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«Quanti amori sono nati al Diamant di Bra…»

Carlo Rattalino ripercorre la storia del celebre locale da ballo che ancora oggi viene rimpianto

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Il 23 dicembre 1961, in via Isonzo, a Bra, venne inaugurata la sala da ballo – al coperto – chiamata Dia­mant. In poco tempo divenne punto di riferimento per tantissimi braidesi, ma non solo. Prima, nella città della Zizzola, esistevano i “dancing” all’aperto Comino (di viale Ma­donna dei Fiori) e Conca d’Oro, proprio in via Isonzo. Giacomo Garello (conosciuto come “Co­mino”) e Angelo Cra­vero, proprietari dei due locali “scoperti”, decisero di unirsi e fondarono il Diamant. Ne parliamo con Carlo Rat­talino, profondo conoscitore di questa realtà, avendo anche collaborato a curare l’impostazione e la grafica del libro voluto da Lucetta Cravero – fi­glia del fondatore, spentasi nel febbraio 2022, a 74 anni.

Prima del Diamant, a Bra, dove si andava a ballare?
«Al Settebello, in via Trento e Trieste, il dopolavoro dei ferrovieri e alla Sala Rosa, molto ambita dalla “Bra bene”, locale che si trovava nella parte superiore del Teatro Po­li­tea­ma. Poi c’erano i dancing Comino e Conca d’Oro».

In seguito arrivò il Diamant. Quali ricordi le evoca?
«Riaffiorano tantissimi ricordi. Si andava a cercare la dol­ce metà… Ricordo ancora le prime serate nel locale: scendendo le scale che portavano alla sala da ballo, risuonava “Applausi” dei Cama­leonti».

Appassionato di musica?
«A casa mia c’era sempre mu­sica, mia mamma la ama­va davvero molto».

Così è diventato un assiduo frequentatore del Diamant…
«All’inizio andavo al “matinée” che finiva alle 19. In­torno ai 16 anni, iniziai a frequentare anche il serale. An­davo a mangiare da amici nei pressi di via Isonzo, così ero comodo per andare al Diamant. Rimase aperto fino a metà degli anni Set­tanta, quando ci fu l’avvento della “di­sco music”. L’Altro Mondo di Al­ba e Le Cu­pole di Caval­ler­maggiore erano forti competitor. Ma il Diamant era un’innovazione, per le luci, lo stile, l’arredamento, la capacità di attirare le persone e farle divertire, ballare. Per me, senza dubbio una delle più belle sale piemontesi. Nel 1975 il Diamant chiuse e restò fer­mo per due anni; fu acquistato dai signori Mo­riondo e Bertero i quali, nel novembre 1980, lo riaprirono come E­qui­librio. Divenne poi Ma­king Mo­vies, prima di chiudere per sempre. Ora, in quel luogo, sorge un palazzo».

A rendere unico il Diamant sono anche stati i tanti artisti che lo hanno visitato.
«Mi ricordo Patty Pravo, Mas­simo Ranieri, Gianni Mo­randi, Mia Martini, Mino Rei­tano, i Pooh, i Ricchi e Po­veri, Al Bano. Una mia zia vide Mina, i miei genitori, invece, I Giganti, Lucia­na Turina, Betty Curtis…».

Sono tanti i braidesi affezionati a quel locale.

«Sì, perché in quella sala, a ritmo di musica, sono nate bellissime storie d’amore. Al Diamant c’era la “bella impossibile” da conquistare, il “playboy” ammirato da tante…».

Queste emozioni sono state racchiuse in un libro.
«Io, Fabio Bailo e Lucetta Cra­vero, il 13 aprile del 2011, presentammo “Punta di Dia­mant, 1961-2011, 50 an­ni di cronache, storie, foto del mitico locale di Bra”. Pagine di ricordi incredibili».

Oggi, sotto la Zizzola, manca un locale di questo tipo?

«Dopo il periodo al Diamant, feci pure il dj a Le Cupole e poi a Le Macabre in piazza Roma, a Bra. Anche Le Macabre è stato un pezzo di storia importante. A Bra, in effetti, manca un qualcosa di simile: certo, sono cambiate le esigenze, ma sento che i giovani lo vorrebbero. Manca un luogo di aggregazione che sappia coinvolgere con la musica, come faceva il Diamant».

BaNNER
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