Collaborare per promuovere un movimento evolutivo del centro diurno, l’importante servizio che accoglie durante la giornata persone con disabilità. È questo l’ambizioso obiettivo dell’ambito “Nuova Semi Residenzialità” che coinvolge la quasi totalità dei centri diurni della provincia, inserito da Fondazione CRC all’interno dell’ampio progetto “Autonomia e Disabilità” promosso in sinergia con i principali attori locali che si occupano sul territorio di disabilità.
Il focus su questa tematica vede capofila il Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese con un progetto per promuovere un’evoluzione di queste importanti strutture in sinergia con le famiglie e il territorio, partendo dall’identificazione di una base comune metodologica e di un linguaggio condiviso.
Per questo nei mesi scorsi è stata avviata un’azione formativa trasversale che coinvolge operatori dei centri diurni, assistenti sociali ed educatori del territorio, con la presenza attiva anche delle famiglie o dei loro rappresentanti.
Sono ventotto i centri diurni coinvolti sull’intero territorio della Granda – che rappresentano la quasi totalità delle strutture afferenti a tutti gli enti gestori dei Servizi Sociali della provincia di Cuneo, ossia il Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese, il Consorzio per i Servizi Socio-assistenziali del Monregalese, il Consorzio Monviso Solidale e il Consorzio Socio Assistenziale Alba Langhe Roero, l’Unione Montana delle Valli Mongia e Cevetta – Langa Cebana – Alta Valle Bormida e i Servizi Sociali Intercomunali ambito di Bra – che rientrano nell’iniziativa, che ha preso il via con una prima serie di incontri e si svolgerà principalmente nel 2023, fino all’individuazione di alcune figure sperimentali, gli operatori dell’inclusione, formate per svolgere un’azione propulsiva del centro diurno verso l’esterno.
“L’operatore dell’inclusione – commentano Alessandro Cosio e Sara Marchisio, rispettivamente responsabile Servizio Centri Diurni e operatrice dell’Ufficio attività progettuali del Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese – è una figura professionale che avrà ‘un piede’ nei centri diurni e uno nello spazio fuori dal centro, per fare da ponte con le attività inclusive che offre il territorio: un modo per contribuire al dialogo e aprire verso l’esterno i centri diurni, offrendo un servizio sempre più completo.
Si tratta di cambiare un paradigma culturale, cercando di comprendere ancora di più i bisogni delle persone con disabilità, potenziando le loro abilità e indagando i loro desideri, per farli incontrare con le reti formali e informali del territorio”.
Un progetto che ha molte peculiarità. “Si tratta della prima volta che tutti i centri diurni dialogano direttamente o indirettamente tra di loro – continuano -. Il progetto vuole investire sul capitale umano degli operatori e di tutti i colleghi che lavorano intorno alla disabilità, coinvolgendo attivamente le famiglie”.
Il filone è già partito con una vasta azione formativa sul territorio e prevede inoltre un accompagnamento nell’agire quotidiano. Sono previste anche attività di tutoraggio e il coinvolgimento, a seconda delle tematiche trattate, di importanti interlocutori come l’Università della Strada del Gruppo Abele.
Il progetto è sperimentale e in quanto tale sarà modulato in corso d’opera, permettendo anche ai vari enti gestori dei centri diurni di comprendere le specificità del territorio e di individuare quanti operatori dell’inclusione formare e, successivamente, come gestire queste risorse.
“Si tratta di un modello da costruire, insieme – aggiungono -. È questa la principale sfida, perché in ogni momento formativo nascono nuove domande, com’è giusto e arricchente in questa fase”. Fino ad oggi hanno già ricevuto una parte della formazione oltre 180 operatori della provincia.
“L’attenzione ai bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie è sempre stata al centro dell’attività della Fondazione: grazie a questo filone d’intervento, promosso in collaborazione con il Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese all’interno del progetto Autonomia e disabilità, si potranno formare professionisti in grado di aprire i centri diurni verso l’esterno, in un lavoro di rete che coinvolge tutti gli enti gestori dei servizi della nostra provincia. Un passo importantissimo nella direzione di costruire una comunità sempre più inclusiva” dichiara Ezio Raviola, presidente della Fondazione CRC.
“Si continua così un percorso importante di collaborazione tra soggetti pubblici e privati che a vario titolo si occupano di disabilità – commenta Giulia Manassero, direttore del Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese – e che sta portando a risultati prima inimmaginabili, particolarmente importanti soprattutto nel lungo periodo. La Fondazione CRC ha assegnato al nostro Consorzio il ruolo di coordinamento della cabina di regia del progetto Autonomia e Disabilità, l’occasione per sederci tutti intorno a un tavolo e contaminarci, arricchendo i percorsi di ogni filone coinvolto”.
L’ambito “Nuova Semi Residenzialità” è uno dei filoni che compongono l’importante progetto biennale “Autonomia e Disabilità”, promosso dalla Fondazione CRC. L’iniziativa prevede un budget complessivo superiore ai 500 mila euro, di cui 316 mila finanziati proprio dalla Fondazione CRC, e la collaborazione attiva di molte entità del territorio che si occupano di disabilità. Gli altri soggetti capofila sono Confindustria Cuneo, il Consorzio per i Servizi Socio-assistenziali del Monregalese, il Consorzio Monviso Solidale e l’Associazione di Genitori L’Airone OVD.
c.s.