La tariffa più bassa dell’intera provincia di Cuneo. Per un mese di iscrizione all’asilo nido comunale bisogna versare al massimo 260 euro. Significa poco più di 8 euro al giorno per un servizio qualificato e professionale dalle 8 alle 16, dal lunedì al venerdì.
Accade a Saluzzo, anche nell’anno dell’inflazione, dei prezzi energetici impazziti, degli aumenti su tutti i fronti. L’altro giorno un quotidiano nazionale titolava “Asili, la stangata” paventando
l’incremento di oltre il 10 per cento delle rette per coprire le maggiori spese dell’elettricità.
Ed è una misura di sostegno alle coppie con figli piccoli che piace, visto che nell’ultimo anno la
popolazione residente a Saluzzo è cresciuta di 106 unità, passando da 17411 a 17517.
Sono stati 119 i nuovi nati da famiglie residenti in città: 54 bimbi e 65 bimbe, di cui 27 stranieri, 14 bimbi e 13 bimbe).
Grazie ai fondi del Pnrr, inoltre, il nido di via Monsignor Savio sarà ampliato con una nuova
sezione e la capienza passerà dai circa 60 bambini di oggi, ad oltre 80 a lavori finiti.
L’Amministrazione comunale di Saluzzo, guidata dal sindaco Mauro Calderoni, nonostante i pesanti tagli dei trasferimenti statali avvenuto negli ultimi 10 anni, ha continuato a non aumentare tasse, tariffe e tributi e a non tagliare i servizi ai cittadini.
Numerosi gli interventi per mitigare la povertà, per gli inserimenti lavorativi, per il supporto delle
famiglie con figli (ad esempio il progetti di dopo scuola “sociale” o i voucher per le attività di
Estate ragazzi).
Un trend di contenimento delle spese per le famiglie che è stato portato avanti anche nei difficili anni del Covid. Nel 2020 la giunta Calderoni ha fatto approvare una manovra da oltre 600 mila euro per eliminare o ridurre tasse comunali. L’anno successivo, una seconda manovra da 1 milione 300 mila euro fra spese, investimenti e rinunce ad introiti.
“Da anni, e i saluzzesi lo sanno bene, – dice Calderoni – ci battiamo a tutti i livelli per avere
collegamenti e infrastrutture migliori. È difficile perché spesso la politica degli enti sovracomunali è sorda alle nostre richieste, nonostante in questa zona l’attuale giunta regionale abbia avuto un consenso notevole. Quindi, strade e ferrovie non dipendono da noi, così come le politiche dei trasporti, ma quelle di supporto alle famiglie ed alla parte di popolazione più fragile invece sì ed è su queste che abbiamo impostato le nostre politiche sociali e continuiamo a farlo”.