Donne come api, che impollinano fiori incessantemente. Donne uniche, divise tra tanti impegni, sorridenti e spontanee, concentrate a far quadrare tutto, che sanno sempre trovare un modo, che sanno trovare una soluzione. Anime operose che danno voce a chi non può urlare e braccia a chi non ha più forza. Anime fragili come la carta. Un progetto rivolto a chi vive momenti di difficoltà, alla fragilità delle donne, dei più piccoli e degli ammalati. Con uno sguardo attento alla sostenibilità. Tutto questo (e tanto altro) è, come si legge sul sito ufficiale (www.apidicarta.it), Api di Carta, associazione non-profit con sede a Poirino, nel torinese, ma attiva anche in provincia di Cuneo e pure oltre i confini del Piemonte. Per saperne di più abbiamo colloquiato con la fondatrice e presidente, Chiara Pelassa, imprenditrice agricola e agente di commercio originaria di Montà d’Alba.
Cosa significa essere “api” nella nostra società?
«Vuol dire provare a essere delle vere e proprie api, capaci cioè di osservare ciò che le circonda, individuare i fiori su cui fermarsi, impollinarli e poi cercarne altri quando hanno compreso di aver compiuto la loro missione».
Quali sono i vostri “fiori”?
«Sono tantissimi, direi infiniti. Semplificando possiamo dire che noi “api di carta” siamo attive principalmente in questi ambiti: l’ecosostenibilità e il supporto a donne e bambini».
Partiamo dall’ecosostenibilità, un tema molto attuale.
«Ci impegniamo in tanti modi per fare comprendere che un mondo più sostenibile è possibile. Promuoviamo, ad esempio, progetti sul riciclo e sul riutilizzo ma anche sull’uso responsabile dell’energia».
Come coinvolgete i cittadini?
«Con iniziative trasversali e di ampio respiro. Domani, venerdì 9, ad esempio, saremo alla Notte Bianca di Montà con una nostra bancarella e, soprattutto, con un’installazione. Allestiremo un albero spoglio che dovrà essere rinverdito durante l’evento con le foglie che i montatesi e i turisti di passaggio vorranno “costruire” utilizzando il materiale di recupero messo a loro disposizione. Rinascerà, quindi, un albero partecipato, collettivo, dal significato profondo, ovvero: la sostenibilità interessa tutti e per raggiungerla realmente occorre che ciascuno assicuri il proprio contributo. Insomma, per cambiare le cose dobbiamo unire le forze, come le api con l’alveare».
Il nostro territorio è ricettivo?
«Sì e noi facciamo il possibile per sensibilizzarlo ulteriormente. Di recente abbiamo distribuito 7mila borracce riutilizzabili e contribuito all’installazione di alcuni depuratori di acqua potabile nell’Istituto Comprensivo di Poirino in modo da ridurre il consumo di plastica. Istituto Comprensivo in cui abbiamo inoltre provveduto a riqualificare i divanetti. Abbiamo poi valorizzato i prodotti agricoli locali impiegandoli nella realizzazione di oltre 1.200 torte, la cui vendita è servita per autofinanziarci».
Parlava anche dei bambini.
«Oltre alle iniziative scolastiche che ho già menzionato, stiamo promuovendo un progetto molto ampio, sostenuto dal Miur tramite una campagna di crowdfunding, per la creazione, nell’Istituto Comprensivo di Poirino, di una biblioteca sensoriale: sarebbe la prima in un assoluto a essere attiva presso una realtà scolastica statale».
E come si concretizza il vostro impegno per le donne?
«Organizziamo iniziative di informazione, formazione e prevenzione sulle malattie femminili. E presto lanceremo un progetto internazionale che interessa anche la comunità di Vigevano».
Ce ne parli.
«Si chiamerà “Api di Carta per Africa”. Dopo le missioni compiute in Italia, saremo impegnate, appunto, in Africa, nel Benin. Lì la nostra volontaria Antonella Trentin affiancherà il medico albese Massimo Foglia, esperto in ostetricia e ginecologia: in dieci giorni effettueranno senza sosta interventi chirurgici a favore di donne bisognose. In parallelo, noi promuoveremo, a favore delle donne del posto, attività di sensibilizzazione volte ad accrescere la loro attenzione nei confronti della propria salute».
Un impegno a 360 gradi.
«Proprio così. Stiamo seguendo anche 30 ucraini, 19 dei quali minori, che sono accolti sul nostro territorio: per loro abbiamo attivato “L’alveare per l’Ucraina”, che presto diventerà, purtroppo, “L’alveare per tutti”».
Le difficoltà sono crescenti e generalizzate…
«La crisi energetica sta mandando e manderà in difficoltà tantissime famiglie. Dobbiamo essere pronti a supportarle. A questo proposito, invitiamo le aziende del territorio, specie quelle di generi alimentari e beni di prima necessità, a far confluire nel nostro “alveare” i loro prodotti che, pur essendo ancora commestibili o utilizzabili, non possono più essere commercializzati. Noi provvederemo a distribuirli a chi ne farà richiesta e ne avrà realmente bisogno. Allo stesso modo, suggeriamo a tutti di regalare per Natale le nostre confezioni con prodotti locali. Si tratta di un modo per aiutarci ad aiutare. Quello che possiamo assicurare noi, “api di carta”, è un contributo certamente piccolo, ma se si aggiungeranno altre “api” potremo sicuramente fare ancora di più».