Oscar senza imprevisti ma tanta commozione

Ke Huy Quan sul palco ha raccontato la sua storia di profugo: «Mi avete di nuovo accolto»

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Un vero asso pigliatutto. Così potremmo definire “Everything everywhere all at once” mi­glior film, miglior attrice (Michelle Yeoh), migliori registi e migliore sceneggiatura originale (Daniel Kwan e Daniel Schenert), e poi miglior editing, miglior attrice non protagonista (Jamie Lee Curtis) e miglior attore non protagonista (Ke Huy Quan): il film dei Daniels, arrivato alla vigilia degli Academy Awards con undici nomination, ha caratterizzato una serata all’insegna della commozione. Un trionfo per gli attori asiatici: mai nella storia dell’Academy due di loro avevano vinto nello stesso anno.
«Mamma ho appena vinto un Oscar», ha detto Ke Huy Quan quando è salito sul palco. E poi ha aggiunto: «Sono qui, in un viaggio cominciato in una barca, ho passato un anno in un campo profughi e sono finito qui». E ha aggiunto: «Sono storie reali, non è cinema, è il vero sogno americano che si avvera», ha detto tra le lacrime l’attore vietnamita che ha ringraziato la mamma «per tutto quello che hai fatto per me». Tra i ringraziamenti, sempre piangendo a dirotto, quelli destinati alla moglie: «Mi ha sempre sostenuto per tutti questi 22 anni e detto che prima o poi ce l’avrei fatta. Grazie per avermi accolto nuovamente», ha concluso con la statuetta in mano. Alla fine c’è stato l’abbraccio con Harrison Ford: con lui Ke, fuggito in barca da bambino da Saigon in fiamme e che per un anno in un campo profughi, aveva recitato in “Indiana Jones” e il “Tempio della Paura”, ma poi, una volta cresciuto non aveva finora trovato un’altra occasione.