Il Consiglio Federale della FIGC ha ratificato ieri, martedì 26 aprile, il passaggio del calcio femminile al professionismo.
Una svolta storica che per l’intero movimento, di cui la provincia di Cuneo è stata inizialmente tra le battistrada, che da anni cercava uguaglianza e dignità pari a quella concessa al comparto maschile. Il giorno della svolta sarà il 1 luglio 2022 quando le atlete della Serie A Femminile potranno per la prima volta apporre la firma su un contratto professionistico. Minimi salariali, tutele in caso di maternità, contributi… questi sono i principali vantaggi che le calciatrici troveranno nel nuovo contratto.
Tutto bello? Si, o quasi. Questo, infatti, dev’essere solamente il primo passo verso quella che dovrà essere una una rivoluzione completa del settore che presenta ancora molte criticità e vivrà, sin dalla prossima stagione, una verifica di sostenibilità per il movimento.
I costi per le società partecipanti al campionato di Serie A, infatti, dovranno fare fronte ad un ovvio, quanto consistente, aumento dei costi di gestione che potrebbe mettere alle corde le (poche) compagini dilettantistiche ancora in categoria. Da voci di corridoio, però, anche alcuni club professionistici hanno storto il naso dinnanzi a questa decisione, ratificata dal Presidente Gravina.
La Serie B ancora dilettantistica (impossibile ipotizzare anche questo cambiamento nella prima fase), i campionati giovanili fatti su base regionale e non su formato “élite”, la gestione delle giovani italiane che rischierebbero di non trovare posto nella prossima Serie A a 10 squadre. Questi i punti sui quali lavorare sin dal 2 luglio prossimo affinchè questo movimento, che sta dando soddisfazioni anche a livello di Nazionale, possa crescere ancora di più.
Il calcio nostrano è, purtroppo, ancora ben lontano da questa rivoluzione. Ma la speranza è quella di poter vedere una squadra cuneese il prima possibile ai vertici di questo movimento sfidando le corazzate che attualmente popolano la massima serie nazionale.