Festa della donna, a che punto siamo con la parità?

0
1

Si parla sempre di pari opportunità e di uguaglianza di genere, ma sul piano pratico ci accorgiamo che c’è ancora molta strada da percorrere. L’occasione dell’8 marzo ci permette di focalizzare l’attenzione sul problema. La soluzione dipende solo da noi

LAVORO arriva il decreto per pensioni anticipate
Lavoro e condizione femminile, una questione che di questi tempi si innesta in un dibattito più ampio di crisi. Intanto il Gover­no annuncia Opzione donna, il decreto in ar­rivo a marzo che darà l’occasione a 10.000 lavoratrici di andare in pensione prima. Entro la fine del mese saranno ab­bassate le soglie anagrafiche previste dalla Manovra 2023. Si partirà dai 58 anni di età minima per specifiche categorie, per arrivare ai 59 anni della soglia anagrafica standard. La priorità sarà quella di allentare la stretta operata dalla legge di Bilancio 2023 con un provvedimento in via di adozione per la metà di marzo, con varie ipotesi al vaglio del ministero dell’Economia.

STIPENDI più laureate ma meno retribuite
Il progetto Alma­La­urea, che mo­ni­tora le università italiane, nel 2022 ha riportato dati eloquenti: il 58,7 per cento di laureati è donna, il 41,3 è uomo. Le donne si laureano inoltre nei tempi previsti è per il 60,2 contro il 55,7 degli uomini. In media inoltre le donne si laureano con 103,2 su 110, mentre gli uomini con 102,1. Però sul lavoro questi risultati apparentemente non contano: gli uomini ricevono un 20 per cento di stipendio in più rispetto alle donne, sia per laureati in triennale che per quelli con specialistica. Le differenze di genere risultano sempre a favore degli uomini.

VIOLENZE un tavolo per nuovi interventi
Un dramma che si ripropone puntualmente, quello delle violenze sulle donne. Il tavolo interministeriale che si è riunito nei giorni scorsi a Palazzo Chigi, ha discusso una serie di interventi immediati per reprimere il fenomeno: l’applicazione del braccialetto elettronico con una revisione della distanza minima di avvicinamento alla vittima, la definizione di criteri di valutazione del rischio, la formazione degli operatori. Prevenzione, specializzazione, tempestività e coordinamento: queste le parole chiave. Ma ci sarà sempre bisogno di lavorare molto sul piano culturale.

CULTURA poche leader sui libri di scuola
L’ultimo rapporto dell’Osservatorio sulla parità di ge­nere in Italia, a fine 2022, aveva evidenziato ancora una volta alcune negatività: nessuna direttrice nei teatri stabili, poche scienziate o letterate nei libri di scuola. E nel mondo della danza solo coreografi uomini, o quasi. E ancora: solo il 19% di registe in tutto l’audiovisivo e il 23% di sceneggiatrici. Per non parlare di statue e monumenti che prevedono pochissimi ritratti di donne. Non va meglio in tv. Dal monitoraggio Rai emerge che la presenza femminile raggiunge il 40% nei programmi di intrattenimento e nelle fiction, si ferma al 15,8% nei programmi sportivi.

POLITICA quegli addii di sturgeon e Arden
Giorgia Meloni pri­ma donna premier in Italia. E poi? In altre parti del mondo, il ruo­lo logora. L’ad­dio alla leadership di donne di potere, come la scozzese Nicola Sturgeon e la neozelandese Jacinda Arden, fa meditare. Coerenza e responsabilità, stanchezza e solitudine. Un segnale dei tempi, forse l’ulteriore indicazione che sottolinea come questo sistema abbia bisogno di una revisione. Perché, anche in politica, accade che le donne debbano conformarsi al modello maschile, mentre sarebbe più utile che la visione femminile possa portare uno stimolo di crescita e cambiamento.

MATERNITA’ partorire è ancora complicato
È ancora difficile partorire nel se­condo decennio degli anni 2000? Le cronache ci raccontano di si­tuazioni difficili, anzi addirittura allarmanti se si pensa alle denunce arrivate recentemente da alcune sale parto e per quanto riguarda la scarsa attenzione per le neomamme con conseguenze anche drammatiche. E i dati dicono che una donna muore ogni due minuti a causa di complicazioni durante la gravidanza o il parto, nonostante i tassi di mortalità materna siano scesi di un terzo in 20 anni, secondo un rapporto dell’Organizzazione mondiale della sanità e di altre agenzie delle Nazioni Unite.

QUATTRO VOCI AL FEMMINILE

L’ECONOMISTA – Azzurra Rinaldi
Azzurra Rinaldi, economista, è direttrice della School of Gender Economics all’Uni­versità degli Studi di Roma Unitelma Sa­pienza. Nel suo saggio “Le signore non parlano di soldi, quanto ci costa la disparità di genere” (Fabbri Editori), spiega che le donne sono tagliate fuori dalla distribuzione della ricchezza: «Il problema è che le donne lavorano tantissimo, più degli uomini, ma regalano le loro fatiche. Finché le donne non avranno voce in capitolo e non saranno coinvolte alla pari nei meccanismi della produzione non ci sarà equità. È arrivato il momento di cambiare».

L’ASTRONAUTA – Samanta Cristoforetti
Prima donna europea nel corpo astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea e prima donna europea comandante della Stazione spaziale internazionale: Samantha Cristoforetti ha ribadito il senso della sua attività alla conferenza sullo spazio di Bruxelles: «Lo spazio ha questo incredibile potere di creare passione e curiosità, spinge a intraprendere carriere scientifiche e tecnologiche che a volte sono impegnative, ma che sono così gratificanti che questa ricompensa è più importante delle sfide e delle difficoltà».

L’ATTRICE – Matilda De Angelis
Matilda De Angelis interpreta su Netflix la prima donna entrata nell’Ordine degli avvocati in Italia, a fine ‘800, simbolo di emancipazione, Lidia Poet. «Ho cercato di dare modernità a un personaggio storico così importante. Noi abbiamo rielaborato quella storia adattandola alla fiction. Ma aver interpretato quel ruolo mi ha lasciato speranza per un tema ancora oggi così presente, come quello dell’affermazione professionale della donna. Lei si muoveva nel 1800, aveva tutti contro e comunque ha portato avanti la sua battaglia e alla fine ce l’ha fatta. Un grande esempio».

LA MAMMA – Valentina Altamura
Valentina Altamura, 26 anni, è una giovane mamma che, attraverso TikTok, ha raccontato le difficoltà nel trovare un’occupazione nonostante i tanti colloqui sostenuti. «Cerco lavoro, voglio essere indipendente, ma negli ultimi tre anni almeno dieci aziende cittadine hanno rifiutato la mia candidatura solo perché sono una giovane mam­ma». Mi dicono sempre: «Come fai a venire al lavoro se il tuo bimbo di tre anni si ammala? Lo sai bene che perderesti troppo tempo. Spero che il mio video arrivi a più imprenditori, perché questo meccanismo è inaccettabile e deve cambiare».