«Ancora ritardi ma ci sono le basi per accelerare»

Riberi: «Intesa sul ponte, ora servono più treni e meno cantieri in autostrada nei weekend»

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Questione di centimetri? I lavori al Tenda procedono, ma il ritmo è sempre ridotto e il collegamento con la Francia, la strada verso il mare che da sempre garantisce scambi culturali e commerciali, rimame interrotto. Dopo il sindaco di Tenda, Jean-Pierre Vassallo, abbiamo contattato Massimo Riberi, primo cittadino di Limone Piemonte per un ulteriore aggiornamento.

Sindaco, che cosa è emerso dalla riunione della Con­ferenza Intergovernativa di venerdì scorso sul Tenda?
«Non ci sono ancora informazioni ufficiali, ma certamente è emersa la comune volontà di aderire al progetto di un ponte a campata unica, di settanta metri, con sopra un arco rovesciato, diretto dalla galleria alla parte francese. La novità è che non ci sarebbe più questa rotonda che era stata ipotizzata in un primo momento. Però i tecnici della Conferenza si sono presi altro tempo per ulteriori indagini geologiche sul terreno».

Una decisione inaspettata?
«Lascia perplessi, perché credo che dopo un anno e mezzo certe verifiche dovrebbero essere già sul tavolo, se esiste un progetto della galleria immagino che debba esserci anche uno studio di fattibilità. Insomma, dopo questi anni… Però io non sono tecnico, speriamo che adesso ci sia una conferenza a breve per valutare anche questa relazione. Ne hanno già fatte tante, ma aspetteremo i risultati. L’importante è che ci sia stata un’intesa per non fare la rotonda ma un ponte a campata uscendo dalla galleria. Ora chi ha avuto l’incarico di progettare l’opera, il consorzio delle imprese, farà ciò che è stato chiesto. Anche se pare una cosa strana».

Qual è il prossimo appuntamento in calendario?
«Con il prefetto di Cuneo, Fabrizia Triolo, ogni quarantacinque giorni facciamo un incontro con i sindaci della Valle: Vernante, Robilante, Entracque, Roccavione, Bor­go e Provincia di Cuneo assieme ad Anas. Alle ultime riunioni è stato presente anche il commissario Nicola Prisco: alla prossima che è prevista a metà mese, chiederemo spiegazioni. Noi pensavamo che ogni dettaglio del progetto fosse già confermato».

Ritiene a rischio il termine dei lavori fissato per ottobre 2023?

«Abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che la scadenza per l’apertura della prima canna, quella nuova, sarà rispettata. Anzi, i tecnici ripetono che cercheranno di finire in anticipo».

Sulle tempistiche dell’avanzamento lavori abbiamo ascoltato diverse teorie, lei che cosa ne pensa?
«Le teorie alla fine si confrontano con i fatti. Io sono stato il primo a sollevare il dubbio che non si andasse avanti. Se si suddividono i metri realizzati per i giorni lavorati, il risultato è di un metro e mezzo al giorno. Questa è matematica. Poi, non più tardi di una settimana fa, il commissario Prisco ci ha spiegato perché a un certo punto i camion avessero smesso di circolare… Hanno trovato una zona di roccia friabile e prima di avanzare hanno consolidato tutta l’area. Poi abbiamo visto i camion ripartire. Speriamo che possano recuperare il tempo perduto, come dicono, avanzando di quattro metri al giorno. Ma ricordo che nelle riunioni iniziali si parlava di otto metri al giorno».

E perché questo non è accaduto?
«Perché dal lato francese ci sono stati rallentamenti dovuti all’attesa di un nulla osta per l’asportazione delle anidriti che non è arrivato. A quanto pare, a metà aprile dovrebbe arrivare anche questa autorizzazione. Certo – lo dico sinceramente – suona strano che dopo tanto tempo non ci siano ancora queste autorizzazioni».

Nel frattempo, quel è stata per voi l’alternativa più efficace: i collegamenti via treno?
«Sì, la salvezza è rappresentata solo dalla linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia-Nizza. Quest’inverno la Regione Piemonte ci ha dato una mano istituendo i “treni della neve”, sei coppie al mattino e altrettante al pomeriggio, tra Tenda e Limone. Però all’ultima riunione con l’assessore Gabusi e il suo omologo ligure Berrino, con il vicepresidente della Regione Paca, Jean-Pierre Serrus, con i prefetti, si è parlato di potenziare la linea. Una volta c’erano otto coppie di treni al giorno, ora con le limitazioni a 40 chilometri orari non è più possibile. Ma Rfi e Trenitalia ci hanno detto che potranno aumentare il servizio fino a quattro coppie di treni».

Quanto ha inciso la chiusura del tunnel sull’economia di Limone?
«Tanto, ma non solo per noi: tutta la valle, la provincia e la regione sono penalizzate. Dico sempre che questo è un tunnel che collega tre stati: Italia, Francia e Principato di Monaco. Abbiamo notato che tutti quei turisti che arrivavano in precedenza nei week­end, ora rinunciano a spostarsi. Del resto, passando dal Nava o da Savona, ci vogliono almeno tre ore per raggiungere Mentone da qui, con l’incognita del traffico, tra cantieri e mezzi pesanti in circolazione. Del resto, i lavori vanno fatti, però magari nei weekend si potrebbero liberare almeno questi tratti. So che le autostrade hanno intenzione di farlo nei prossimi fine settimana e per le festività di Pasqua: speriamo. Sarebbe un contributo importante. Oltre al Covid e all’alluvione, il problema del Tenda ha inciso pesantemente sull’economia delle nostre valli».