Esordio in casa per Linda Riverditi, una della voci più apprezzate in questa edizione di X Factor 2022. Nel team guidato da Fedez, la cantante 19enne nata e vissuta ad Alba, è stata tra le più applaudite ed è arrivata in finale, aggiudicandosi il terzo posto. Questa sera, venerdì 13 gennaio, sarà ospite del Ritual Club, in via Dalla Chiesa 13 ad Alba, per un concerto live che inizierà poco prima delle 23.
La rivista IDEA l’ha intervistata il giorno dopo l’esibizione al Forum di Assago. Linda era euforica: «Il mio X Factor io l’ho vinto» dice. E aggiunge: «Il mio sogno fin dall’inizio era cantare su questo palco: ci sono riuscita ed è stata la cosa più bella di tutto X Factor, un’esperienza incredibile».
Quando si è iscritta pensava che sarebbe arrivata a questo traguardo?
«No, l’ho preso come un gioco, non sapevo quanto sarebbe durato. Non mi ero mai esibita su un palcoscenico prima di X Factor. Solo una volta, al saggio della mia scuola di teatro, avevo cantato in pubblico. Mi sono iscritta senza dirlo a nessuno, solo dopo qualche ora l’ho detto a mia mamma e poi a mio papà».
La sua famiglia l’ha supportata in questa esperienza?
«Tantissimo: mia madre da subito è stata entusiasta. Mio papà all’inizio era titubante, poi si è ricreduto. Mi hanno sempre sostenuto e hanno assistito a tutti i miei live: mamma, papà, i miei fratelli e la mia fidanzata Sara Agnese, che ha 18 anni. Qualche volta sono anche venuti i nonni e gli amici».
Quando ha cominciato a pensare che ce la poteva fare?
«Quando ho superato le audizioni e sono cominciati i live ho iniziato a rendermi conto di quanto valevo».
All’interno di X Factor si è creato un buon rapporto con la squadra e gli altri concorrenti?
«Umanamente è stato un percorso eccezionale, bellissimo. Per spiegarlo posso dire che il momento più bello era la serata del mercoledì quando c’erano le prove generali. Era straordinario perché cantavamo e suonavamo senza eliminazioni, senza paura di dare contro a qualcuno».
Il suo giudice è stato Fedez. Come si è trovata con lui?
«All’inizio era freddo con noi, e io ci stavo male. Man mano che passava il tempo si è aperto, oserei dire si è affezionato. Io con lui mi sono trovata molto bene, siamo simili da tanti punti di vista, io e lui. È un caterpillar, testa bassa e lavorare. Purtroppo al termine della finale non sono riuscita a salutarlo, sono dovuta scappare in conferenza stampa e lui è andato via perché era assediato dai fan. Ci terrei tanto a sentirlo ancora, prima o poi gli scriverò».
Com’è nata la passione per la musica?
«Mia mamma mi ha fatto ascoltare una canzone dei Queen, “I want to break free”, e da lì è iniziato tutto. Avrò avuto sei o sette anni, mi sono innamorata di loro e mi sono fatta regalare un iPod con i loro successi. Mi travestivo da Freddie Mercury e lo imitavo allo specchio».
Suona anche strumenti?
«A otto anni ho iniziato con la batteria, ma dopo sei mesi mi sono rotta il polso e ho dovuto smettere. Poi sono passata a chitarra e pianoforte per entrare al liceo musicale. Ho studiato anche il violoncello, ma mi sono rotta una spalla sciando e non ho più potuto suonare».
A scuola come andava?
«Il mio rapporto con la scuola è stato tragico e mi ha creato tanta ansia. Ho iniziato il liceo scientifico, poi sono stata bocciata, ho cambiato scuola e sono entrata al liceo musicale. Poi quando non ho potuto più suonare, ho avuto un brutto litigio con i professori, c’è stata una bocciatura punitiva e ho ripreso lo scientifico. Non sono mai andata a genio ai professori, mai capito il perché. Io sono stata anche bullizzata, a partire dalla scuola media. Dai miei insegnanti non ho mai avuto aiuto, non mi hanno capita. Solo mia madre mi ha aiutato ad uscire da queste brutte situazioni. Vedeva i messaggi anonimi, terribili, che ricevevo. Mi diceva di passare oltre, di crearmi un mio spazio nella testa, arredarlo con tutte le cose che mi piacevano e trovarci rifugio quando le cose non vanno come dovrebbero. Lo faccio ancora adesso. E la cattiveria la lascio alle persone cattive».
Che cosa si sente di consigliare ai ragazzi che come lei subiscono bullismo?
«Tenete la mente occupata dal vostro grande sogno, fregatevene delle cattiverie, e vedrete che l’obiettivo si realizzerà, come è successo a me. Solo le critiche costruttive aiutano a crescere, di invidia e cattiveria bisogna fregarsene».
Cosa sogna dopo X Factor? I talent show non sono più garanzia di successo.
«Dipende da come uno se la gioca, da come riesce a gestire la sua immagine. Io voglio quello che sognano tutti quelli che fanno musica, ovvero riuscire a trasformare la passione in un lavoro».
I progetti per il futuro?
«Voglio cominciare a lavorare al prossimo singolo e all’album. Testi e pezzi da rivedere ne ho messi da parte tanti in questi anni ed è il momento di creare qualcosa. Appena riesco mi trasferirò a Milano, per essere più vicino al mio produttore e al mondo della musica. Però tornerò ad Alba ogni volta che potrò: è la mia città e io la amo».