Vendere 4 kg di mele per pagarsi un caffè, sottostare allo strapotere della GDO che impone i prezzi sotto costo, subire l’aumento dei costi energetici e l’eccessivo costo della manodopera insieme alla troppa burocrazia, far fronte alla siccità e ai cambiamenti climatici ed essere remunerati un anno dopo il raccolto.
Queste le principali criticità denunciate durante il blitz “SOS Frutta” degli agricoltori a Torino, di fronte alla Prefettura in piazza Castello, provenienti dalla Granda e dall’intera Regione insieme al Presidente di Coldiretti Piemonte Roberto Moncalvo, al Delegato Confederale Bruno Rivarossa, al Presidente di Coldiretti Cuneo Enrico Nada, al Direttore provinciale Fabiano Porcu e ai Presidenti e Direttori delle altre Federazioni provinciali Coldiretti.
Diversi gli slogan sui cartelli degli imprenditori agricoli scesi in piazza: da “Siamo alla frutta” a “Il lavoro va pagato”, da “Non possiamo produrre in perdita” a “Basta strapotere GDO”, da “Stop pratiche commerciali sleali” a “Difendiamo la nostra frutta”. Ai consumatori sono state distribuite le mele insieme al dossier-verità sul comparto frutticolo piemontese affinché sia nota, non solo agli addetti ai lavori, la reale difficoltà a cui devono far fronte gli imprenditori.
“Mentre i prezzi al dettaglio della frutta sono saliti di oltre il +6,5% ad ottobre, secondo l’Istat, è crisi profonda nei campi dove i costi di produzione sono aumentati di oltre 20 centesimi al chilo. Una situazione esasperante per gli agricoltori che, piuttosto che svendere la frutta sottocosto, preferiscono regalarla alle famiglie in grave difficoltà economica”, denuncia Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo con delega regionale per l’ortofrutticolo, salito sul palco della manifestazione insieme con il Presidente Coldiretti di Zona Saluzzo Ivo Migliore, il Presidente di Zona Cuneo Paolo Quaranta e alcuni frutticoltori del Saluzzese, del Cuneese e del Saviglianese. Presenti al blitz il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, il Vicepresidente regionale Fabio Carosso e l’Assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa.
Per effetto delle difficoltà economiche e del caro prezzi nel carrello della spesa gli italiani hanno tagliato gli acquisti di frutta che crollano nel 2022 del 9% in quantità rispetto allo scorso anno, ai minimi da inizio secolo, secondo l’analisi di Coldiretti, dalla quale si evidenzia peraltro che più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo, secondo il CREA.
Infatti, oltre ai danni provocati dai cambiamenti climatici che hanno tagliato i raccolti, i bilanci delle aziende sono messi a rischio da rincari di ogni tipo con spese più che raddoppiate fino agli imballaggi, con gli incrementi che colpiscono dalla plastica per le vaschette, le retine e le buste (+70%), alla carta per bollini ed etichette (+35%) fino al cartone ondulato per le cassette (+60%), stesso trend di rincari per le cassette in legno (+60%).
“Una situazione insostenibile per cui va immediatamente applicato il Decreto contro le pratiche commerciali sleali e va ripristinato lo strumento dei voucher per la manodopera. Occorre poi ridurre drasticamente il costo del lavoro per allinearci ai nostri competitor nell’ambito dell’Unione Europea e non solo. Ormai da troppi anni si protrae la crisi nera della frutticoltura a causa di una scarsa remunerazione del prodotto e di una non equilibrata ripartizione del valore nei vari passaggi della filiera” dichiara il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.
Alla luce di questo scenario Coldiretti ha chiesto al Governatore Cirio, che durante il blitz degli agricoltori in piazza ha sottoscritto la proposta Coldiretti di intesa, un aiuto concreto per:
attivare una collaborazione con ISMEA per certificare in modo ufficiale e oggettivo i costi di produzione della frutta piemontese, compresi i costi di condizionamento; richiedere al Governo un impegno affinché nei primi provvedimenti utili sia inserita una misura per la decontribuzione del costo del lavoro per le imprese frutticole; farsi promotori a livello nazionale di una nuova disposizione normativa che, al pari di quanto già avviene su molte altre filiere agroalimentari, preveda l’obbligo di origine in etichetta dell’ortofrutta nei prodotti trasformati come conserve, marmellate, succhi di frutta; inserire nei futuri bandi dei fondi europei e regionali a sostegno dell’agroindustria, il rispetto del Decreto Legislativo 198/2021 come condizione di ammissibilità alla presentazione della domanda.
Al termine della mattinata oltre 2.500 Kg di mele sono state devolute al Sermig e al Banco Alimentare di Torino.
c.s.