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«Vorrei creare una cocktail collection dedicata al tartufo»

Mixology è l’arte del barman secondo Elton Zeqiraj: «I prodotti del territorio di Alba sono fonte di ispirazione per le mie creazioni»

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Professore Ordinario di Economia e gestione delle imprese presso l’Università di Torino, Giuseppe Tardivo è stato co-fondatore, assieme al professor Giovanni Quaglia, del Campus di Management e Economia della sede universitaria di Cuneo ed è presidente della Commissione “Università, Ricerca e Istruzione” del Consiglio di Indirizzo della Fondazione Crt. Per IDEA ha curato le interviste che abbiamo pubblicato in questi numeri, dedicate a personaggi legati al territorio e al mondo della cultura – di cui da sempre è promotore – da Federico Borgna (sul tema dell’euroregione Alpi del Mare) a Emilio Audissino, imperiese, regista, attualmente il più grande esperto mondiale del compositore John Williams.

La mixology è l’arte della realizzazione di cocktail unici. Oggi i prodotti del territorio sono una componente sempre più importante di questa arte. Ne abbiamo parlato con un giovane mixologist che unisce ingredienti locali e visione globale.
Il nostro immaginario collettivo è ricco di ricordi a tema cocktail. Da Hemingway seduto al bancone dell’Har­ry’s Bar di Venezia al Vesper Martini di James Bond – agitato, non mescolato – l’arte del buon bere ha radici lontane.

Il lavoro del mixologist è sempre più unico nel suo genere. È un mestiere complesso, che richiede conoscenza e studio, sapere artigiano e metodo scientifico.
Oggi, parlare di cocktail significa prima di tutto vivere un’esperienza a 360 gradi che coinvolge tutti i sensi e diventa emozione. La mixology unisce suggestioni globali e attenzione al territorio. È la sintesi di un ritorno al chilometro zero anche nel bicchiere, dove la ricerca costante delle materie prime diventa fonte di ispirazione per valorizzare tutto ciò che è a pochi passi da noi.

Pioniere in questo è Elton Zeqiraj, il fondatore di LeGar Unplugged Mixology, un mixology catering nato nel 2020 e specializzato in eventi aziendali di alta gamma. La sua storia è la sintesi di ciò che rappresenta oggi la mixology. Di origini albanesi, passa l’infanzia e la giovinezza tra i profumi e i sapori della Sicilia, prima di iniziare la carriera all’interno di prestigiose realtà – come l’Hotel Danieli, l’Hilton Grand Hotel e il Mulino Stucky – e girare il mondo come flying bartender. Le sue creazioni sono sempre più richieste in occasione di grandi eventi, da Pitti Immagine Uomo alla data finale del Jova Beach Party a Milano.
«Amo essere definito bar maître – dichiara Elton – la tecnica del barman e l’accoglienza del maître, e fornire un servizio di alta qualità in grado di stupire in termini di creatività e cura dei dettagli». La sua filosofia espressa prima dell’arrivo della pandemia ha anticipato quelli che oggi si definiscono i nuovi trend della mixology contemporanea. Elevare il cocktail ai livelli di qualità, ricerca e sostenibilità raggiunti dal mondo della cucina gastronomica negli ultimi decenni.

I pilastri del suo lavoro? Materie prime di stagione coltivate da piccoli produttori e lavorate a mano, accostamenti inaspettati, basso apporto calorico e contenuto alcolico limitato. Il suo approccio alla mixology prende spunto dai tanti viaggi in giro per il mondo, a cominciare dal Giappone. «Una fonte di ispirazione è la filosofia Omakase, in cui lo chef presenta le sue migliori interpretazioni dei prodotti di stagione. Propongo lo stesso metodo con i cocktail».

Di base a Torino, Elton ha un legame speciale con il nostro territorio. La sua è una ricerca costante e approfondita delle materie prime della natura e dei prodotti dei contadini locali. Qualche esempio? I fiori di sambuco delle colline intorno ad Alba, la pesca del Roero, l’Alta Langa Dosaggio Zero, la grappa di Barbera, il mirtillo rosso delle Alpi, l’acetosella del sottobosco.

«Ho avuto il piacere di collaborare a diversi eventi e appuntamenti ad Alba e nelle Langhe. Mi piace girare la provincia e scoprire sempre posti nuovi. Questo territorio ha una ricchezza straordinaria di prodotti che sono fonte di ispirazione per le mie creazioni. In futuro mi piacerebbe mettere a disposizione la mia esperienza per creare una cocktail collection dedicata al Tartufo bianco d’Alba, un’eccellenza del territorio riconosciuta a livello mondiale».

Ma il suo lavoro non si ferma mai e guarda oltre. Un esempio è la commistione tra mostre di arte contemporanea e mixology, una collaborazione tra mondi sempre più vicini all’insegna di un nuovo concetto di esperienza sensoriale.
Per i più curiosi ecco il suo sito web (www.legarmixology.com) e il suo indirizzo
e-mail ([email protected]).

Articolo a cura di Giuseppe Tardivo

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