A proposito di delusioni mondiali. E a proposito di giovani talenti del calcio che l’Italia tiene sempre in un angolo per un ingiustificabile eccesso di prudenza: il paradosso sta anche nell’abbondanza di risorse. Perché di ragazzi pronti a giocare anche ad alto livello ce ne sono tanti, ma se il sistema non riesce a metterli in condizione di esprimersi, la falla è evidente. Troppe tensioni, troppe responsabilità e soprattutto, troppo poca fiducia. E poca organizzazione.
Eppure, per fortuna, ci sono sempre le eccezioni. Quelle che danno sempre nuove prospettive al calcio di casa nostra. Prendiamo ad esempio Fabio Miretti, saluzzese passato anche dal Cuneo. Si sta ritagliando uno spazio significativo in azzurro e nella Juventus. Non soltanto nel settore giovanile, ma ormai anche in prima squadra. Massimiliano Allegri lo ha fatto debuttare in Champions League (con il Malmoe) e poi anche in campionato, in questo caso nell’ultimo turno, nella gara dei bianconeri contro la Salernitana, entrando nel finale al posto di Juan Cuadrado.
Classe 2003, Miretti è nato a Pinerolo ma dall’età di 8 anni ha giocato a Cuneo. Fin dall’inizio ha messo in luce le sue qualità tecniche e soprattutto una visione di gioco che gli ha fatto meritare la nomea di “nuovo Marchisio”. Le condizioni per ripercorrere il cammino del centrocampista di Andezeno ci sono tutte. L’importante sarà procedere per gradi, un passo alla volta. Ma in questo senso la prudenza di Allegri non può che essere una garanzia.
Anche sul fronte granata c’è un talento in via di affermazione che arriva dalla Granda. È portiere, ha già esperienza di prima squadra. Si chiama Luca Gemello, nato a Savigliano, è terzo portiere granata. Quando è stato chiamato in causa da Juric, al debutto contro la Fiorentina, ha fatto un figurone. Pur di restare al Toro, che è la sua squadra del cuore, in estate ha rinunciato a una chance da titolare in serie B. Qualche settimana fa è tornato nella Granda: a Fossano ha incontrato i ragazzi dell’Istituto di Istruzione superiore “Vallauri” per discutere, in assemblea, del significato di “sfida”. Lui sa decisamente come affrontarla.
Esperta in materia anche Marta Mascarello, la ragazza di Bra che gioca in serie A nella Fiorentina e che la scorsa settimana ha segnato uno dei 6 gol nella larga vittoria delle viola contro il Verona: una prodezza da 30 metri. Marta è centrocampista e la curiosità è che ha cominciato nello sport con la pallapugno, nella squadra di Monticello d’Alba, e tra l’altro con la rappresentativa nazionale di questa disciplina ha conquistato un bronzo al Mondiale di “sport sferistici” del 2012. Ora però si è decisamente specializzata nel calcio, infatti la maglia azzurra l’ha vestita anche qui, dopo i classici passaggi nelle Under. Quattro presenze all’attivo e grandi prospettive davanti. Dalla Granda al calcio che conta, internazionale.
Tre storie di successo dalla Granda alla A
Il granata Gemello, la viola Mascarello e il bianconero Miretti: chi sono i nuovi talenti nel calcio che conta