Michelangelo Pistoletto, nato a Biella il 25 giugno del 1933, è uno dei grandi protagonisti dell’arte italiana dalla seconda metà del Novecento ad oggi. Le sue opere sono presenti nei più importanti musei del mondo. Una fama internazionale e una lunga carriera in cui è stato capace di reinventarsi, di sviluppare temi nuovi e di assumere il ruolo di guida per generazioni di artisti. Dopo aver mosso i primi passi nel mondo dell’arte lavorando con il padre restauratore, nel 1962 realizza i famosi “Quadri specchianti” capaci di trasformare in creatore il mero fruitore dell’opera d’arte, invitandolo ad entrare nel processo creativo. Tra il 1965 e il 1966 produce gli “Oggetti in meno” considerati preludio all’Arte Povera movimento di cui Pistoletto diventa principale esponente e catalizzatore.
Lo storico dell’arte Germano Celant, alla metà degli anni ’60, lanciò tredici promettenti artisti accomunati da un linguaggio comune: l’uso di materiali “poveri” come terra, legno, ferro, stracci, plastica e scarti industriali per la realizzazione delle loro opere. “La Venere degli stracci”, realizzata da Pistoletto nel 1967, in cui un’icona immortale dell’arte classica viene posta di fronte a un cumulo di indumenti logori, è in qualche modo l’emblema dell’Arte Povera. Tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta l’artista cerca nuove forme espressive e si avvicina alla scultura in poliuretano o in marmo con opere in cui adopera calchi di sculture classiche, astraendole dal loro contesto originario. Per Michelangelo Pistoletto l’arte non è mai riconducibile al semplice processo di creazione tecnica ma è legata ad idee complesse. Per questo è sempre stato promotore di iniziative che coinvolgono artisti da diversi ambiti creativi. Coerente con questa concezione dell’arte e nel tentativo di riavvicinarla alla società, nel 1998 crea a Biella la “Cittadellarte”, un luogo di incontro e relazione, un laboratorio creativo di propagazione del cambiamento nei vari ambiti della società. Nel 2003, intorno all’opera “Nuovo segno d’infinito”, nasce “Il Terzo Paradiso”, che segna una nuova fase della ricerca artistica di Michelangelo Pistoletto, ancora in divenire.
Un’opera che spiega lo stesso artista: «È la fusione fra il primo e il secondo paradiso. Il primo è quello in cui gli esseri umani erano totalmente integrati nella natura. Il secondo è il paradiso artificiale, sviluppato dall’intelligenza umana, fino alle dimensioni globali raggiunte oggi con la scienza e la tecnologia. Questo paradiso è fatto di bisogni artificiali, di prodotti artificiali, di comodità artificiali, di piaceri artificiali e di ogni altro genere di artificio. Si è formato un vero e proprio mondo artificiale che, con progressione esponenziale, ingenera, parallelamente agli effetti benefici, processi irreversibili di degrado e consunzione del mondo naturale» spiega Pistoletto. Ecco quindi il Terzo Paradiso, «la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura. Terzo Paradiso significa il passaggio a uno stadio inedito della civiltà planetaria, indispensabile per assicurare al genere umano la propria sopravvivenza».
A tale fine , conclude l’artista: «Occorre innanzi tutto ri-formare i principi e i comportamenti etici che guidano la vita comune. Il Terzo Paradiso è il grande mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità nella visione globale. Il termine paradiso deriva dall’antica lingua persiana e significa “giardino protetto”. Noi siamo i giardinieri che devono proteggere questo pianeta e curare la società umana che lo abita. Il simbolo del Terzo Paradiso, riconfigurazione del segno matematico dell’infinito, è composto da tre cerchi consecutivi. I due cerchi esterni rappresentano tutte le diversità e le antinomie, tra cui natura e artificio. Quello centrale è la compenetrazione fra i cerchi opposti e rappresenta il grembo generativo della nuova umanità».
Nel marzo del 2004, in occasione del conferimento della laurea honoris causa in Scienze Politiche da parte dell’Università di Torino, Pistoletto annuncia pubblicamente il Terzo Paradiso come prossima fase del suo lavoro. A partire da questa data, per Pistoletto e Cittadellarte, il Terzo Paradiso sarà la principale direttrice di un lavoro condotto intessendo una fitta rete di relazioni e collaborazioni con innumerevoli partner – singoli individui, associazioni, enti e istituzioni, attivi non solo in ambito artistico, ma nei più diversi ambiti della società – facendone una grande opera collettiva e partecipata. Come nel 2017, ad esempio, quando il Terzo Paradiso è assunto come simbolo della missione spaziale “Vita” delle Agenzie spaziali europea e italiana durante la quale le foto della Terra scattate dall’astronauta Paolo Nespoli sono condivise attraverso l’pp “Spac3” per creare un’opera collettiva planetaria. Più di recente, è accaduto in Val Ferret, a Courmayeur, in Valle d’Aosta, diventata una delle ambasciatrici del progetto culturale con cui l’artista diffonde nel mondo, reiteratamente, il suo simbolo potente di pace, confronto e rigenerazione. E anche in occasione della Mostra del Cinema di Venezia, il simbolo del Terzo Paradiso è apparso in pieno Festival sulla spiaggia del Blue Moon.