L’Analisi dell’Ufficio Studi confederale sulla demografia d’impresa nei centri urbani, 110 capoluoghi di provincia e 10 comuni non capoluoghi di media dimensione fotografa una situazione poco incoraggiante. Aumentano solo le attività di alloggio e ristorazione. Nei centri storici calano le attività tradizionali e crescono i servizi.
La consueta analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio sulla demografia d’impresa, elaborata in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio “Guglielmo Tagliacarne” ci consegna una situazione dove pare che il commercio stia “scomparendo”. Negli ultimi dieci anni sono sparite quasi centomila attività di commercio al dettaglio e oltre quindicimila imprese di commercio ambulante.
Crescono gli alberghi e i ristoranti ma senza riuscire a compensare le riduzioni del commercio e si riducono gli occupati come diminuiscono le attività di commercio al dettaglio ed ambulante, mentre la crescita dell’offerta turistica si accentua nei centri storici, con aumento di servizi e tecnologia e diminuzione di beni tradizionali.
Nello specifico della situazione elaborata sui dati del Comune di Cuneo, la riduzione del commercio di vicinato ha un impatto negativo meno consistente rispetto agli altri capoluoghi piemontesi. Nel periodo in esame (2012-giugno 2022) sono comunque 39 le imprese che hanno chiuso nel centro storico della Città e 35 quelle fuori di quest’area, per un totale di oltre 74 (esercizi non specializzati – 2 centro storico, – 9 fuori centro storico, distributori di carburante -6 centro storico, -6 fuori centro storico, esercizi specializzati in prodotti per uso domestico -11 fuori centro storico, articoli culturali e ricreativi -8 centro storico, -6 fuori, altri esercizi specializzati -24 centro storico, – 9 fuori).
Nel periodo osservato, le attività di ristorazione ed ospitalità incrementano la presenza con oltre 34 attività.
“Il quadro che ci consegna l’analisi confederale – interviene Giorgio Chiesa, presidente dell’Associazione Albergatori Esercenti ed Operatori Turistici della provincia di Cuneo – descrive una vivacità tra le attività della ristorazione, ospitalità e ricettività che promuovono il Territorio, ma che non possono sopperire alla contrazione del commercio di vicinato”.
Relativamente all’incremento dell’ospitalità si evidenzia che questa cresce nel comparto extra-alberghiero.
“Il rischio di desertificazione commerciale – precisa Luca Chiapella, presidente Confcommercio-Imprese per l’Italia-della provincia di Cuneo – si combatte solamente con l’espansione ed il consolidamento dei distretti del commercio, in quanto non riguarda solo le imprese, perché vuol dire meno servizi, vivibilità e sicurezza”.
“È necessario uno scatto in avanti con la riqualificazione urbana e l’utilizzo dei fondi del PNRR ed il coinvolgimento delle parti sociali”.