«Mi chiamo Simone Patania e sono nato a Torino il 28/4/1999. Vivo a Cherasco in provincia di Cuneo, ho frequentato il liceo delle scienze umane. Ho una disabilità, sono nato prematuro al sesto mese».
Così si presenta l’autore del libro “Cercare l’impossibile senza essere diversi”, la raccolta di pensieri, riflessioni e aneddoti di vita del giovane cheraschese che regala al lettore una scrittura personalissima e potente, a tratti davvero poetica, in bilico tra il racconto di denuncia e l’autobiografia piena di dettagli, in cui non manca qualche sferzata ironica.
Caro Simone, come ti è venuta l’idea di scrivere questo libro?
«L’idea è nata come reazione ad una serie di atteggiamenti di mancato rispetto con cui mi sono dovuto relazionare e ad una sorta di emarginazione che ho subìto in questi anni. Questa situazione, se unita ai deficit con cui devo convivere ogni giorno, può portare ad una frustrazione davvero logorante. Questa è stata per me la goccia che ha fatto traboccare il vaso, così ho deciso di iniziare a scrivere questo libro e trovare un luogo in cui finalmente potessi sfogarmi ed aprirmi».
Ha in mente un lettore ideale o c’è qualcuno in particolare a cui è rivolto?
«Il mio libro si rivolge a chiunque abbia la curiosità e la volontà di crescere».
“Cercare l’impossibile senza essere diversi”, perché ha scelto questo titolo impegnativo e bellissimo?
«Perché attraverso questo libro io, in un certo senso, sono in grado di mettere un punto, di “fermare”. Io sono sempre alla ricerca di quello che mi è possibile fare ma anche di ciò che alcuni pensano sia per me impossibile da realizzare».
Come si è svolta la stesura di queste 162 pagine di pensieri, memorie, riflessioni?
«Per scrivere ho utilizzato un programma speciale chiamato “the grid2” e ho aspettato, tra un momento e l’altro, l’ispirazione per poter raccontare i vari episodi della mia vita. Mia madre, o chi mi era vicino, copiava e incollava sul programma Word le parti che io man mano scrivevo, talvolta chiedendomi spiegazioni se qualcosa non veniva capito. Il mio amico Michele Tunesi ha poi impaginato il libro, corretto la grammatica e la punteggiatura senza modificare il contenuto e le parole. Occorreva qualcuno di fiducia per creare qualcosa di mio».
Leggendo il libro emerge la sua personalità dietro ad ogni riga. Si mostra come una persona attenta, acuta ma anche piuttosto diretta. Essere sinceri è un rischio che bisogna provare a correre sempre?
«Purtroppo no, dire qualche bugia a volte ti salva!».
Invece anche nel suo blog emerge un’urgenza per la verità. Si nota anche nelle domande talvolta scomode che ha rivolto alle molte persone intervistate: il sindaco di Cherasco, il parroco, gli animatori. Quale personaggio famoso le piacerebbe intervistare ancora? E cosa gli chiederebbe?
«Mi piacerebbe intervistare il presidente della Regione, Alberto Cirio. Gli chiederei di occuparsi ancora di più dell’inclusione delle persone con disabilità, c’è ancora parecchio da lavorare su questo tema con cui io mi confronto spesso».
Qual è la parte che la diverte di più in un’intervista?
«Pesare la persona con domande dirette».
Tre aggettivi per descriversi.
«Fedele, testardo, ironico».
E, per finire, dove troviamo il suo libro?
«All’associazione “Il nuovo sorriso” di Cherasco, in via Carlo Alberto 2/a, altrimenti è acquistabile online direttamente dalla casa editrice Youcanprint oppure su altri store tra cui Amazon, Mondadori, Feltrinelli. Oppure è ordinabile in libreria. Inoltre sabato 2 luglio ci sarà la presentazione del libro nei locali della radio braidese Braontherock alle ore 18 in via Audisio 5».