Lo spirito monregalese si esprime tra i cieli, nel suo patrimonio culturale, ma anche nelle sue variegate tradizioni, anche gastronomiche. Qui l’enogastronomia è un omaggio alla terra, alle colline, montagne e pianure che offrono frutti pregiati e selezionati per essere irresistibili.
La natura e il lavoro dell’uomo hanno dato vita ad alcune coltivazioni uniche, di rara qualità e gusto. Tra tutti è doveroso menzionare le mele della Garzegna, il miele millefiori del Monteregale, il cece di Nucetto o la rapa di Caprauna. Le particolari condizioni del terreno e del clima hanno fatto sì che qui funghi e tartufi crescano in abbondanza, per deliziare il palato dei più golosi.
Nel tempo anche la tradizione gastronomica ha affinato produzioni e ricette che esaltano la straordinaria qualità delle materie prime locali. Così nascono formaggi come il Nostrano o il Raschera, l’inimitabile pasta all’uovo locale, i tipici formati di pane come i Rubatà o la grande varietà di vini, a partire dal Dogliani Docg. Tra le infinite produzioni dolciarie come non nominare le Risole, tipiche di Mondovì, le paste di meliga, simbolo della cittadina di Pamparato, o le cupete, create spalmando un composto di miele, nocciole e noci tra due dischi di ostia.
Icona un po’ retrò del bien-vivre monregalese è certamente il Rakikò, un liquore a base di erbe nato in città un secolo fa. La ricetta segreta accresce il fascino di questo elisir, che può essere consumato come aperitivo, digestivo o come long drink.