IL FATTO
Le temperature caldissime hanno portato sotto gli occhi di tutti le emergenze legate al cambiamento climatico. Eppure in troppi continuano a fare finta di nulla
Sostiene Carlo Barbante che l’argomento del cambiamento del clima non sia ancora al centro delle discussioni sui media, non come invece dovrebbe essere. Lo scienziato del Cnr, conosciuto per i suoi studi sul ghiaccio grazie ai quali si possono prevedere eventi ambientali del futuro, ne ha parlato durante il Festival di Green&Blue 2022. La sua dichiarazione è stata raccolta da Repubblica.
Qualcuno può dargli torto? In questi giorni di caldo estremo, fiumi in secca e siccità in aumento, l’allarme che arriva dalla natura è sotto gli occhi di tutti. Ed è preoccupante. Ma ancora una volta, non abbiamo notizia di interventi concreti sul territorio per prevenire – dove non è possibile fare qualcosa subito – o per predisporre quegli interventi che, ogni volta che capita una catastrofe, poi ci ripetiamo che andrebbero fatti. Insomma, non si fa pulizia nei corsi dei fiumi (neanche ora che sono senz’acqua) e non si riduce l’uso di gas per la nostra energia.
«Intanto ci sono molti aspetti su cui lavorare anche nel dibattito su questo tema – ha spiegato Barbante -, a cominciare per esempio dalla polarizzazione nelle discussioni. Mi spiego: quando sono invitato a una trasmissione per parlare di cambiamento climatico, trovo sempre un sostenitore di una tesi al contrario, cioè un oppositore. Ma è assurdo. Non ci deve essere opposizione su questo tema. Sappiamo tutti bene cosa sta accadendo. Il problema è che non se ne parla abbastanza».
Si tratta davvero, ancora una volta di una questione culturale. Se non si riesce a sviluppare un’adeguata narrazione delle problematiche ambientali, è impossibile poi sperare in un approccio informato ed equilibrato quando ci troviamo di fronte ad eventi impattanti, come appunto il grande caldo di questi giorni.
Per rendere meglio l’idea, Barbante fa un esempio: «È come il campionato di calcio. Se ci occupiamo di una sola partita, non possiamo capire quasi nulla di come sta andando il campionato, chi è in testa alla classifica e chi lotta per non retrocedere. Una sola partita non può raccontarci l’intero campionato. Così è la questione climatica, dobbiamo vederla nel suo insieme». Sembrano argomenti banali, eppure rappresentano il centro del problema. Barbante fa bene a sottolinearlo.
Nel suo ruolo di direttore dell’Istituto di Scienze Polari del Cnr (e di professore universitario alla Ca’ Foscari di Venezia), da anni si confronta con un lavoro di ricostruzione climatica e ambientale e con lo sviluppo di nuove metodologie analitiche nel campo ambientale e biologico. Ha inoltre partecipato a numerose spedizioni e campagne di prelievo in aree polari e nelle Alpi ed è coordinatore di progetti di ricerca nazionali ed internazionali, nonché autore di oltre 290 pubblicazioni in riviste scientifiche ad alto impatto (h-index 50). Vogliamo starlo a sentire?