Il contatto diretto con le imprese per far toccare con mano meccanismi, logiche e progetti d’azienda fino a quel momento studiati tra i banchi di scuola. È con questo obiettivo che l’Istituto Tecnico Commerciale Bonelli di Cuneo, da ormai oltre vent’anni, accompagna i propri alunni alla scoperta di alcune delle più importanti realtà imprenditoriali della provincia di Cuneo. In prima linea nella realizzazione di questo progetto c’è la professoressa Cinzia Pollano. Noi di IDEA la abbiamo intervistata.
Professoressa Pollano, com’è nata l’iniziativa della vostra scuola che favorisce la conoscenza del mondo imprenditoriale cuneese?
«Il “Bonelli” è un istituto tecnico commerciale in cui l’Economia Aziendale, insieme con il Diritto, è la materia più caratterizzante. Alla luce di ciò, oltre ad impiegare un particolare approccio didattico durante l’insegnamento in orario scolastico, da ormai una ventina d’anni accompagniamo i ragazzi in visita alle aziende della provincia. Soprattutto per noi insegnanti di Economia Aziendale, si tratta di un momento fondamentale per far cogliere il collegamento tra teoria e pratica. Ciò si verifica proprio mostrando ai ragazzi come funzionano le imprese al loro interno, nelle singole attività aziendali che portano avanti, dall’amministrazione alla produzione dall’organizzazione del magazzino alla gestione delle risorse umane».
Il mondo della scuola mostra dunque uno stretto legame con quello del lavoro…
«Sì. Il nostro progetto fa chiaramente intendere agli alunni che ciò che studiano va ben oltre a quanto trovano scritto sui libri e corrisponde a una realtà concreta e precisa. In questa attività noi ci crediamo da sempre, tanto che iniziammo a proporla prima ancora che il percorso di alternanza scuola-lavoro diventasse obbligatorio. Per il nostro istituto è sempre stato prioritario creare collegamenti con le imprese, gli studi di professionisti, eccetera. Con gli stage formativi e, appunto, con le visite dirette presso le aziende».
Come sono i riscontri da parte degli studenti?
«Molto positivi. Prima di tutto perché i ragazzi, con queste iniziative, riescono a costruirsi un’immagine concreta e reale di ciò che li aspetterà una volta concluso il proprio percorso scolastico. Poi perché, come accennavo prima, riescono ad approfondire, con riscontri diretti, quanto studiato a scuola e, in generale, hanno l’opportunità di conoscere da vicino i meccanismi e le modalità di funzionamento delle nostre imprese. Per le nuove generazioni, abituate a vivere una dimensione parallela digitale e multimediale, toccare con mano degli esempi concreti è molto utile sia per quanto riguarda l’aspetto legato all’apprendimento scolastico sia relativamente alla capacità di inserirsi nella vita reale».
Qual è il suo personale rapporto con il “Bonelli”?
«È un legame stretto e intenso. Insegno in questo istituto dal 2000 e, nel tempo, ho svolto parecchi ruoli di collaborazione con la Dirigenza: del “Bonelli” ho sempre apprezzato la serietà e la professionalità che riesce a trasmettere ai suoi studenti. È un aspetto che emerge anche quando si illustrano le svariate modalità di impiego del proprio diploma».
E qual è invece il suo rapporto con la città di Cuneo?
«Cuneo è la mia città, in tutti i sensi. Qui sono nata e qui sono tornata dopo aver vissuto fuori da Cuneo e anche dall’Italia. Apprezzo parecchio le sue incredibili qualità e ritengo che abbia ancora ampissimi margini di crescita, specie per quanto concerne le manifestazioni e la valorizzazione del patrimonio culturale che custodisce. A questo proposito, rilancio la proposta dell’avvocato Nello Streri, a lungo assessore alla Cultura di Cuneo, il quale, da grande visionario, suggerì di dotare la città di una struttura capace di diventare un polo culturale di riferimento. Crediamoci perché le potenzialità ci sono davvero tutte».