L’Archivio di Stato di Cuneo ha sede, dal 2013, in Corso Soleri (n.6) nella ex Caserma Cantore, la cui storia è stata ricostruita e raccontata da Rodolfo Mecarelli, Pietro Spetale e Carlo Fedele nella monografia “Una Caserma una Città – La Cesare Battisti a Cuneo, oltre un secolo di storia”, edita da Gribaudo nel 1998.
Il patrimonio dell’Archivio di Stato di Cuneo è quantificabile in oltre 9 chilometri lineari di documentazione: complessivamente occupa un arco cronologico dal XIII secolo agli anni Ottanta del Novecento. Conserva la produzione documentaria dell’amministrazione di Antico Regime della Provincia (Intendenza, Uffici di Insinuazione, Prefeture, Giudicature), gli archivi notarili dei distretti di Alba, Cuneo, Mondovì e Saluzzo in serie continue a partire dal XV secolo, e il fondo di epoca napoleonica del Dipartimento della Stura, una circoscrizione territoriale e amministrativa che comprendeva le sottoprefetture di Alba, Cuneo, Mondovì, Saluzzo e Savigliano.
Da oggi, questo vero e proprio “custode della storia” riapre rinnovato e restaurato: l’inaugurazione, questa mattina, alla presenza della Direttrice Annamaria Aimone, curatrice del progetto, istituzioni ed enti che hanno partecipato attivamente a questa rinascita.
“Una nuova idea di archivio – sottolinea la direttrice Aimone – ed un passaggio significativo nella storia dell’Istituto dopo un lungo periodo di chiusura. Una grande sfida che ho raccolto con slancio: fin dal primo istante di questo incarico prestigioso (conferito dalla Direzione Generale Archivi con Decreto Direttoriale n. 203 del 12 maggio 2020) il desiderio e l’obiettivo sono stati quelli di poter restituire alla Città di Cuneo il suo Archivio di Stato. Il percorso è stato a tratti arduo: il rientro dei dipendenti e l’arrivo del nuovo Direttore sono avvenuti in una cornice rinnovata sì, ma spoglia di tutto, persino degli arredi. La difficoltà maggiore è stata, ed è tuttora, la carenza di personale in organico ma, nonostante ciò, riprendiamo le attività, il contatto con il pubblico, riaprendo le porte ai ricercatori e agli studioosi, rinnovando il rapporto con il territorio, trasformando questo luogo nel segno della valorizzazione della storia e della cultura”.
Fondamentale, insieme alla Direzione Generale Archivi, il contributo di Fondazione CRC, che ha realizzato una raccolta fondi dedicata tramite l’Art Bonus, permettendo di allestire ex novo gli uffici e le sale destinate al pubblico con l’acquisto di mobili ed attrezzature, implementare l’impianto di videosorveglianza, riportare e ricollocare in sede il materiale archivistico in precedenza ospitato temporaneamente presso le Sezioni Riunite dell’Archivio di Stato di Torino. “Questa è una festa. – così il vicepresidente di CRC Enrico Collidà – Quando una casa riapre i battenti nasce qualcosa di nuovo, per la comunità. Sono molte le sfide che Fondazione CRC, come programma pluriennale 2020-2024, si è data: tra queste, quella su cui ci concentriamo maggiormente è la comunità. Nel momento in cui l’Archivio di Stato, che può essere percepito solo come luogo di ricerca, porta ad una maggiore fruibilità, sostenibilità e coinvolgimento con restituzione alla comunità, la sfida è già vinta. Un momento, quindi, di grande felicità ed orgoglio”.
Per l’Amministrazione Comunale, presente l’Assessore ad Urbanistica e Valorizzazione del Partrimonio Alessandro Spedale: “Partecipiamo con gioia a questo momento corale per tutta la città e tutte le istituzioni. Le parole chiave che danno significato alla giornata sono festa, orgoglio, rinascita, restituzione, accessibilità: non si tratta solo di restauro architettonico, ma un momento in cui un tesoro, un patrimonio, diventa fruibile a tutti. Un’accessibilità declinata anche alle nuove generazioni”.
“Il recupero di questa istituzione cuneese non è soltanto un restauro architettonico o della memoria, ma un momento di consacrazione delle nostre origini fondate sull’identità dei territori. – aggiunge l’Assessore Regionale alla Cultura Vittoria Poggio – Gli Archivi di Stato sono l’università della nostra storia: parlano, raccontano, ma soprattutto insegnano a guardare il passato come portatore di cultura e di saperi. Il recupero di queste sale e del patrimonio in esse contenuto assolve al compito più alto delegato ai nostri antenati di conservare e tramandare ciò che abbiamo ricevuto in eredità”.
LE MOSTRE
DOCUMENTI D’ARCHIVIO
Espone alcuni documenti tratti dal Fondo dell’Ospedale Santa Croce: sette disegni del complesso di Santa Croce (chiesa e ospedale) di autori diversi tra cui l’architetto Bernardo Vittone, due pergamene tra cui una bolla papale. Completano l’esposizione due registri delle liste di leva, che non appartengono al Fondo Santa Croce e sono di epoca successiva, contenenti descrizioni e notizie, talvolta suggestive, di persone vissute sul territorio, documenti consultati di frequente da coloro che cercano di ricostruire la storia della propria famiglia di origine.
Contagi Storici – Il progetto “Contagi storici: un viaggio alla scoperta delle pestilenze e pandemia mondiali dal XIV secolo ad oggi” ricostruisce, con una ricca serie di pergamene, talvolta provviste di sigilli originali e di recente restaurati dal Laboratorio dell’Archivio di Stato, le vicende dell’Ospedale Cittadino di Santa Croce. Nei documenti scopriamo le vicende dell’Istituzione, nata nel 1319 e tutt’ora esistente, trasformatasi durante i secolo. Intorno all’Ospedale gravitano le storie delle persone: donne e uomini sconosciuti ma protagonisti di periodi difficili nei quali il contagio scompiglia la routine quotidiana e le relazioni tra gli esseri umani.
Lo spettacolo teatrale – Con la Compagnia Teatro e Società è nato un progetto che ha voluto valorizzare i documenti, con uno spettacolo intitolato “La lettera rubata”, di cui un brano è stato recitato a sorpresa, nel corso della conferenza stampa, dagli attori Elisabetta Baro, Franco Carapelle e Claudio del Toro: la storia, raccontata in modo itinerante negli scorsi giorni ai ragazzi dell’Istituto Comprensivo Corso Soleri, narra di un giovane alla ricerca delle proprie origini, portando con sé un frammento di lettera che lo porta presso l’Ospedale Santa Croce. Parte così un viaggio che condurrà i protagonisti, proprio, all’Archivio di Stato di Cuneo.
LA DONNA E L’AFGHANISTAN
La mostra propone al pubblico una solidale riflessione al dolore delle donne afghane, che vivono la quotidianità nell’impotenza e nel diniego perpetuo: 163 le artiste coinvolte fra performer, scultrici, pittrici, poetesse, fotografe, giornaliste, storiche dell’arte di ogni età, provenienza e formazione, chiamate alla riflessione sul tema. L’iniziativa è stata attivata e curata da Gabriella Brembati e coordinata per lo Spazio d’Arte “Scoglio di Quarto” di Milano e già presentata in diversi spazi museali.
Ingresso gratuito alle mostre: fino al 21 ottobre dal lunedì al venerdì (ore 9-15); nel weekend di inaugurazione: sabato 8 ottobre fino alle 16; domenica 9 dalle 11 alle 15.
Hanno partecipato alla conferenza di inaugurazione, fra gli altri, Giuseppe Morandi, funzionario del Ministero della Cultura, il Senatore Mino Taricco, Rosmary Pirotta, Presidente della Casa Museo Alfredo Pizzo Greco. La mattinata si è conclusa con un buffet a cura dell’Istituto di Istruzione Statale Alberghiero “Virginio-Donadio” di Cuneo.