto una maturazione in frigorifero molto lunga per riuscire a rendere il pane ancora più digeribile, più gustoso e più profumato». Una preparazione mai banale, dove ogni scelta ha un chiaro significato. Marino spiega ancora: «In aggiunta, la scelta del lievito madre dà una salubrità maggiore e rende il pane, oltre che più buono, più conservabile quindi con meno sprechi. È molto importante nel momento in cui si parla di alimentazione, che il pane diventi un prodotto non demonizzato, ma assuma il ruolo di alimento che può fare bene e che deve far bene se fatto con giusti ingredienti, lavorati nella giusta maniera e con la giusta ricetta». Un mix perfetto per un risultato che ha risvolti decisamente importanti, soprattutto in questo caso.

Una questione, in definitiva, di territorialità, genuinità e tradizione per portare alla realizzazione, nel nuovo Ospedale Michele e Pietro Ferrero a Verduno, di una ristorazione di eccellenza, sostenibile e legata all’economia locale, fruibile dai pazienti, dai dipendenti e da altri utenti. Tutto questo assieme alle iniziative per promuovere la cultura alimentare come strumento di educazione e prevenzione. Il risultato? Una ristorazione ospedaliera riflesso dell’eccellenza gastronomica del nostro territorio. Con la consapevolezza di tanti effetti benefici.