“Capire il male non significa giustificarlo, ma darsi i mezzi per tentare di impedirne il ritorno”: su queste parole di Tzvetan Todorov, si è chiusa in tarda mattinata la visita delle classi V A e B AFM dell’istituto “Bonelli”, presso il Memo 4345, memoriale di Borgo San Dalmazzo, in ricordo delle centinaia di ebrei, francesi e non, transitati per il campo costruito in quel triste periodo a pochi chilometri da Cuneo.
Accompagnati dai docenti di Lettere, professoressa Maura Torello e professor Claudio Marengo, gli studenti hanno potuto vivere, o meglio rivivere, in prima persona il dolore e la sofferenza di centinaia di uomini, donne, bambini in fuga dalla barbaria nazista. Ospitati e protetti da figure eroiche come Don Viale o anche comuni e semplici residenti nelle borgate limitrofe, molti ebrei transitati per Borgo S. Dalmazzo sono riusciti a sopravvivere tra mille peripezie, mentre per altri il destino era segnato.
«A differenza di altri luoghi», racconta Chiara Rubiolo, alunna della VB AFM, «Memo 4345, si basa soprattutto sulle testimonianze delle persone che hanno vissuto sulla propria pelle questo sterminio. Questo mi fa pensare a quanto spesso io mi lamenti inutilmente dei problemi della mia quotidianità».
Le fa eco Chiara Luciano: «Ho apprezzato che non ci si concentrasse solo sull’aspetto storico, ma anche su quello umano», mentre lo studente Samuele Correndo sottolinea le parole di W. Benjamin, come monito “a futura memoria”: «È meglio onorare la memoria dei senza nome che non quella degli uomini famosi».
L’uscita didattica si inserisce nel novero delle iniziative organizzate dall’istituto in vista del 27 gennaio, “Giornata della memoria”.
Studenti, insegnanti e dirigenza ringraziano di cuore il personale della struttura Memo 4345, soprattutto per la guida, abile cicerone nel guidare i ragazzi attraverso l’orrore della storia.