Ospedali di Alba e Bra «Ecco il nostro piano per farli rinascere»

L’assessore regionale alla sanità Icardi illustra a IDEA il progetto per la riqualificazione dei vecchi nosocomi

0
2

L’auditorium del­l’O­spe­dale Mi­che­le e Pie­tro Ferrero, a Ver­duno, ha ospitato nei giorni scorsi un’importante conferenza stampa che ha visto intervenire, tra gli altri, il presidente della Regione Pie­monte, Alberto Cirio, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi, il direttore generale dell’Asl Cn2 Massimo Veglio, i sindaci di Alba e Bra, Carlo Bo e Gianni Fogliato, oltre a numerosi primi cittadini del territorio e al presidente della Confe­ren­za dei Sindaci dell’Asl Cn2, Mauro Noè.
Nel corso dell’appuntamento è stato presentato il progetto di riqualificazione degli ex ospedali “San Laz­zaro” di Alba e “Santo Spi­rito” di Bra. Per giungere alla realizzazione dell’intervento Re­gio­ne Piemonte e Comuni del territorio hanno siglato uno specifico protocollo d’intesa.
Carte alla mano si tratta di un piano particolarmente significativo che ammonta a 46 mi­lioni e 451mila euro, importo interamente finanziato con risorse a fondo perduto (Arti­colo 20) messe a disposizione della Regione, previo specifico accordo con il Ministero della Salute.
Guar­dando alle singole opere, 25 milioni e 946mi­la euro verranno im­piegati per la riqualificazione della struttura sanitaria albese e 20 milioni e 505mila euro sa­ranno destinati al presidio braidese. Ne abbiamo parlato con l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi.

Assessore Icardi, con quali obiettivi avete definito questo importante intervento?

«Parliamo di operazioni totalmente dedicate al potenziamento della medicina territoriale, con l’obiettivo di rendere il più possibile efficiente l’integrazione con il nuovo ospedale di Verduno. Per prestazioni che non necessitano di struttura ospedaliera, come programmi di presa in carico delle patologie croniche, esa­mi e visite ambulatoriali, attività clinico-assistenziali (me­dici di famiglia) e servizi am­mi­nistrativi, occorre che il cittadino trovi risposte all’interno dei centri abitati, se non al proprio domicilio, secondo la nuova strategia regionale di ri­forma dell’assistenza territoriale».

Come si è giunti a tale piano?
«L’utilizzo delle vecchie sedi degli ospedali di Alba e Bra per la medicina di prossimità è stato possibile grazie all’approvazione in Consiglio Re­gionale, il 19 ottobre 2021, dell’emendamento, da me promosso, alla legge regionale che nel 2015 vincolava l’Asl Cn2 a vendere i due presidi in dismissione per restituire il pre­stito di 25 milioni e 800mi­la euro ottenuto dalla Re­gione per il completamento dell’ospedale di Verduno».

Perché è stato così decisivo questo emendamento?
«Con tale emendamento, la Re­gio­ne ha ri­nun­ciato al credito di 25 mi­lioni e 800mi­la euro che vantava nei confronti del­l’Asl Cn2, la quale, a sua volta, non ha più dovuto vendere gli immobili degli ex ospedali di Alba e Bra, dando il via libera alla loro riqualificazione».

Cosa prevede, dal punto di vista tecnico, il progetto?

«Il progetto di fattibilità presentato dall’Asl Cn2 riguardante l’ex ospedale di Alba prevede il recupero del fabbricato monumentale per Ospedale di Comunità, Cent­rale Operativa Territoriale, servizi amministrativi, attività di formazione e Dipar­ti­mento di Prevenzione, oltre alla realizzazione di un nuo­vo fabbricato da dedicare a Casa di Comunità, attività clinico-assistenziali (me­di­ci di medicina generale, continuità assistenziale, sede Distretto, ambulatori specialistici…), Centro Diurno Psichiatria e Centro di Igiene Mentale».

E quali interventi sono invece previsti per Bra?
«Riguardo all’ex ospedale di Bra, sono previsti il recupero del fabbricato monumentale per Hospice, servizi amministrativi, socio-assistenziali, formazione e Dipartimento di Prevenzione, oltre al recupero e alla riqualificazione di un fabbricato più recente da dedicare a Casa di Comunità, Ospedale di Comunità, Cen­trale Operativa Territoriale e attività clinico-assistenziali (medici di medicina generale, continuità assistenziale, sede Distretto, ambulatori specialistici…)».

Il prossimo passaggio?
«I progetti di fattibilità verranno contenuti nel documento programmatico che la Re­gione sta redigendo per sottoporlo al Nucleo di Valu­ta­zione degli Investimenti Sa­nitari del Ministero della Sa­lute, dando così avvio alla pro­cedura di accesso ai finanziamenti a fondo perduto previsti dal­l’Ar­ticolo 20».

Il ruolo del territorio?
«All’avvio dell’iter, con l’invio della documentazione al Ministero, abbiamo voluto aggiungere anche l’intesa si­glata con i sindaci grazie alla quale abbiamo potuto illustrare il nostro piano di intervento. Alla luce del fatto che i fondi Articolo 20 sono certi, in quanto fanno parte delle risorse vincolate per il Pie­monte, ora sta a noi utilizzarli nelle varie iniziative, tra cui appunto gli ex ospedali di Alba e Bra. Insomma, c’è un percorso avviato, ora lo condivideremo nei dettagli con i sindaci e i singoli territori in modo da poter concludere la progettazione e giungere, nel giro di un paio di anni, all’avvio dei lavori».

A livello personale quali sensazioni prova?
«È toccato al presidente Cirio e a me l’onore e l’onere di inaugurare l’ospedale di Ver­duno, ora è necessario recuperare queste strutture. Si trat­ta di un atto di giustizia nei confronti del territorio che è sempre stato parsimonioso e ha sempre speso me­no: non può quindi essere penalizzato. Se l’Asl Cn2, finanziata con meno risorse rispetto alla media regionale da almeno due decenni, avesse dovuto vendere tali immobili sarebbe stato oltraggioso. Una cosa del tutto inaccettabile. Quindi, tale intervento a beneficio dell’area di Langhe e Roero credo possa essere letto come una parziale ri­com­pensa per tanti anni di fi­nanziamenti non adeguati».