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L’opinione di Manuel Bortuzzo

«Scrivendo il libro su quello che mi è successo, ho finalmente capito di essere rimasto me stesso dopo l’incidente. consiglio a tutti di scrivere»

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IL FATTO
il destino a volte può colpire duramente. Sei un giovane nuotatore nel pieno della vita e diventi, senza colpe, bersaglio in una sparatoria. Come fai a rialzarti?

Ci sono state molte occasioni nell’ultimo periodo in cui Manuel Bortuzzo, 23 anni appena compiuti, ha trovato visibilità. Forse perché, dopo quello che gli è capitato – cioè la sparatoria in cui si trovò per sua sfortuna coinvolto rischiando di morire – si tratta di un’esigenza vitale. Manifestare la sua personalità, il suo bisogno di esserci. In tutti i sensi. Nel suo percorso di rinascita ha attraversato territori sconosciuti e talvolta discutibili, come ad esempio la partecipazione al Grande Fratello. Ma sono appunto tappe di un percorso. Compresa l’esperienza di scrivere un libro sulla sua vita. Ne ha parlato alla rivista Starbene, cominciando proprio dalla sua storia raccontata in “Rinascere. L’anno in cui ho ricominciato a vivere”.
La descrive come «una bella esperienza, scrivevo di getto, senza rileggere e badare ai refusi correggendoli subito. È stato liberatorio, ed è un esercizio psicologico che suggerisco a tutte le persone nei momenti di difficoltà: scrivete, non importa quando, come e dove, ma fatelo! Scrivendo, mi sono accorto che non sono cambiato dopo l’incidente, sono rimasto quello che ero. Essere se stessi anche dopo questi eventi è fondamentale per ripartire bene. Sono stato fermato da una persona con dei problemi di salute che era preoccupata anche di come doveva “sembrare” agli occhi degli altri. Gli ho spiegato che non dobbiamo sembrare, dobbiamo essere, altrimenti il peso di quello che è successo non se ne va».
Nel frattempo Manuel è anche tornato in piscina ad allenarsi: l’immagine con la felpa delle Fiamme oro della Polizia è quella che chiude il film “Rinascere” di Umberto Marino, che andrà in onda su Rai 1 proprio domenica.
Al quotidiano Repubblica, ha annunciato che si sta allenando per le Paralimpiadi di Parigi 2024. Gli spari, la notte del 2 febbraio 2019, lo hanno costretto sulla sedia a rotelle, ma ha ripreso in mano la propria vita: il tv movie è tratto appunto dal suo libro. Manuel sullo schermo è interpretato da Giancarlo Commare, Alessio Boni ha invece il ruolo del padre Franco. Nel cast anche Gea Dall’Orto, David Coco e Salvatore Nicolella.
Dice del film Manuel: «È stata una strana esperienza vedere il film, fino a metà mi sembrava la storia di un altro. È stato emozionante. Il film è tratto dal mio libro ed è fedele, per me è stato terapeutico scrivere. Giancarlo è stato bravissimo a restituire i miei gesti, è tutto vero».
Il giovane nuotatore insiste sul concetto di rinascita e sulla forza della creatività. Scrivere un libro, raccontare una storia, aiutano a trovare un senso, una direzione. Talvolta aiutano anche a trovare una svolta nella vita. Significativo che questa lezione arrivi da un ragazzo di appena 23 anni. Ma nel caso di Manuel il destino ha seguito un corso imprevedibile e inevitabile. Sta a lui, come a tutti noi, governarlo.

BaNNER
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