«Banche del territorio: un ruolo chiave con le aziende»

Abbiamo chiesto a Stefano Barrese di Intesa Sanpaolo un’analisi della situazione attuale

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Al recente incontro sul tema “Le priorità di sviluppo per le imprese”, organizzato da Confindustria Piemonte e Intesa Sanpaolo, il responsabile della Div­i­sione Banca dei Territori di In­tesa Sanpaolo, Stefano Bar­rese, ha approfondito il problema dell’emergenza energetica. E per IDEA ha ampliato la sua analisi.

Dottor Barrese, lei ha sottolineato l’importanza di favorire la transizione spiegando come sia possibile investire per nuove fonti. Sul territorio ci sono già segnali significativi?
«Siamo nel pieno di un’ampia trasformazione produttiva e dei consumi nel segno della sostenibilità. Un’esigenza che nasce dalla necessità di tutelare il pianeta e le risorse non rinnovabili per garantire un futuro alle nuove generazioni. Siamo pronti a sostenere a tutto campo gli investimenti delle aziende in questo senso, mettendo inoltre a disposizione consulenza specifica per la valutazione dei progetti e per effettuare un’autovalutazione del proprio grado di sostenibilità. Non solo, ci impegniamo ad applicare uno sconto di tasso via via che l’azienda raggiunge gli obiettivi di miglioramento che si è data. In questo quadro è im­portante anche l’accordo con Sace che prevede una specifica garanzia sul Climate Change: consente di portare il finanziamento fino a 20 anni, di cui 3 di pre-ammortamento, per favorire gli investimenti trasformativi e ridurre il peso finanziario sulle imprese».

Dal punto di vista delle aziende e dei consumatori, quali soluzioni possono contenere l’aumento esponenziale dei costi?
«Intesa Sanpaolo ha già avviato diverse iniziative legate al Pnrr, con la finalità di anticipare le risorse per le Pmi, a beneficio di tutto il sistema, consumatori compresi. Il nostro Ceo – come ha riferito anche il vostro giornale – ha dichiarato l’impegno di mettere a disposizione del Paese finanziamenti per oltre 400 miliardi nell’arco del piano di ripresa e resilienza a favore delle famiglie e delle imprese. Per far fronte all’emergenza attuale, abbiamo attivato finanziamenti specifici per aiutare le aziende energivore nel pagamento delle bollette e per quelle coinvolte nell’interscambio con Ucraina e Russia. Inoltre, forniamo un servizio di consulenza per la copertura dai rischi di variazione del prezzo dell’energia e del gas. Nell’area dei crediti fiscali edilizi, abbiamo dato continuità anche quando la ricettività del mercato aveva subito una battuta di arresto nella seconda metà del 2021. Ad oggi abbiamo accettato 20 miliardi di lavori, acquisendo oltre 4 miliardi di euro di crediti fiscali, di cui circa la metà relativi alle imprese che hanno praticato il cosiddetto “sconto in fattura”».

Per le aziende piemontesi e cuneesi in particolare, c’è la consapevolezza di quanto sia importante puntare sul Green?
«Sì, il Piemonte ed il Cuneese in particolare, è un territorio ricettivo. Abbiamo già erogato 200 milioni di finanziamenti green e circular. Ovviamente, ci sono enormi spazi di crescita. Nel 2020 abbiamo attivato un plafond da 2 miliardi di euro per i nuovi S-Loans, la linea specifica di finanziamenti sostenibili, che si affianca al plafond di 6 miliardi destinato agli investimenti in Circular Economy. Altra linea di intervento è quella del digitale, per accompagnare le Pmi negli investimenti di progressiva digitalizzazione. Il cosiddetto D-Loan premia le imprese che investono, con un importante sconto di prezzo. Favorisce inoltre l’ingresso in un ecosistema di partnership e prevede coperture assicurative per i rischi cyber».

Quali segnali vi arrivano, invece, dal fronte dell’agri-eno-food e da filiere storiche come tessile, aerospazio e lusso?

«Nel 2021 i distretti agroalimentari si sono distinti in maniera positiva. Sui mercati esteri hanno conseguito risultati migliori rispetto ai distretti alimentari italiani (+13,5% vs +9,2% rispetto al 2020) e hanno superato abbondantemente anche i livelli di export del 2019 (+17,3%), anche in questo caso facendo meglio dei distretti agroalimentari italiani. Certamente, la situazione attuale sta incidendo sul quadro complessivo, in particolare per i vini di Langhe, Roero e Monferrato per i quali Russia e Ucraina rappresentavano un mercato di riferimento, ma penso che il territorio possa supplire intensificando le esportazioni verso altri paesi. I dolci di Alba e Cuneo hanno aumentato le esportazioni del +15,1% rispetto al 2020. Anche la Nocciola e frutta piemontese ha conseguito un’ottima crescita del +10,4%. Nel 2021, infine, sono aumentate le esportazioni di frigoriferi industriali di Casale Monferrato (+6,3%). Segnali di ripartenza emergono per le esportazioni dei distretti piemontesi del Sistema Moda, in crescita rispetto al 2020 (+20,5%). I poli tecnologici piemontesi hanno chiuso il 2021 con un rimbalzo del +37,5%, superiore rispetto all’aumento dell’export dei poli tecnologici italiani (+5,6%). Il gap rispetto ai livelli di export 2019 è stato quindi colmato. Buone notizie anche dal polo aerospaziale del Piemonte, le cui esportazioni sono aumentate del +45,1% rispetto al 2020».

E il turismo?

«Ha subito un duro colpo dalla pandemia, ma le eccellenze del Cuneese sono un grande polo d’attrazione anche per il turismo di prossimità. Per questo settore siamo stati la prima banca a mettere a disposizione strumenti dedicati in funzione di quanto previsto dai bandi pubblici del Pnrr: misure che permettono di anticipare i contributi alle imprese che partecipano ai bandi e l’acquisto dei crediti d’imposta sugli investimenti per la rigenerazione energetica o la riqualificazione degli alberghi».

Le banche del territorio devono e possono avere un ruolo diverso rispetto al passato?

«Noi Banche del Territorio abbiamo un ruolo chiave in un paese come l’Italia, che si caratterizza per un tessuto imprenditoriale composto da tante piccole e medie aziende. L’obiet­tivo di Intesa Sanpaolo è rilanciare la fiducia delle Pmi con investimenti verso digitalizzazione, transizione ecologica, internazionalizzazione e sistemi di filiera; sostenere la ripartenza accompagnando famiglie e giovani nelle scelte immobiliari, di protezione e di gestione del risparmio; estendere i servizi digitali e multicanale evoluti a supporto dei clienti. Sap­piamo tutti che le risorse del Pnrr sono la nostra grande chance. Ma occorre coordinamento, informazione e supporto. Abbiamo predisposto una piattaforma con cui aziende grandi e piccole possono accedere ai bandi disponibili e ricevere consulenza per i progetti, con la prospettiva di poter contare su risorse aggiuntive che la Banca ha stanziato attraverso il piano da 400 miliardi di euro di cui abbiamo detto. La cinghia di trasmissione di tutto questo non può che essere la filiera. Delle 800 filiere che Intesa Sanpaolo sostiene in Italia, 80 sono in Piemonte con 3.600 aziende coinvolte».

Pesano di più le difficoltà o le prospettive di crescita?

«Prima della crisi in Ucraina avevamo già segnali di rallentamento. I mercati russo e ucraino rappresentano circa 10 miliardi dell’export italiano e oltre 17 miliardi di import. I settori che più esportano verso la Russia sono Meccanica, Moda, Legno – Arredo, Alimen­tare e Aerospazio. Le maggiori im­portazioni riguardano petrolio e gas naturale, ma anche altre materie prime come i minerali metalliferi, il legno e i prodotti agricoli come i cereali. Le stime di crescita andranno inevitabilmente riviste, ma le leve sui cui puntare non mancano. Confido nello spirito imprenditoriale e nella capacità di reazione di questo territorio, che non ha mai deluso».