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Sabato pomeriggio 18, a Racconigi, con patrocinio comunale, nella chiesa di Santa Croce, ora auditorium, vi è stato un nuovo momento di ricordo del poeta Antonio Tavella (Toni Tavela), deliziosa gentile persona scomparsa nell’autunno dell’anno scorso, dopo lunga malattia (era nato nel 1943).
È stato presentato, con maestria, da Sergio Maria Gilardino, docente di letteratura comparata all’Università di Montreal, Davide Damilano, «Ca de Studi Piemontèis», Candida Rabbia e Franco Luigi Carena, «aceto balsamico – CAJORATA 4», della «Buckfast Edizioni», altra perla di una collana iniziata da un quartetto di cui gli ultimi due son gli unici rimasti (dopo le morti dello stesso Tavella e di Luciano Jolly).
L’opera, davvero notevole, messa in cantiere negli ultimi mesi di vita da Antonio Tavella (in vita pluripremiato in concorsi non solo della zona), è stata completata dagli amici poeti, ultima evoluzione, sintesi estremi, della produzione di quello che è stato uno degli autori migliori degli ultimi decenni nella lingua regionale, premiatissimo, capace di affrontare ogni riflessione esistenziale, sin alla teologia, come forse solo era Antonio Bodrero, «Barba Toni».
Con «Cajorata», lui, da sempre autore di opere di certa lunghezza ed articolatezza, facilmente si era adattato alla difficile scelta stilistica del gruppo, quella dei «nove versi», senza nulla perdere nel valore della produzione. Era presente la vedova Margherita Bertola, amorevolmente vicina allo studioso per tutta una vita, sin all’ultimo giorno, che ci ha raccontato della sua costante ricerca, dell’importanza per la sua crescita letteraria con Antonio Bodrero.
Lettura di opere in italiano di Tavella, o così scritte in originale o «tradotte», ne hanno mostrato il grande livello, l’eleganza, la sensibilità, l’ironia, la musicalità, facendo associare convinti alla riflessione di Gilardino, che non «vi son piccole lingue», ma che simili «grandi poeti» rendono «grande qualsiasi lingua»…
