Cari Lamorresi, capita a tutti noi, quotidianamente, di imbatterci in rifiuti abbandonati sul ciglio della strada, in un fosso, per strada, o in pieno centro, in luoghi chiusi o aperti.
Non tutti noi cittadini, però, abbiamo le stesse modalità di reazione di fronte al rifiuto abbandonato: c’è chi non ci fa caso e tira dritto, c’è chi lo vede e si lamenta, ma poi non fa nulla “tanto sono gli altri che sporcano e poi io pago già le tasse”; c’è poi chi contribuisce a sporcare, sporcando sullo sporco…; e poi c’è, ma non è la maggioranza, chi per spiccato senso di civiltà pone rimedio alla maleducazione degli altri rimuovendo il rifiuto abbandonato.
C’è un errore macroscopico di fondo, che denota scarso buon senso: i luoghi pubblici, chiusi o aperti che siano, vengono percepiti come luoghi di nessuno, mentre sono luoghi di tutti.
Cartacce, bottiglie, lattine, mozziconi di sigaretta, elettrodomestici, vecchi pneumatici o qualsiasi tipo di rifiuto sono abbandonati nell’ambiente.
Ogni anno vengono buttati nell’ambiente centinaia di tonnellate di rifiuti non biodegradabili. Essi, a differenza di quelli biodegradabili, non sono attaccati da microrganismi capaci di degradarli, o comunque necessitano di tempi molto lunghi.
Vediamone alcuni esempi:
cartone di latte e simili: 1 anno
mozzicone di sigaretta: 5 anni
gomma da masticare: 5 anni
lattina di alluminio: da 100 a 500 anni
bottiglia, sacchetto, piatti e bicchieri di plastica, cartucce da caccia: da 100 a 1000 anni
Contenitore di polistirolo: 1000 anni
bottiglia di vetro: 4000 anni
Ciò significa che quando gettiamo per terra la carta delle caramelle, il mozzicone di sigaretta o qualsiasi altro materiale non biodegradabile, saranno i nostri figli, nipoti e pronipoti a raccoglierli.
Tutto ciò che oggi viene gettato e abbandonato con superficialità e maleducazione, rimarrà per moltissimi anni nell’ambiente contribuendo all’inquinamento del nostro già provato pianeta. Certo, si può pensare che tanto ci sono già le superpotenze che inquinano, e gli altri in genere, ma ciò non ci esime dalla nostra responsabilità individuale.
Già oggi subiamo gli effetti dei comportamenti di chi ci ha preceduto. Non esistono spiagge, sentieri, boschi e fiumi dove non ci siano ampie tracce di inciviltà. La civiltà si impara, il senso civico si impara. Attraverso la scuola, i bambini, istruiti nel modo giusto su raccolta differenziata e sostenibilità ambientale, sapranno educare quei genitori che hanno dimenticato o forse non hanno mai appreso il rispetto di ciò che è della comunità.
Anche a La Morra c’è ancora molto da fare in tal senso. A cominciare dai bidoni porta spazzatura che non vanno lasciati a bordo strada, ma ritirati ogni volta. Sacchetti e cordini di plastica che non vanno ammucchiati e depositati nelle vigne e meno che mai bruciati. Così pure le bottiglie e altri oggetti di plastica che, in vigna, finiscono coll’essere triturati nel terreno.
Gli automobilisti continuano a gettare fuori dall’auto pacchetti di sigarette, lattine, bottiglie di plastica o vetro, succhi, carta, contenitori di plastica, borse di immondizia, ecc. Una maleducazione che turba chi ama queste colline e giustamente si indigna nel vederle sfregiate.
Che fare? Ognuno di noi è sentinella del proprio territorio e quindi bisogna partire dalla propria responsabilità e dal continuo controllo individuale. A ciascuno il suo pezzettino ogni giorno, nella propria casa, davanti, nella strada, nella vigna, al lavoro. Ricordare con garbo, a chi ci è vicino, di fare altrettanto. Doveroso anche informare e richiedere a chi lavora in vigna di non lasciare, e non gettare rifiuti in campagna, né lungo le strade. A livello di comunità ci sono i servizi preposti, ma hanno bisogno della collaborazione dei cittadini.
Ognuno di noi è custode e sentinella del proprio territorio.
Confido nel buon senso civico e nella collaborazione di tutti.
Un caro saluto,
Marialuisa Ascheri
Sindaco