Miele self service

davide genta, classe 1994, era educatore e ha fondato “apicoltura testarusa” a villar san costanzo. ora Al parco fluviale di cuneo i clienti prendono i vasetti, pagano e ringraziano

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Amo il miele e voglio scriverne, ma c’è un problema: troppi produttori grandi e piccoli con il segno distintivo dell’alta qualità. Complice una vegetazione varia che si presta a una produzione d’eccellenza, unita a un passato che ha sempre tenuto in gran conto l’apicultura: partendo dall’Albese e soprattutto dal Roero in cui in passato sono nate le prime cooperative, fino al ruolo di Montezemolo che, per anni al miele ha dedicato fiere e corsi di degustazione a livello nazionale. Una scelta difficilissima se non avessi incontrato Davide Genta.
Ma partiamo dall’inizio: dopo la laurea ha svolto per qualche anno la professione di educatore. In quel periodo ha frequentato un corso di apicoltura e lì è scoccata la scintilla. Poco alla volta si è sempre più appassionato e, varcando il confine tra hobbista e professionista, ha fondato la sua azienda “Apicoltura Testarusa”. Produce avvalendosi dell’antica tecnica del nomadismo, ovvero spostare le arnie seguendo le fioriture, quindi l’astigiano per l’acacia, la piana cuneese per il tarassaco, Castelmagno per il rododendro e a Villar San Costanzo, dove vive, per il castagno.
Fin qui niente di strano, direte. E avreste ragione se non fosse per due dettagli niente affatto trascurabili.
Primo: è nato nel 1994 e la sua storia ben rappresenta il desiderio dei giovani di tornare alla natura, cercando in qualche modo di riparare ai danni che noi, scellerate generazioni precedenti, abbiamo fatto. Pur senza andare a scomodare teorie sociali più profonde, la tendenza a rimanere a contatto con l’ambiente è sempre più frequente e nessun lavoro come l’apicoltore pretende un rapporto totalizzante con le stagioni, le fioriture, il territorio, in cui l’uomo si deve mettere a disposizione dei ritmi della natura e non viceversa. Secondo: da un paio di mesi è apparsa sul parco fluviale di Cuneo, vicino a dove stanno le sue arnie durante il periodo invernale, una curiosa casetta di legno. Spostandone il tetto si trovano all’interno i vasetti del miele che produce. Ci si può tranquillamente servire, pagando con Satispay. E che ci crediate o no, funziona.
Non è ancora stata depredata, non è ancora stata distrutta, i pagamenti sono arrivati tutti. Davide ha anche trovato un post-it giallo contenente un messaggio di ringraziamento scritto con grafia infantile. Sarà il suo mestiere di educatore, sarà il cartello affisso di fianco che recita: “Il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno è dargli fiducia”, ma l’umanità finora si è dimostrata migliore di quanto si potesse immaginare. «Non ho inventato niente di nuovo – commenta sorridendo – e per me è stata prima di tutto una scommessa, mai avrei immaginato che avesse tanto successo». Si vede che la fiducia nel prossimo, abbinata a un prodotto di eccellenza incontra il gusto del pubblico, piace alle famiglie che passeggiano nel parco e magari ne traggono un insegnamento per i figli. Qualunque sia la spiegazione, sentendo questa storia non sono riuscita a non pensare che un futuro per questo mondo ci sia e ce lo insegnano i ragazzi come Davide Genta, che non sono più i giovani di una volta. Per fortuna.

Articolo a cura di Paola Gula