La voce di Linda Riverditi è stata una delle più ap­prez­zate in questa edizione di X Factor 2022. Nel team guidato da Fedez, la cantante 19enne nata e vissuta ad Alba, è stata tra le più applaudite ed è arrivata in finale, aggiudicandosi il terzo posto. Il giorno dopo l’esibizione al Forum di Assago, Linda è euforica: «Il mio X Factor io l’ho vinto» dice. E aggiunge: «Il mio sogno fin dall’inizio era cantare su questo palco: ci sono riuscita ed è stata la cosa più bella di tutto X Factor, un’esperienza incredibile».

Quando si è iscritta pensava che sarebbe arrivata a questo traguardo?
«No, l’ho preso come un gioco, non sapevo quanto sarebbe durato. Non mi ero mai esibita su un palcoscenico prima di X Factor. Solo una volta, al saggio della mia scuola di teatro, avevo cantato in pubblico. Mi sono iscritta senza dirlo a nessuno, solo dopo qualche ora l’ho detto a mia mamma e poi a mio papà».

La sua famiglia l’ha supportata in questa esperienza?
«Tantissimo: mia madre da subito è stata entusiasta. Mio papà all’inizio era titubante, poi si è ricreduto. Mi hanno sempre sostenuto e hanno assistito a tutti i miei live: mamma, papà, i miei fratelli e la mia fidanzata Sara Agnese, che ha 18 anni. Qualche volta sono anche venuti i nonni e gli amici».

Quando ha cominciato a pensare che ce la poteva fare?
«Quando ho superato le audizioni e sono cominciati i live ho iniziato a rendermi conto di quanto valevo».

All’interno di X Factor si è creato un buon rapporto con la squadra e gli altri concorrenti?
«Umanamente è stato un percorso eccezionale, bellissimo. Per spiegarlo posso dire che il momento più bello era la serata del mercoledì quando c’erano le prove generali. Era straordinario perché cantavamo e suonavamo senza eliminazioni, senza paura di dare contro a qualcuno».

Il suo giudice è stato Fedez. Come si è trovata con lui?
«All’inizio era freddo con noi, e io ci stavo male. Man mano che passava il tempo si è aperto, oserei dire si è affezionato. Io con lui mi sono trovata molto bene, siamo simili da tanti punti di vista, io e lui. È un caterpillar, testa bassa e lavorare. Purtroppo al termine della finale non sono riuscita a salutarlo, sono dovuta scappare in conferenza stampa e lui è andato via perché era assediato dai fan. Ci terrei tanto a sentirlo ancora, prima o poi gli scriverò».

Com’è nata la passione per la musica?
«Mia mamma mi ha fatto ascoltare una canzone dei Queen, “I want to break free”, e da lì è iniziato tutto. Avrò avuto sei o sette anni, mi sono innamorata di loro e mi sono fatta regalare un iPod con i loro successi. Mi travestivo da Freddie Mercury e lo imitavo allo specchio».

Suona anche strumenti?
«A otto anni ho iniziato con la batteria, ma dopo sei mesi mi sono rotta il polso e ho dovuto smettere. Poi sono passata a chitarra e pianoforte per entrare al liceo musicale. Ho studiato an­che il violoncello, ma mi sono rotta una spalla sciando e non ho più potuto suonare».

A scuola come andava?

«Il mio rapporto con la scuola è stato tragico e mi ha creato tanta ansia. Ho iniziato il liceo scientifico, poi sono stata bocciata, ho cambiato scuola e sono entrata al liceo musicale. Poi quando non ho potuto più suonare, ho avuto un brutto litigio con i professori, c’è stata una bocciatura punitiva e ho ripreso lo scientifico. Non sono mai andata a genio ai professori, mai capito il perché. Io sono stata anche bullizzata, a partire dalla scuola media. Dai miei insegnanti non ho mai avuto aiuto, non mi hanno capita. Solo mia madre mi ha aiutato ad uscire da queste brutte situazioni. Vedeva i messaggi anonimi, terribili, che ricevevo. Mi diceva di passare oltre, di crearmi un mio spazio nella testa, arredarlo con tutte le cose che mi piacevano e trovarci rifugio quando le cose non vanno come dovrebbero. Lo faccio ancora adesso. E la cattiveria la lascio alle persone cattive».

Che cosa si sente di consigliare ai ragazzi che come lei subiscono bullismo?
«Tenete la mente occupata dal vostro grande sogno, fregatevene delle cattiverie, e vedrete che l’obiettivo si realizzerà, come è successo a me. Solo le critiche costruttive aiutano a crescere, di invidia e cattiveria bisogna fregarsene».

Cosa sogna dopo X Factor? I talent show non sono più garanzia di successo.
«Dipende da come uno se la gioca, da come riesce a gestire la sua immagine. Io voglio quello che sognano tutti quelli che fanno musica, ovvero riuscire a trasformare la passione in un lavoro».

I progetti per il futuro?

«Voglio cominciare a lavorare al prossimo singolo e all’album. Testi e pezzi da rivedere ne ho messi da parte tanti in questi anni ed è il momento di creare qualcosa. Appena riesco mi trasferirò a Milano, per essere più vicino al mio produttore e al mondo della musica. Però tornerò ad Alba ogni volta che potrò: è la mia città e io la amo».