La scintilla della cultura come fonte di bellezza e creatività. L’ispirazione e le suggestioni che nascono e si alimentano nel contatto diretto con la magia del territorio. Questi i motivi che emergono dalle riflessioni di Eros Pessina – imprenditore, scrittore, poeta, cantautore, consigliere comunale della Città di Busca -, tra i più apprezzati e poliedrici esponenti dell’ambito culturale in provincia di Cuneo. Per approfondire i significati della sua opera, IDEA ha voluto intervistarlo.
Pessina, lo scorso 3 novembre lei è stato protagonista della serata inaugurale della prestigiosa stagione culturale autunnale al Parco del Valentino, presso il Circolo Canottieri, a Torino. Quali sono state le suggestioni poetiche di un simile evento?
«Il fiume Po è il cuore pulsante di Torino, l’anima della città e diventa anche un po’ la nostra anima di poeti e di canottieri. Quando si va dai Murazzi a Moncalieri, facendo canottaggio, si vede la Mole che si allontana. L’ambiente è di per sé magico, suggestivo, ci fa riscoprire la nostra interiorità e ci fa riflettere sui nostri sogni. Sul fiume nasce la creatività: lungo le sponde del Po sono nati racconti e poesie di grandi scrittori. Siamo tornati ai Murazzi perché da lì è nato lo sviluppo culturale, economico e sociale di Torino. Siamo tornati lì per “inondare” di cultura, con la nostra associazione “Elogio della poesia”, tutta la città e il Piemonte intero».
A tal proposito com’è nata, nello specifico, l’idea di creare una biblioteca del premio letterario “I Murazzi”?
«La nostra finalità è appunto quella di creare delle piccole biblioteche di questo premio. Abbiamo una disponibilità di diversi volumi – quasi 500 – che vengono mandati in copia ai giurati del riconoscimento e quindi c’è la possibilità di diffondere e far conoscere queste opere. La biblioteca sorge proprio ai Murazzi ed è stata inaugurata al Circolo Canottieri Armida, tra i più antichi e prestigiosi della città: si torna al passato ma si arriva al presente e alla creatività attuale. In questo modo, si garantisce a tutti i soci di poter prendere in prestito le opere e si unisce lo sport alla cultura, due mondi che comunicano tra di loro».
Nella sua attività letteraria convivono l’amore per la storia, ma anche il racconto e la poesia. Come si intreccia tutto ciò?
«La storia nasce dalla mia passione personale. Sono laureato in Scienze Politiche a indirizzo storico, per cui ho sempre avuto una passione per la storia contemporanea e soprattutto per la storia orale. La parte storica proviene quindi dalla mia passione letteraria e universitaria. Dall’altra parte c’è la creatività, che è quella di scrivere romanzi. Ho realizzato anche alcuni romanzi storici, uno degli ultimi è stato proprio sull’eccidio nazifascista di Ceretto, nell’omonima frazione di Costigliole Saluzzo, opera in cui ho intrecciato la scrittura con la storia. Poi c’è la poesia, che nasce dal cuore, dall’anima, dall’io».
Sta lavorando a nuovi progetti editoriali per quanto riguarda il medio-lungo periodo?
«Prima di Natale uscirà un volume pubblicato da un editore romano e riproposto in diverse città. In pratica, si tratta di una raccolta di storie, curate da autori di quei luoghi e narrate nei bar delle città. Anche a Torino ne sono stati scelti alcuni, personalmente ho ideato una storia ambientata proprio nel bar-ristorante dell’Armida. Lo reputo un progetto molto particolare e originale».
Tra i suoi interessi c’è anche la musica. Come si lega questa sua passione con quella letteraria?
«Si tratta di creatività. A me piace scrivere poesie, molte volte arrivano di getto e spesso sono precedute, accompagnate o subito seguite da una melodia, che poi rimane in testa. Generalmente la registro con il telefono e poi cerco di trasformarla in qualcosa di più concreto, con l’aiuto della chitarra e degli strumenti digitali. Le canzoni nascono da sole, come dice Vasco Rossi. Accade, non c’è una spiegazione, è una serie di emozioni che si intrecciano nella testa».
Quanto la ispira il territorio cuneese nella sua opera, da un punto di vista culturale e paesaggistico?
«Le radici sono l’origine dell’ispirazione. Il poeta ha le proprie radici, basti pensare a Pavese o ai poeti langaroli. L’ambiente che è attorno ci plasma nella nostra mentalità, la bellezza forma il nostro carattere e la nostra sensibilità. Poi il poeta ha le ali, vola, si trasferisce e, quindi, cerca di adattarsi alle cose, ma sempre con quegli occhi che sono stati forgiati laddove si sono aperti».
Al di là delle ispirazioni, qual è il suo personale legame con Busca e con la provincia di Cuneo in generale?
«Sono molto legato al territorio cuneese. Busca è una città meravigliosa, qui ho anche l’opportunità di essere consigliere comunale e di dare il mio contributo dal punto di vista culturale. Sono poi molto affezionato a Cuneo, dove sono nato. La provincia Granda è una… grande provincia. E potrà essere ancora più grande, continuando ad aprirsi alle numerose possibilità di sviluppo che si presenteranno via via».
Articolo a cura di Domenico Abbondandolo