IL CASO BINDA-MACCHI
Il fatto
Scomparve il 5 gennaio 1987, fu ritrovata due giorni dopo in un bosco a Sass Pinin, Varese. Trentacinque anni dopo, la morte di Lidia Macchi non ha ancora una spiegazione. Sul banco degli imputati, con l’accusa di aver violentato e ucciso l’amica, è finito solo Stefano Binda che però, un anno fa, la Cassazione ha assolto
I protagonisti
Il corpo di Lidia fu trovato vicino alla sua auto, coperto da un cartone. Le indagini stabilirono che qualcuno aveva abusato di lei e poi l’aveva finita a coltellate. Non si trovarono elementi per risalire all’autore. I sospetti su Binda nacquero per una lettera anonima ricevuta dalla famiglia, con particolari intimi della ragazza e dettagli dell’assassinio
La conclusione
Gli esami stabilirono che la calligrafia era compatibile con quella di Binda, il quale negò ogni coinvolgimento. Non fu creduto e la sentenza di primo grado lo condannò all’ergastolo, poi fu scagionato e la Cassazione ha confermato la sua presunta innocenza. Altro mistero: la busta che conteneva la lettera incriminata, nel frattempo, è scomparsa
IL COMMENTO DEL CRIMINOLOGO
La complessità della perizia calligrafica
In questo caso fu l’attribuzione di una calligrafia in stampatello a far indagare Stefano Binda. In corte di assise di Appello e in Cassazione poi è stato dichiarato innocente. Questa perizia è una particolare attività con la quale si fanno comparazioni calligrafiche.
È però molto complessa e deve essere svolta con cautela e rigorosamente da esperti. Oggi tali tecniche si sono affinate con specifici applicativi informatici. Alla base vi è sempre la competenza esperienziale ed umana
YARA GAMBIRASIO: PERCHÈ?
Il fatto
Siamo nel 2010, la zona è quella del Bergamasco, Yara ha 13 anni quando scompare il giorno del 26 novembre. Poco prima era uscita dal centro sportivo dove praticava ginnastica ritmica. Esattamente tre mesi dopo, ritrovano il suo corpo nei campi di Chignolo d’Isola, a una decina di chilometri dalla sua abitazione
I protagonisti
I cani molecolari rilevano le ultime tracce di Yara in un cantiere a Mapello e dopo un’intercettazione le indagini si concentrano sull’operaio marocchino Mohammed Fikri. L’analisi del Dna conduce al muratore Massimo Bossetti attraverso tale Giuseppe Guerinoni che ebbe una relazione con Ester Arzuffi, madre dello stesso Bossetti
La conclusione
Bossetti rimane, più di dieci anni dopo, l’unico accusato pur proclamando da sempre la sua innocenza. Nel frattempo la provetta contenente il Dna sotto accusa, sarebbe stata conservata male e non più verificabile. Gli avvocati del muratore bergamasco continuano incessantemente a chiedere nuove analisi
IL COMMENTO DEL CRIMINOLOGO
Senza Dna sarebbe stata notte fonda
Il Dna è stato un fattore risolutivo come elemento investigativo per identificare Bossetti. Senza questo particolare sarebbe stato difficilissimo trovare il colpevole con le classiche tecniche di indagine. Importante rimane anche la catena di custodia dei reperti. In ogni caso, prima di arrivare al cosiddetto match comparativo viene fatta una scrematura di possibili autori sperando siano già inseriti nelle banche dati
QUELLA SERA A PERUGIA…
Il fatto
La sera del primo novembre 2007 la studentessa inglese Meredith Kercher cade sotto 47 colpi sferrati da un misterioso aggressore con un coltellino. Le risulta fatale il colpo alla gola. Accade a Perugia, Meredith condivideva l’abitazione con altre tre studentesse, una delle quali l’americana Amanda Knox
I protagonisti
Amanda è assieme al fidanzato Raffaele Sollecito quando arriva la polizia. Le indagini si concentrano sulla coppia. La giovane sostiene di essere stata picchiata durante l’interrogatorio, mentre a Raffaele non fu permesso di chiamare un avvocato. Uscì comunque il nome di Patrick Lumumba, titolare del bar dove lavorava Amanda
La conclusione
Lumumba fu arrestato e rilasciato. Sulla scena del delitto erano state trovate tracce di Rudy Guede: disse di aver sentito urlare Meredith mentre lui era in bagno. Cambiò versione dei fatti, fu condannato a 16 anni assieme a Knox (26) e Sollecito (25), poi scagionati. Tra varie sentenze, Guede è uscito con uno sconto di pena un anno fa
IL COMMENTO DEL CRIMINOLOGO
Scena del crimine, l’analisi decisiva
L’analisi della scena del crimine è molto complicata. Deve essere vista anche attraverso un sopralluogo psicologico che affianca quello scientifico per dare colore e voce ai reperti che vengono raccolti con metodo. Nel primo intervento è importante il rispetto di un protocollo capace di evitare contaminazioni, difficili da escludere. Le prime fasi, specie in questi delitti efferati, hanno un ruolo molto importante poiché gli investigatori devono cristallizzare subito le prove che si potrebbero perdere