La cuneese Assotrasporti chiede il rinvio della nuova scadenza del Decreto Trasparenze

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Dopo alcune settimane di ritardo, il Decreto Trasparenza diventa legge. Il governo ha pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo il 27 luglio fissando l’entrata in vigore per il 13 agosto. Queste date si presentano come macigni per le imprese, in particolare di autotrasporto e logistica, e per i consulenti del lavoro, che si vedono chiamati, proprio a Ferragosto, ad un periodo di lavoro straordinario al fine di adempiere all’adeguamento richiesto dalla nuova normativa, quando in realtà tale procedura avrebbe dovuto svolgersi nelle settimane precedenti (il Dlgs era previsto per il 27 giugno).

Il presidente Nazionale di Assotrasporti, Secondo SANDIANO, raccoglie le lamentele della categoria e dei consulenti del lavoro “Sembra una barzelletta ed invece è la dura realtà! Ma il governo non può scaricare sempre sugli utenti gli oneri del suo ritardo, è quindi indispensabile l’immediato intervento di rinvio. Deve essere rinviata la data di entrata in vigore del decreto, 13 agosto, e previsto un periodo transitorio per recepire le nuove disposizioni senza sanzioni.”

Prosegue Sandiano “Per coerenza le sanzioni dovranno entrare in vigore dopo che la pubblica amministrazione avrà adempiuto a quanto già previsto dal comma 6 dell’art 4 Decreto Legislativo 27 giugno 2022, n. 104 ove è stabilito che: Le disposizioni normative e dei contratti collettivi nazionali relative alle informazioni che devono essere comunicate dai datori di lavoro sono disponibili a tutti gratuitamente e in modo trasparente, chiaro, completo e facilmente accessibile, tramite il sito internet istituzionale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Per le pubbliche amministrazioni tali informazioni sono rese disponibili tramite il sito del Dipartimento della funzione pubblica.”

Questo adeguamento è stato sollecitato dall’Unione europea, al fine di permettere ai lavoratori di essere a piena conoscenza delle esatte condizioni di lavoro.

Secondo il decreto, le imprese dovranno, al momento dell’instaurazione del rapporto di lavoro e prima dell’inizio della prestazione, fornire per iscritto al lavoratore una serie di informazioni.

Le informazioni eventualmente non contenute nell’atto pubblicato potranno comunque essere comunicate non oltre sette giorni dall’ inizio della prestazione lavorativa, mentre per i lavoratori già assunti alla data del 1° agosto, è previsto il diritto di ottenere dal datore l’integrazione delle informazioni solo su richiesta scritta del lavoratore stesso ed entro 60 giorni dalla richiesta stessa.

Oltre alle nozioni tipiche del rapporto lavorativo, come la tipologia contrattuale, il nome del datore, la sede di lavoro, la data di inizio e fine (in caso di rapporto a tempo determinato) le informazioni da fornire saranno:

l’inquadramento, il livello e la qualifica attribuiti al lavoratore;

l’identità dell’impresa utilizzatrice, nel caso di lavoratori somministrati;

la durata del periodo di prova, se previsto;

i termini del preavviso;

il diritto a ricevere la formazione erogata dal datore (se prevista);

la durata delle ferie e degli altri congedi retribuiti;

l’importo iniziale della retribuzione con i relativi elementi, nonché il periodo e le modalità di pagamento;

la programmazione dell’orario normale di lavoro, nonché le eventuali condizioni relative a cambiamenti di turno, lavoro straordinario e caratteristiche di flessibilità;

gli enti e gli istituti che ricevono i contributi previdenziali e assicurativi dovuti dal datore di lavoro e qualunque forma di protezione in materia di sicurezza sociale fornita dal datore di lavoro.

Assotrasporti ha raccolto e condiviso l’invito del Presidente Nazionale dell’ANCL (Associazione nazionale dei Consulenti del lavoro), Dario Montanaro, rivolto alle associazioni dei datori di lavoro affinché chiedano al governo un differimento della data di entrata in vigore del decreto e la previsione di un periodo transitorio per recepire le nuove disposizioni senza sanzioni.

Il presidente Montanaro ha denunciato come “la normativa va a mortificare il diritto alle vacanze di datori di lavoro e professionisti, poiché il Governo, il Parlamento e la pubblica amministrazione sono in grave ritardo. I politici sono in libera uscita per lo scioglimento delle camere e in partenza per le ferie, mentre le aziende sono costrette a adeguare i contratti di lavoro in agosto”.

In una lettera della Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone, viene invitato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, alla revisione immediata del decreto legislativo 27 giugno 2022 n. 104.

Nella lettera Marina Calderone evidenzia l’incoerente scelta di incrementare la quantità degli obblighi informativi senza avvalersi dei processi di semplificazione e digitalizzazione previsti dalla disciplina europea e nazionale – e in linea con gli obiettivi di transizione digitale previsti dal PNRR – senza un concreto vantaggio per la tutela dei diritti dei lavoratori. Ulteriori e diverse previsioni del Decreto andranno inoltre armonizzate e rese omogenee a quelle già contenute nei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro di riferimento, evitando sovrapposizioni e valorizzando, anche in questo caso, il ruolo delle parti sociali.

«È ragionevole ritenere – scrive la Presidente Calderone – che si realizzi un concreto rischio, da una parte di introdurre ulteriori oneri organizzativi e burocratici a carico dei datori di lavoro e dall’altra di vanificare la finalità sostanziale del diritto all’informazione».

Anche il Segretario Nazionale di Assotrasporti, Fabrizio Civallero, in rappresentanza delle aziende associate, dopo aver raccolto l’invito dell’ANCL ed essersi affiancato alle richieste di differimento della data di entrata in vigore del decreto, auspica un concreto ed immediato intervento del Ministro.

Inoltre, ricorda l’importanza per la ripresa del settore della proposta “Salva Vite”, questa viene portata avanti da Assotrasporti ed Eumove, capofila dell’iniziativa, per richiedere al Governo la dichiarazione dello stato d’emergenza per il Paese e l’immediata messa in sicurezza del sistema viario e ferroviario italiano. Le difficoltà dei collegamenti interni rappresentano non solo un problema per il settore dell’autotrasporto, ma per l’economia intera del Paese.

c.s.