“Dal Jobs Act al Lavoro 4.0”: picco di assunzioni e incremento tecnologico nel cuneese (GUARDA IL VIDEO)

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Gli incentivi alla stabilizzazione previsti dal Jobs Act hanno funzionato in provincia di Cuneo: nel 2015 si è raggiunto un picco dei contratti a tempo indeterminato. Variazioni positive, sebbene più contenute, anche nel 2016 rispetto al periodo pre-crisi e nei primi nove mesi del 2017.

Continuano a crescere, tuttavia, anche i contratti a termine, che le imprese ritengono non preclusivi di una trasformazione a tempo indeterminato: si tratta quasi sempre di un passaggio intermedio per conoscere e formare le risorse su cui si investe. La crisi, che ha colpito Cuneo nel 2015-2016, più tardi dunque rispetto alle altre province del Piemonte, ha fortemente limitato la capacità delle imprese di investire sul personale nel medio-lungo periodo. È quanto è emerso nel corso del convegno “Dal Jobs Act al Lavoro 4.0”, svoltosi mercoledì 21 febbraio in Confindustria Cuneo.

 

Penso di poter parlare a nome di tutte le imprese quando dico che è nel nostro interesse creare buona occupazione e aumentare il reddito delle famiglie, innescando un circolo virtuoso di crescita robusta e stabile, possibile soltanto accrescendo la qualità e le competenze delle persone.” – ha esordito il presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola “È nostro dovere essere inclusivi attraverso la creazione di opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani. Il nostro compito, come Associazione e come imprenditori, è di farci promotori dell’innovazione, della crescita dimensionale, dell’apertura ai mercati esterni e della coesione sociale, ossia di tutti quegli ambiti di azione che vanno nella direzione di creare più lavoro”. Il convegno è stato anticipato da due workshop coordinati da Francesco Seghezzi, direttore di Adapt: “Sul Jobs Act la dialettica è stata forte, come sono contrastanti i punti di vista – ha spiegato -. Nel confronto sul lavoro 4.0 è emersa l’importanza d’insegnare ai lavoratori di domani, nativi digitali, come apprendere in un modo diverso, in un mondo tecnologico in continua evoluzione e la necessità di formare i lavoratori già in organico, ripensando i modelli organizzativi”. Sono poi state presentate due significative case history di imprese che si sono distinte per le loro politiche occupazionali, Agc Flat Glass Italia (Cuneo) e Electro-Parts (Bossolasco), rappresentate rispettivamente dall’Hr Alberto Sessa e dall’Ad Marco Falcone. La panoramica sulle rivoluzioni occupazionali è proseguita in una tavola rotonda, coordinata dal direttore di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio, che ha sollecitato i relatori con riflessioni concrete sulle iniziative che il nuovo Governo dovrà mettere in campo per permettere al mondo del lavoro di vincere sfide sempre più difficili. “Le persone, imprenditori e lavoratori, devono essere al centro – ha detto Alberto Dal Poz, presidente Federmeccanica –. Tra le priorità nazionali dev’esserci l’industria manifatturiera nella quale il nostro Paese eccelle”. “Nel nostro Paese non c’è consapevolezza del valore del lavoro 4.0, che non è solo digitalizzazione, ma è il ‘secondo balzo in avanti’ dell’umanità – ha affermato Marco Bentivogli, segretario generale Fim-Cisl –. In Italia non c’è propensione all’innovazione: la tecnologia aiuta l’occupazione e dobbiamo trasmettere ai lavoratori l’idea che non saranno ‘scarti’, ma, grazie alla formazione, riusciranno a rientrare nei nuovi spazi”. Le conclusioni sono state affidate a Michele Tiraboschi – presidente Adapt – che ha sottolineato il ruolo imprescindibile delle associazioni di categoria e dei sindacati (corpi intermedi) nel mediare il progresso culturale e far evolvere il tema del lavoro da terreno di scontro a driver di sviluppo e crescita dei territori.

 

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c.s.