Gli spettacoli del progetto annuale degli “Amici della Musica” di Savigliano propongono un repertorio in grado di spaziare fra i generi e i periodi storici più vari. La musica colta di tradizione europea non accoglierà soltanto i nomi dei suoi esponenti più celebrati (Mozart, Beethoven, Bach, Mozart, Chopin, Franck, Šostakovic e così via), ma promuoverà la valorizzazione di compositori meno rimarcati nell’immaginario comune – è il caso, ad esempio, di Franzh Wilhelm Ferling (1796-1874), Darius Milhaud (1892-1974), Paul Creston (1867-1950), Franz Danzi (1763-1826), Gustav Holst (1874-1934), Nino Rota (1911-1979), Jean Francaix (1912-1997) – al fine di innescare nel pubblico non solo uno stimolo di riconoscimento, ma anche di piacevole scoperta.
Notevole importanza assume quest’anno la promozione del repertorio operistico, attuata quest’anno attraverso la rappresentazione in piazza del Barbiere di Siviglia di Rossini: un’operazione nata oltre quindici anni fa e volta a portare la lirica al di fuori dei suoi contesti più tradizionali, mettendola al servizio del pubblico più eterogeneo e curioso. Ma vanno menzionati anche l’omaggio alle donne di Puccini, raccontate attraverso le sue più belle e celebri arie d’opera, e l’omaggio a Maria Callas nel centenario della nascita. Le due giovani cantanti prescelte sono state selezionate nell’edizione 2022 del concorso E. Sordello di Cuneo, a cui l’Associazione collabora da molti anni.
Le celebrazioni fenogliane verranno concluse portando in scena le parole e l’opera della sorella, Marisa Fenoglio, tema di un reading musicale per voce narrante e fisarmonica allo Spazio Binaria di Torino.
Lo spirito delle contaminazioni tra blues e jazz prenderà vita nel ciclo di concerti Blues, jazz and wine, dedicato al repertorio di tradizione afroamericana e pronto a coinvolgere figure di rilievo del panorama jazzistico quali Fulvio Albano, KristinMarion, PhilippeMartel ed Enrico Pieranunzi; una presenza costante, quest’ultima, alle rassegne dell’Associazione.
L’omaggio alla Vergine Maria ed all’opera di Sant’Agostino, inaugurerà la proposta di repertorio organistico sacro e profano promossa dalla rassegna Organi Vespera. Quest’ultima si avvarrà della collaborazione fra l’Associazione e la storica azienda Vegezzi Bossi di Centallo, un incontro nato al fine di valorizzare il patrimonio organistico piemontese, anche grazie all’intervento di interpreti di rilievo quali Didier Hennuyer, Fabio Frigato, Vibeke Astner, Barbara Von Berg,Michael Frangen, Hans-Andrè Stamm.
A completare il ventaglio di attività proposte dall’Associazione, anche in questa stagione, vi saranno i quattro Concerti della domenica di Savigliano, nella splendida cornice barocca di palazzo Taffini. La programmazione si avvarrà, come di consueto, della ricerca di ottimi strumentisti e solisti, con ensemble cameristici scelti usufruendo dei numerosi contatti che la Direzione Artistica ha intessuto negli oltre 40 anni di attività culturale, non trascurando le Agenzie specializzate e rivolgendosi inoltre a coloro che, negli anni, hanno contribuito a far crescere l’Associazione.
Il primo concerto della rassegna è previsto per domenica 5 febbraio alle ore 16,00 presso lo “Spazio incontri della Fondazione CRC di Cuneo” con “Le grandi sinfonie per piccolo organico” di Ludwig van Beethoven (1770-1827) e Johann Nepomuk Hummel (1778-1837). Sul palco, l’Ensemble Beethoven.cam con:
Silvia Tuja flauto Laura Riccardi violino Elisabetta Soresina violoncello Chiara Nicora pianoforte
Ingresso: 8 euro
Cos’è Ensemble Beethoven.cam
L’ensemble beethoven.cam nasce intorno al progetto di esecuzione integrale delle Sinfonie di Beethoven nelle trascrizioni per flauto, violino, violoncello e pianoforte di Johann Nepomuk Hummel, a cura dell’Accademia Orchestrale del Lario. Nello spirito che caratterizzava le esecuzioni di musica da camera dell’epoca, quattro musiciste con un ricco curriculum personale e legate da un interesse comune per la ricerca in ambito musicale e per lo studio delle prassi esecutive secondo principi filologici, condividendo le loro numerose precedenti esperienze di collaborazione in formazioni cameristiche anche con strumenti antichi, nel 2015 hanno deciso di intraprendere questo percorso che riporta la musica sinfonica nella amata dimensione della Hausmusik ottocentesca. Il concerto d’apertura del progetto si è tenuto nel 2016 al Teatro Comunale San Teodoro di Cantù nel quadro del Festival “Il Maggio della Grande Musica”; successivamente l’ensemble si è esibito al Teatro Sociale di Como, alla Casa Museo Lodovico Pogliaghi al Sacro Monte di Varese, alla Badia di Ganna, a Villa Caldogno (Vicenza) al Festival di Mantova 2017, a Villa Bozzolo (FAI Varese) e a Cantù al Teatro San Teodoro dove ha eseguito tutte le sinfonie.
Sin dalla loro composizione le Sinfonie di Beethoven hanno rappresentato qualcosa di eccezionale; probabilmente nessun repertorio orchestrale ha influito tanto sulla storia della musica. La monumentalità di queste composizioni ha modificato per sempre le prospettive del genere sinfonico, e tutti i compositori di sinfonie dopo Beethoven non hanno potuto fare a meno di confrontarsi con lui, di sentire il peso della sua figura e della sua opera.
Nel corso di tutto il XIX secolo, a fronte della progressiva riconosciuta grandezza delle sinfonie beethoveniane, non esistevano le condizioni per poter assistere frequentemente alla loro esecuzione nella forma originale: le difficoltà di avere a disposizione una intera orchestra – e per di più delle dimensioni di quella beethoveniana – e naturalmente la mancanza di mezzi di riproduzione “tecnologica” favorirono la pratica delle trascrizioni e degli arrangiamenti per organici cameristici, con i quali fosse possibile riproporre questo repertorio anche in ambiti domestici, nel quadro di quella che veniva allora definita “Hausmusik”, e non in semplici riduzioni, ma spesso in vere e proprie “ri-creazioni”, che rendono ancora oggi possibile la fruizione dell’opera in una prospettiva diversa. Fra le numerose trascrizioni pervenuteci, particolarmente interessante risulta essere il lavoro realizzato da Hummel, che ha trascritto l’intero corpus delle sinfonie di Beethoven per quartetto con flauto. Hummel, nato a Presburgo (attuale Bratislava) in Slovacchia il 14 novembre 1778, si trasferì a Vienna con la famiglia nel 1786, quando il padre divenne Kapellmeister al Theater auf der Wieden di Emanuel Schikaneder. Per oltre due anni, su richiesta del padre Johannes, Hummel ricevette lezioni gratuitamente da Mozart, che lo ospitò anche nella sua casa e ne riconobbe il grande talento, facendolo debuttare come pianista in concerto sotto la sua direzione nel 1787. Hummel intraprese quindi con il padre una serie di viaggi che, tra il 1788 al 1792, lo condussero ad esibirsi come virtuoso al pianoforte a Berlino, Hannover, Amburgo, in Danimarca e in Inghilterra; a Londra fece fra l’altro la preziosa conoscenza di Haydn. Al suo ritorno a Vienna ricevette lezioni di composizione da Johann Georg Albrechtsberger e Antonio Salieri. Proprio in questi anni, e precisamente nel 1792, giunse a Vienna Beethoven, che a sua volta fu allievo di Albrechtsberger, Salieri e Haydn. Non ci sono testimonianze certe su quando avvenne il primo incontro fra Hummel e Beethoven, anche se è probabile che la loro reciproca conoscenza risalga già a questi anni, ma sono certamente documentate le occasioni in cui, fra il 1799 e il 1800, i due musicisti partecipavano insieme ad esecuzioni di musica da camera con figure quali Zmeskall, Schuppanzigh e Mayseder a casa di Emanuel Aloys Förster. Ferdinand Hiller – allievo di Hummel – riferisce di una conversazione nella quale Hummel confessò come per lui l’arrivo di Beethoven a Vienna avesse rappresentato un momento critico: “Avrei forse dovuto tentare di seguire le orme di un tale genio? Per un momento non seppi cosa fare, ma poi mi dissi: la cosa migliore è restare fedele a te stesso e alla tua natura.“