L’Impact, tema distintivo di “Imprese Vincenti”

Al centro realtà e progetti di impatto sociale

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Si è svolta a Torino la quattordicesima ed ultima tappa del roadshow “Imprese Vin­centi”, il programma di Intesa Sanpaolo per la valorizzazione delle piccole e medie imprese che rappresentano un esempio di eccellenza imprenditoriale capace di reagire con successo ai delicati e continui cambi di contesto. In questa edizione i filoni progettuali del Pnrr acquistano una rilevante centralità, rappresentando sia alcuni dei parametri di selezione delle aziende che i temi portanti del roadshow.
La tappa torinese è stata dedicata al tema Impact ed è stata ospitata all’auditorium del grattacielo di Intesa Sanpaolo a Torino dove dieci “Imprese Vincenti” hanno raccontato la propria storia aziendale, le scelte strategiche che le hanno portate a consolidare il proprio percorso di sviluppo e le azioni di innovazione sviluppate in questo particolare contesto economico. Si tratta di aziende del Terzo Settore che offrono servizi in ambito socio-sanitario ed educativo come Abil.mente, Centro Gulliver, Fraternità Giovani, La Città Essenziale e Promozione La­voro, nel turismo sociale e promozione culturale come Ca­ta­sta Pollino e Ente Fiera In­ter­nazionale del Tartufo Bianco d’Alba, nell’istruzione e inclusione abitativa come Fonda­zione CEUR, nell’inclusione lavorativa come Collecoop, e nei servizi ambientali come Il Giardinone.
Le dieci “Imprese Vincenti” appartenenti al Terzo Settore sono capaci di offrire un supporto fondamentale alle comunità di riferimento, anche in contesti complessi come l’attuale, e sono in grado di rinnovarsi per continuare ad erogare i propri servizi in sintonia con le esigenze delle persone, soprattutto nel welfare sociale. La tappa dedicata alle imprese sociali è stata l’occasione per accendere il faro su un settore che gioca un ruolo fondamentale nella comunità, ruolo i cui effetti mai come in questo difficile periodo emergono con tanta evidenza. Le “Imprese Vincenti” del Terzo Settore fanno infatti vincere tutti: i beneficiari dei loro servizi, le comunità di riferimento e in definitiva la società nel suo complesso. Inserirle nel programma di valorizzazione “Imprese Vincenti” si­gnifica riconoscere il loro contributo all’economia del Paese ed esporle al dialogo con il mondo profit per uno scambio da cui entrambi i mondi traggono beneficio e occasione di crescita.

Intesa Sanpaolo da sempre dedica grande attenzione e supporta le realtà che operano nel Terzo Settore, poiché oltre che motore dell’economia del Paese, intende dare un reale contributo sociale alla comunità in termini di inclusione, valorizzazione dell’ambiente e della cultura, promozione dell’educazione e dell’innovazione. A questo scopo ha creato la Direzione Impact, che ha ereditato la realtà di Banca Prossima, assorbita in Intesa Sanpaolo nel 2019 e istituto bancario interamente dedicato al Terzo Settore. L’attività della Direzione Impact è diventata nel tempo sempre più strategica e centrale all’interno della Banca: attraverso gli oltre 600 specialisti che operano sul territorio, offre strumenti innovativi per consentire l’accesso al credito dei più vulnerabili e dei soggetti non bancabili e per sviluppare un’economia dedita al bene condiviso.

Andrea Lecce, responsabile Dire­zione Impact di Intesa Sanpaolo sottolinea: «L’Italia è nota per le sue eccellenze legate al “bello e ben fatto”, ma accanto a queste c’è anche quella del sociale, dell’attenzione alle comunità, con schemi e forme generosi e intelligenti, sostenendo la società e il nostro vivere civile. Con la tappa di “Imprese Vincenti” dedicata al Terzo Settore vogliamo valorizzare e rendere ancora di più visibili queste imprese che, nel contesto attuale, sono state in grado di rinnovarsi e operare a sostegno della società. Intesa Sanpaolo, forte del ruolo di riferimento che la Direzione Impact detiene sulle aziende no-profit, ha rafforzato ulteriormente il proprio supporto includendo all’interno del suo pilastro ESG del Piano d’Impresa 2022-2025 il sostegno all’inclusione finanziaria, attraverso il credito sociale, per sviluppare un’economia dedita al bene condiviso. Con strumenti sempre più innovativi e un costante dialogo attraverso le nostre oltre 600 persone che operano sul territorio, supportiamo le imprese del Terzo Settore nel promuovere iniziative territoriali con l’obiettivo di aumentare la coesione sociale, il benessere delle persone, delle comunità e apportare benefici all’ambiente».

L’iniziativa “Imprese Vincenti” ha raccolto fin da subito un ampio interesse in tutta Italia grazie all’opportunità offerta alle imprese di essere inserite in programmi di accompagnamento alla crescita e di visibilità a livello nazionale realizzati da Intesa Sanpaolo e dai partner del progetto. Questa edizione ha visto ben 4.000 Pmi, che complessivamente contano 150.000 dipendenti e registrano circa 35 miliardi di fatturato, autocandidate sul sito della Banca. Tra queste ne sono state selezionate 140 che spiccano per investimenti in piani di rilancio e trasformazione se­condo le direttrici indicate dagli obiettivi del Pnrr. Si tratta dunque di piccole e medie imprese che hanno avviato progetti o raggiunto risultati in termini di Digitalizzazione e Competitività; Sostenibilità e Transizione ecologica; Innovazione, Ricerca e Istruzione; Welfare e Salute.

La quarta edizione di “Imprese Vincenti” terminerà con un evento conclusivo di rilievo nazionale, rivolto a tutte le 140 “Imprese Vincenti”, e proporrà il confronto a più voci sui fattori di successo dell’imprenditoria italiana.
Un punto di forza del programma “Imprese Vincenti” – che dal suo avvio nel 2019 ha raccolto 14.000 candidature e valorizzato circa 500 eccellenze, di cui circa 60 accompagnate nel percorso Elite del Gruppo Euronext – risiede nella capacità di creare un ecosistema di attori di prim’ordine che sostengono le Pmi nel loro processo di crescita. Insieme ai partner storici – Bain & Company, Elite e Gambero Rosso, che metteranno a disposizione le loro competenze di advisory – si confermano Cerved, partner tecnico e Microsoft Italia, che accompagnerà le Pmi con formazione e servizi di supporto tecnologico per accelerare i percorsi di trasformazione digitale. Con­fer­mati anche Nativa, Cir­cu­larity e la partnership di Coldiretti, che offre alle aziende operanti nell’agribusiness la propria esperienza per sviluppare percorsi di competitività e sostenibilità.

Liliana Allena: «la nostra fiera ha un segreto: sua maestà
il Tartufo Bianco d’Alba»

«Grazie a Intesa Sanpaolo, partendo dalla filiale di Alba, per aver avviato questo progetto di “Imprese Vincenti”, dedicato alla valorizzazione delle eccellenze imprenditoriali italiane. È per noi un onore ricevere il riconoscimento tributato alla Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba nella categoria Impact, che premia le imprese sulla base delle iniziative per lo sviluppo locale, le collaborazioni, i progetti e il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale o culturale. Il confronto con altre imprese del terzo settore, in questa quarta edizione, è stato emozionante e arricchente», sottolinea Liliana Allena, presidente dell’Ente Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.

Questo riconoscimento certifica un lavoro consolidato nel tempo…
«Esatto. L’Ente Fiera internazionale del Tartufo Bianco d’Alba è un’associazione senza scopo di lucro, il cui obiettivo primario è quello di generare una ricaduta economica a beneficio delle imprese del territorio. E proprio con quest’ultimo esiste un legame indissolubile, dal momento che la Fiera valorizza un prodotto, del tutto naturale, che è la più alta espressione del territorio stesso, rappresentando un’eccellenza assoluta per l’area di Langhe, Roero e Monferrato, oltre che per il Piemonte tutto. Il nostro più grande punto di forza sta proprio nell’unicità del Tartufo Bianco d’Alba, un marchio riconosciuto a livello internazionale, non replicabile. Negli anni, tuttavia, abbiamo portato un valore aggiunto spostando il focus dal semplice prodotto alla sua trasformazione, grazie ai riflettori portati dalla connessione con il mondo dell’alta cucina, fino all’ultima svolta in chiave culturale, perché cibo e vino, insieme alle pratiche legate alla cerca e cavatura del tartufo, fanno parte del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, tutelati dall’Unesco».

Quale il segreto del successo di questa kermesse che ha all’attivo 92 edizioni?
«Alla base della longevità dell’evento c’è certamente l’ottimo lavoro di squadra portato avanti con gli stakeholders, dalle Amministrazioni pubbliche alle Associazioni di categoria, ai Consorzi di Tutela, fino alle aziende e alle imprese locali, in virtù della partnership tra pubblico e privato che caratterizza il nostro operato. Gli asset strategici che fanno della Fiera una “impresa vincente” sono molteplici: in primo luogo, citerei la straordinaria qualità delle risorse umane che compongono il nostro team, per le quali investiamo costantemente in formazione. In seconda battuta, l’equilibrio trovato tra innovazione e tradizione è per noi strategico, con la valorizzazione del folclore che non preclude l’apertura all’innovazione digitale, anche grazie alla partnership di aziende come Microsoft, insieme alle quali abbiamo sviluppato le nostre analisi sensoriali “virtuali”, lavorando ora su soluzioni phygital per intercettare i visitatori di domani. Un ultimo asset, insieme alla crescente internazionalizzazione dell’evento, focalizzando il target su visitatori stranieri alto-spendenti, è quello della sostenibilità, declinata da tempi non sospetti lungo i tre assi ambientale, economico e sociale, che ci ha portati alla certificazione internazionale ISO 20121, che indica la sostenibilità del nostro evento».

E poi ci sono gli indicatori di performance…
«A tal proposito citerei il dato relativo al PIL prodotto sul territorio nel periodo della Fiera, calcolato in circa 150 milioni di euro: per ogni euro di Tartufo lamellato nei ristoranti viene generata una ricaduta di 20 euro spesi sul nostro territorio. E al di là dei dati quantitativi, attraverso uno strumento di governance territoriale quale l’Osservatorio Langhe Monferrato Roero, siamo in grado di valutare anche elementi qualitativi, con un focus su sentiment analysis e spend index.

E i numeri ci dicono anche che il turismo nelle colline Unesco vola, con una crescita a doppia cifra nel 2022, che ha fatto registrare 600mila arrivi e 1,4 milioni di notti: nell’anno appena concluso Langhe, Roero e Monferrato confermano il totale recupero del settore dallo stop pandemico e fanno segnare +13% di arrivi e quasi +18% di pernottamenti rispetto al 2019, che già fu un anno da record. Una ricetta vincente, insomma, il cui segreto sta principalmente nel suo ingrediente principe: sua maestà il Tartufo Bianco d’Alba».